Monte Magnodeno
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Anche qui montagna più volte raggiunta, ma perlopiù da Lecco. I due sentieri più brevi (e quindi anche con minore dislivello) partono da Erve: sono adatti per la mattinata libera e non li abbiamo mai percorsi.
La segnaletica è sufficiente, ma anche qui si incrociano sentieri "anonimi" pur senza arrivare all'esoterico reticolo presente sul lato lecchese.
Da Costalottiere si prosegue in lieve discesa verso Saina incontrando al tornante l'imbocco del sentiero: non è indicato ed è parzialmente nascosto da una catasta di legna. La traccia segue in parallelo l'alveo di un modesto torrente scavato nelle stratificazioni della base rocciosa e percorrendo la valletta umida ed ombrosa si oltrepassano la cascina isolata di Prà Marchet e la cappelletta della Carigiola. [Dalla cascina compare una buona bollatura giallo-rossa]. La salita, fin qui piuttosto dolce, si incrementa cambiando versante, dove il sentiero sale fra rocce gradinate e passaggi in cengia per poi raggiungere una conca erbosa aperta nel bosco di crinale, dove transita il sentiero proveniente dal Bivacco Corti. Da qui si segue il percorso principale da Maggianico, cadenzato anche dai cartelli altimetrici di un vertical; si esce gradualmente dalla boscaglia sui prati sommitali fra roccette e pinnacoli calcarei fino ad arrivare alla croce di Vetta del Monte Magnodeno (che in realtà tanto vetta non è: al massimo l'estremità della dorsale della Giumenta che si distacca dal Passo del Fò). Aggirati il bivacco e la piazzola per l'elicottero, si scende per qualche metro - catena corrimano - fino ad incontrare il bivio non segnalato per Costalottiere: il sentiero dapprima scorre in piano attorno al Magnodeno, poi, seguendo sul filo il crinale della cresta sud, raggiunge una sorta di bocchetta dove si trova ancora uno dei cippi di confine fra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia. Da qui si entra nel bosco e si scende comodamente con lunghi traversi finchè, trovando una fascia di affioramenti rocciosi, il sentiero cala in verticale raggiungendo quasi il fondovalle percorso in salita; poi è solo un trasferimento rettilineo fino a Costalottiere.
https://www.relive.cc/view/vJOKXQJ8Nw6
La segnaletica è sufficiente, ma anche qui si incrociano sentieri "anonimi" pur senza arrivare all'esoterico reticolo presente sul lato lecchese.
Da Costalottiere si prosegue in lieve discesa verso Saina incontrando al tornante l'imbocco del sentiero: non è indicato ed è parzialmente nascosto da una catasta di legna. La traccia segue in parallelo l'alveo di un modesto torrente scavato nelle stratificazioni della base rocciosa e percorrendo la valletta umida ed ombrosa si oltrepassano la cascina isolata di Prà Marchet e la cappelletta della Carigiola. [Dalla cascina compare una buona bollatura giallo-rossa]. La salita, fin qui piuttosto dolce, si incrementa cambiando versante, dove il sentiero sale fra rocce gradinate e passaggi in cengia per poi raggiungere una conca erbosa aperta nel bosco di crinale, dove transita il sentiero proveniente dal Bivacco Corti. Da qui si segue il percorso principale da Maggianico, cadenzato anche dai cartelli altimetrici di un vertical; si esce gradualmente dalla boscaglia sui prati sommitali fra roccette e pinnacoli calcarei fino ad arrivare alla croce di Vetta del Monte Magnodeno (che in realtà tanto vetta non è: al massimo l'estremità della dorsale della Giumenta che si distacca dal Passo del Fò). Aggirati il bivacco e la piazzola per l'elicottero, si scende per qualche metro - catena corrimano - fino ad incontrare il bivio non segnalato per Costalottiere: il sentiero dapprima scorre in piano attorno al Magnodeno, poi, seguendo sul filo il crinale della cresta sud, raggiunge una sorta di bocchetta dove si trova ancora uno dei cippi di confine fra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia. Da qui si entra nel bosco e si scende comodamente con lunghi traversi finchè, trovando una fascia di affioramenti rocciosi, il sentiero cala in verticale raggiungendo quasi il fondovalle percorso in salita; poi è solo un trasferimento rettilineo fino a Costalottiere.
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