Sempre in cammino sino al Pizzo Camino.
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Accidenti, era da tempo che volevo salire al Pizzo Camino, e sinceramente non capisco perchè io abbia aspettato così tanto tempo prima di metterci piede; ma a volte non serve farsi delle domande, quando è il momento è il momento...
Ma passiamo alla breve descrizione. Trovato il parcheggio in zona Madonnina, mi incammino seguendo le indicazioni poste su una palina: Malga Onder 1h30/ Bivacco Don G. Corini 4h. Sentiero 136. La salita per 10 minuti è piuttosto ripida, prima bitumata e poi sterrata la via attraversa le case di Fellegai, Cognolo e poi il rudere di Malga Onder Alta, a Malga Onder una seconda palina mi da le indicazioni per il Pizzo Camino.
Seguendo sempre il 136 la sterrata subito dopo si trasforma in un ampio sentiero sino a restringersi nei pressi della bucolica Malga Varicla; non avessi avuto come meta il Pizzo qua ci avrei fatto una bella e riposante pennica accompagnato dai "fischi" per me rilassanti delle marmotte. Sempre con una flebile traccia, che tende ad aumentare di pendenza, giungo al bel laghetto di Varicla Sup., dove mi fermo per una breve pausa; subito dopo il laghetto, lasciando sulla sinistra il Rif. Laeng, trovo la terza palina in prossimità di un bivio, a destra si va al P.so di Varicla, mentre diritto si entra in una piccola conca.
Attraversata in un amen la conca la traccia punta a sinistra verso una spalla rocciosa, superata la quale un infame canale ghiaioso (ripido) porta nella parte più ostica del percorso. Trovo alcune staffe che agevolano la progressione, passo due brevissime zone un po esposte, poi proseguo sempre in maniera ripida verso la sommità. Ora entro nel cuore della montagna, l'ambiente è molto bello, quasi dolomitico, con le mani mi aiuto a superare le facili roccette, poi scavallo uno sperone semi roccioso. Qua sorprendentemente la traccia perde un po di quota, sulla destra c'è una parete rocciosa, mentre sulla sinistra c'è una leggera esposizione verso un canalino, davanti a me il medesimo canalino va risalito con attenzione vista la presenza di neve in accumulo coperta di un buono strato di grandine che rende il tutto più scivoloso. In questo tratto supero un paio di passaggini vigliacchi poi con un ultimo strappetto mi ritrovo sulla bellissima cima presidiata da altre 3 persone. 3h30 senza correre.
La vista da qua è veramente bella e vale la fatica appena spesa solo per vedere il concatenamento di cime, che partono dal Sassino per arrivare alle Corna di S. Ferma con la Cima Moren a fare da alfiere, ma con codesta giornata la visuale va molto oltre. Qua mangio in compagnia del simpatico trio, poi c'è solo la discesa, da fare ancora con più attenzione nel breve tratto innevato, fatta una sosta al rifugio riparto sereno sino all'auto, ma molto meno sereno quando mi ritrovo incolonnato lungo la Statale della Valcamonica.
A' la prochaine! Menek e il fantasmino
Ma passiamo alla breve descrizione. Trovato il parcheggio in zona Madonnina, mi incammino seguendo le indicazioni poste su una palina: Malga Onder 1h30/ Bivacco Don G. Corini 4h. Sentiero 136. La salita per 10 minuti è piuttosto ripida, prima bitumata e poi sterrata la via attraversa le case di Fellegai, Cognolo e poi il rudere di Malga Onder Alta, a Malga Onder una seconda palina mi da le indicazioni per il Pizzo Camino.
Seguendo sempre il 136 la sterrata subito dopo si trasforma in un ampio sentiero sino a restringersi nei pressi della bucolica Malga Varicla; non avessi avuto come meta il Pizzo qua ci avrei fatto una bella e riposante pennica accompagnato dai "fischi" per me rilassanti delle marmotte. Sempre con una flebile traccia, che tende ad aumentare di pendenza, giungo al bel laghetto di Varicla Sup., dove mi fermo per una breve pausa; subito dopo il laghetto, lasciando sulla sinistra il Rif. Laeng, trovo la terza palina in prossimità di un bivio, a destra si va al P.so di Varicla, mentre diritto si entra in una piccola conca.
Attraversata in un amen la conca la traccia punta a sinistra verso una spalla rocciosa, superata la quale un infame canale ghiaioso (ripido) porta nella parte più ostica del percorso. Trovo alcune staffe che agevolano la progressione, passo due brevissime zone un po esposte, poi proseguo sempre in maniera ripida verso la sommità. Ora entro nel cuore della montagna, l'ambiente è molto bello, quasi dolomitico, con le mani mi aiuto a superare le facili roccette, poi scavallo uno sperone semi roccioso. Qua sorprendentemente la traccia perde un po di quota, sulla destra c'è una parete rocciosa, mentre sulla sinistra c'è una leggera esposizione verso un canalino, davanti a me il medesimo canalino va risalito con attenzione vista la presenza di neve in accumulo coperta di un buono strato di grandine che rende il tutto più scivoloso. In questo tratto supero un paio di passaggini vigliacchi poi con un ultimo strappetto mi ritrovo sulla bellissima cima presidiata da altre 3 persone. 3h30 senza correre.
La vista da qua è veramente bella e vale la fatica appena spesa solo per vedere il concatenamento di cime, che partono dal Sassino per arrivare alle Corna di S. Ferma con la Cima Moren a fare da alfiere, ma con codesta giornata la visuale va molto oltre. Qua mangio in compagnia del simpatico trio, poi c'è solo la discesa, da fare ancora con più attenzione nel breve tratto innevato, fatta una sosta al rifugio riparto sereno sino all'auto, ma molto meno sereno quando mi ritrovo incolonnato lungo la Statale della Valcamonica.
A' la prochaine! Menek e il fantasmino
Tourengänger:
Menek

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