Grignetta - Cresta Segantini (condizioni invernali)
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"Ire, venerdì ho preso ferie per andare in Segantini col Panza. Vieni anche te?"
28 luglio del 2007. Avevo solo 8 anni quando i miei genitori mi portarono per la prima volta in Grignetta. Nonostante fossi molto piccola, dopo quella prima avventura qualcosa cominciò a scattare dentro di me; qualcosa di nuovo e di inspiegabile, qualcosa legato al fatto che, forse, far fatica tra ripidi sentieri non era poi così brutto.
In questi 12 e passa anni son ritornata più e più volte in Grignetta; ed ogni volta mi stupivo e mi meravigliavo come se fosse stata la prima...
Ricordo che una volta (era inverno e stavo salendo lungo la Cresta Cermenati con il papà) vidi una sagoma spuntare dalla patagonica Cresta Segantini. Era sola, senza e corda e teneva stretta tra le mani due picche...
L'estate successiva convinsi il papà ad andare a fare la Cresta Segantini, forse una delle mie prime "vie"... E ancora una volta rimasi ammaliata da questo mondo di guglie e torrioni.
Da quel giorno iniziò a maturare dentro il mio cuore un sogno, un sogno che per qualcuno magari può sembrare scontato, ma a me sembrava un bellissimo ma irrealizzabile desiderio: la Cresta Segantini in invernale.
"Ire, venerdì ho preso ferie per andare in Segantini col Panza. Vieni anche te?"
Come potevo dir di no a questa proposta?
Partiamo dai Resinelli poco dopo le 8. Il sole è ancora timido, ma piano piano fa capolino da dietro il Resegone.
Durante l'intera notte non ho dormito per l'agitazione... "Ma ce la farò? Sarò in grado? E se poi ho paura?"
Ma mano a mano che percorriamo la Direttissima prima e il Canale Angelina poi, questi pensieri vengono scacciati dal superbo ambiente che ci circonda e dalle battute dei miei fantastici compagni di viaggio.
Con una breve "Variante Panza" raggiungiamo la tanta attesa cresta: ora si fa sul serio.
I ramponi sulla roccia stridono che è un piacere... Terranno? I passaggi in cresta sono aerei e su neve un po' sfondosa... Quante volte me la sono fatta sotto... Traversi esposti si alternano a passaggi più verticali dove, ahimè, bisogna usare anche l'amica picca (come se già non fossi impacciata ad arrampicare coi ramponi)...
Finalmente raggiungiamo il Canale della Lingua... "Peru! Siamo alla lingua! Oramai siamo arrivati!"
"Ire, mancheranno ancora due ore..."
Nonostante l'enorme felicità per quello che stavo facendo, per un momento mi son sentita sprofondare... I polpacci e i quadricipiti cominciavano già ad urlare e psicologicamente iniziavo ad essere abbastanza provata... Per un momento, lo ammetto, ho pensato di essere in un girone dell'Inferno di roccia, ghiaccio e neve.
Per fortuna anche questo piccolo momento di sconforto passa, e Peru mi ricorda che siamo in un posto meraviglioso.
Dopo un bel po' di ore, non ricordo quante, e dopo un'ultima "variante Panza" finalmente tocchiamo la cima della Grignetta. Quante volte in vetta a questa bellissima montagna, ma forse questa volta è diverso. Questa volta mi ritrovo ad ammirare il paesaggio dalla cima della Grignetta con occhi diversi: con la consapevolezza di aver realizzato uno dei miei più grandi sogni, forse il più importante dal punto di vista emotivo.
E quel che più conta è che l'ho realizzato con le uniche due persone che avrei voluto accanto a me in questo viaggio... Con il mitico Panza, che conosce la Grignetta come se fosse la sua seconda casa e di cui mi fido ciecamente; e, ovviamente, con il mio Peru... che mi ha incoraggiata e tranquillizzata ad ogni passo di questa salita, proteggendomi alle spalle come una specie di angelo custode... Insomma, questo sogno non poteva realizzarsi che con Voi.
GRAZIE, GRAZIE DI CUORE!
con Peru e Panza

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