Trittico varesino - Monti Cuvignone-Ganna-Colonna
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Oggi accetto volentieri l’invito di Emiliano e scopro che si tratta di un piccolo raduno di hikeriani!
In programma la salita selvatica al Monte Ganna, poco evidente se visto dal Monte Colonna quanto impervio se osservato e salito da Caldè come facciamo noi. Ci incamminiamo dalla ghiacciaia di Caldè osservando con ammirazione il percorso (più un atto di fede...) utilizzato da Emiliano per la sua ravanata al Cuvignone, ormai già negli annali.
Dopo la redditizia salita lungo il sentiero delle coste, molto bello e con scorci da cartolina sul Lago Maggiore e cime circostanti (il mitico Gradiccioli su tutte ;-)), sbuchiamo nella conca del Rifugio Adamoli da cui puntiamo alla cima del Cuvignone riconoscibile da uno strano oggetto in ferro. Da qui, ritorno al rifugio, rapida discesa a S. Antonio e attacco del ripidissimo versante di salita al Monte Ganna, il cui articolato sistema di creste calcaree (ben presidiato dalla mitica ganna ombrosa) è ben visibile già da poco sotto il rifugio.
Questo tratto non supera i 250 m di dislivello, ma l’ambiente selvaggio, la bella roccia chiara (non sempre affidabilissima), la possibilità di scegliersi ciascuno il proprio percorso (non necessariamente mettendo le mani sulla roccia), e non da ultima la piacevole esposizione solatia, la rendono una delle zone più interessanti delle nostre Prealpi Varesine.
Posto particolarissimo, molto suggestivo e pressoché sconosciuto ai più. In pratica ci si muove lungo un versante tagliato da una lunga teoria di affioramenti calcarei, più massicci e alti in basso, più sottili e orientati a lame e clessidre nel settore più vicino alla vetta.
Raggiunta la cima del Monte Ganna per facile crestina, qualcuno punta al vicino Monte della Colonna dopo essere sceso alla sella che li separa. Ritornati al colletto, prima per facile stradina nel bosco e poi per un misto di strada asfaltata e sentieri, scendiamo a Caldè a chiudere l’anello non prima di aver visto un braco di mufloni fuggire in direzione del fondovalle. Chissà dove si saranno nascosti…
Sviluppo notevole, dislivello significativo, tratti adrenalinici ma sempre in controllo, posti selvaggi, temperatura gradevole e piacevole giornata in amicizia conclusa con qualche birra a Ghirla (buon compleanno Elena!). Un saluto a tutti e alla prossima.

Accettato con piacere l'invito di Emiliano ed Alessandro eccomi ad affrontare questo selvaggio versante del Monte Ganna, a me completamente sconosciuto.
E' stata una stupenda giornata di montagna e che bello ritornare ad accarezzare la roccia salendo, per la prima volta, queste brevi crestine rocciose (mai obbligatorie e, purtroppo, mai continue...) all' insegna dell' ottimo calcare alternato a tratti assolutamente non affidabili.
Più si sale e più la qualità della roccia migliora...
GRAZIE a TUTTI per la gran bella compagnia.

Dopo averla salita meno di un anno fa' propongo volentieri a un bel gruppuscolo di hikriani questa bellissima salita al Monte Ganna, che unita alle ascese ulteriori al Pizzo di Cuvignone e al Monte Colonna, fanno di questo giro un impegnativo trekking giornaliero a medio-bassa quota.
Da me originariamente definita "cresta W", direi si possa invece definire un "versante W", non trattandosi di un filo continuo, intervallato oltretutto da un'ampia sella pianeggiante in cui si può abbandonare la via, collegandosi alla sommità senza sentieri evidenti ma su percorsi probabilmente più agevoli.
Dettagli a parte, direi che la ripetizione ci voleva anche per studiare ulteriormente questa "via", e capirne più che altro il punto preciso in cui attaccarla - senza mai difficoltà elevate - potendo scegliere vari punti in cui farlo, e a proprio piacimento. Il torrentello che scende dal colatoio a destra dell'Alpe Calorescio, visto faccia a monte, è un riferimento più che fondamentale. Traversando alla sua destra si può iniziare immediatamente ad arrampicare (I-II) con ottime prese ed appoggi, ma testando sempre bene la roccia, non sempre solida purtroppo. Salendo dal torrente ci si aggancia alle rocce invece qualche metro oltre e su un ulteriore sperone che solo alla sella va ad unirsi all'altro.
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