Monte Magnodeno (m 1241) anello da Erve

      Il Monte Magnodeno fa parte del gruppo del Monte Resegone (m 1875) al quale è collegato dalla Cresta della Giumenta.
      Nonostante sia una cima secondaria, è una delle più popolari delle Prealpi Lecchesi, e bellissimo è il panorama che si apre dalla cima.
      Già fatto il più impegnativo e ampio anello per la Cresta della Giumenta, per questa escursione abbiamo scelto questa alternativa che, pur avendo anche essa uno sviluppo non trascurabile, non presenta particolari difficoltà. Si tratta di un’escursione affrontabile da chiunque abbia un minimo allenamento, e per gran parte dell’anno.


LOCALITA' DI PARTENZA.  Erve (m 569).
 
SALITA:    m 815.

DISCESA:  m 815.

QUOTA MASSIMA:  m 1241, alla vetta del Monte Magnodeno.

QUOTA MINIMA:  m 568, a Erve.

SVILUPPO:  km 11,7.

TEMPO DI CAMMINO EFFETTIVO: 5 ore 30’ (prendendocela comoda).

TEMPO DI SALITA:  2 ore 05’, da Erve alla cima del Magnodeno.

TEMPO DI DISCESA: 3 ore 25’.      

DESCRIZIONE PERCORSO.  Parcheggiata l’auto nella piazzetta antistante la chiesa, ripercorriamo a ritroso un tratto della strada principale fino alla passerella pedonale sul torrente Gallavesa, che attraversiamo per proseguire lungo la strada e raggiungiamo le case di Castalottiere (m 630) e, all’altezza del parcheggio, abbandoniamo la strada per imboccare un viottolo che sale alle case del vecchio borgo, che attraversiamo per uscirne a nord. All’interno dell’abitato bisogna fare attenzione perché i segnavia scompaiono.
       Lasciate alle nostre spalle le ultime case, dopo un breve tratto in falsopiano, un cartello ci invita a imboccare un sentiero che si stacca sulla destra risalendo il bosco, con tratti anche ripidi. Superati alcuni roccoli per la caccia, sbuchiamo sulla cresta, dove il bosco termina. Il sentiero continua lungo la cresta e ci porta ad un crocevia di sentieri (m 1021) presidiato da una Madonnina. Il luogo, attrezzato con panche per la sosta, è caratterizzato dalla presenza di un antico cippo di confine – il n° 32 del 1781 – fra il Ducato di Milano e la Repubblica veneta.  Ripresa la marcia superiamo un breve tratto ripido per poi proseguire con pendenze variabili fino all’ultimo tratto, sotto la cima. Percorso un tratto un breve tratto un po’ esposto (ma nulla di pericoloso), dopo avere incrociato un sentiero proveniente da sinistra, la pendenza si fa elevata e in breve ci troviamo sull’ampia cima (m 1241): oltre alla croce ci sono la piazzola per l’elicottero e il Bivacco Magnodeno, con diversi tavoli da pic-nic intorno, quasi tutti occupati.    
     Dalla croce, posizionata a perpendicolo sopra Lecco, il panorama è grandioso: spazia a 360° dalla pianura al Monte Rosa, dal Triangolo Lariano alle Alpi svizzere, poi il lago, le Grigne, la Valsassina, il Legnone, il Resegone e … ancora tanto altro.
 
     Conquistata la cima, ripartiamo per completare il nostro anello per il sentiero della Cresta della Giumenta. Lo percorriamo per una ventina di minuti, per poi prendere uno stretto sentiero che si stacca in direzione est sulla destra. Il sentiero, pur non presentando particolari difficoltà richiede maggiore attenzione, e in paio di passaggi possono tornare utili anche le mani.
     Mantenendoci a mezza costa perdiamo cica 200 metri di quota per poi risalire di un centinaio di metri fino ad incrociare una traccia di sentiero che scende dal Passo de Fo’ (m 1150, circa un’ora dalla cima del Magnodeno). Proseguiamo in direzione est e entriamo nel bosco, per continuare su un sentiero semi nascosto dalle foglie, ma la traccia da seguire è intuitiva e in breve ci immettiamo sul largo sentiero che porta al rifugio Capanna Alpinisti Monzesi, che è raggiungibile in pochi minuti; ma noi proseguiamo per la discesa. Arrivati ad un crocefisso e a una palina segnaletica, trascuriamo il Sentiero Prà di Ratt (indicato come impegnativo) e proseguiamo seguendo il facile SentieroSan Carlo. Un’altra ora di sentiero che attraversa un ambiente che definirei rilassante, e siamo alla Sorgente di San Carlo (m 778). Ora il sentiero si fa mulattiera: superato il ponte sul torrente, in breve arriviamo alle baite di Gnet (m 665, circa 25 minuti dalla Sorgente San Carlo), dove ha inizio la carrareccia che ci riporta a Erve, con un’altra mezz’ora di marcia.
   
 
METEO.  Magnifica giornata. Cielo sereno. Vento: assente. Temperatura alla partenza 8°, in vetta 11°, al termine 4°.
 
FREQUENTAZIONE.  Lungo il percorso pochi incontri, ma la cima era affollata.
 
COMPAGNI:  Andrea, Manuela, Paolo.