Pizzo Stella / Martschenspitz
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Oggi siamo in otto, la destinazione è il Pizzo Stella una cima con un pendio finale decisamente ripido, l'esposizione a Sud ed a Est però dovrebbe far si che i pendii siano ben assestati.
Alla partenza da Bosco Gurin l'innevamento è piuttosto scarso ma dopo un paio di centinaia di metri di dislivello diviene abbondante. Questi pendii iniziali sono poco ripidi per cui saliamo rilassati conversando fra noi.
Raggiungiamo la baita di quota 2010 metri e poi risaliamo un canalino poco inclinato fino al ripiano di Bort. Da qui il versante si fa vieppiù ripido. Durante la salita mi si sgancia lo sci che inizia a scendere, con una mossa incredibile Antonio, una ventina di metri sotto di me, riesce a bloccarlo con il suo bastoncino. Lo raggiungo derapando econ non poca fatica riesco a ricalzare lo sci, un'operazione che su un pendio ripido ed innevato con l'attacchino non è proprio banale.
Ripartiamo, stavolta ho messo i cinghietti di sicurezza: il pendio è stabile e la possibilità di essere travolto da una valanga è certamente inferiore rispetto a quella di perdere un'altra volta lo sci.
Dopo innumerevoli svolte, coltelli montati, arriviamo al deposito sci, ad una trentina di metri dalla vetta, mettiamo mano alla piccozza e saliamo per roccette alla vetta caratterizzata da un'antenna e da una croce in marmo nero lucido.
Il panorama è mozzafiato: oltre ai consueti 4000 vallesani ed a quelli dell'Oberland Bernese, a colpire è soprattutto il solco vallivo della Val Formazza ai nostri piedi.
Torniamo al deposito sci e ricalzateli partiamo con qualche timore: il pendio nel tratto iniziale supera i 40° di pendenza, più giù si raddolcisce e la tensione lascia il posto al piacere della sciata.
A Bort facciamo una sosta più prolungata per mangiare qualcosa e poi ripartiamo verso Bosco Gurin.
Cima non banale, i pendii finali sono decisamente ripidi e richiedono neve assolutamente assestata. Piccozza ed eventualmente ramponi per la salita in vetta possono essere necessari. Il panorama è fantastico.
Alla partenza da Bosco Gurin l'innevamento è piuttosto scarso ma dopo un paio di centinaia di metri di dislivello diviene abbondante. Questi pendii iniziali sono poco ripidi per cui saliamo rilassati conversando fra noi.
Raggiungiamo la baita di quota 2010 metri e poi risaliamo un canalino poco inclinato fino al ripiano di Bort. Da qui il versante si fa vieppiù ripido. Durante la salita mi si sgancia lo sci che inizia a scendere, con una mossa incredibile Antonio, una ventina di metri sotto di me, riesce a bloccarlo con il suo bastoncino. Lo raggiungo derapando econ non poca fatica riesco a ricalzare lo sci, un'operazione che su un pendio ripido ed innevato con l'attacchino non è proprio banale.
Ripartiamo, stavolta ho messo i cinghietti di sicurezza: il pendio è stabile e la possibilità di essere travolto da una valanga è certamente inferiore rispetto a quella di perdere un'altra volta lo sci.
Dopo innumerevoli svolte, coltelli montati, arriviamo al deposito sci, ad una trentina di metri dalla vetta, mettiamo mano alla piccozza e saliamo per roccette alla vetta caratterizzata da un'antenna e da una croce in marmo nero lucido.
Il panorama è mozzafiato: oltre ai consueti 4000 vallesani ed a quelli dell'Oberland Bernese, a colpire è soprattutto il solco vallivo della Val Formazza ai nostri piedi.
Torniamo al deposito sci e ricalzateli partiamo con qualche timore: il pendio nel tratto iniziale supera i 40° di pendenza, più giù si raddolcisce e la tensione lascia il posto al piacere della sciata.
A Bort facciamo una sosta più prolungata per mangiare qualcosa e poi ripartiamo verso Bosco Gurin.
Cima non banale, i pendii finali sono decisamente ripidi e richiedono neve assolutamente assestata. Piccozza ed eventualmente ramponi per la salita in vetta possono essere necessari. Il panorama è fantastico.
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