Porca Blacca, un Dosso Alto con un Corno Barzò-tto!
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E' praticamente arrivata l'estate, ce ne siamo accorti subito, con un caldo così soffocante non resta non resta che alzare le quote delle escursioni, e sinceramente ne sono contento. Rimane comunque un dubbio: a 2000 metri di quota sarà rimasta neve sul lato N delle cime?
Scartata l'ipotesi di un giro nella Val di Scalve opto su una classica vicino a casa: le Piccole Dolomiti Bresciane. E' un periodo che non ho molta voglia di fare grandi dislivelli, così mi invento un giro che parte dal Giogo del Maniva, a 1660 metri di quota, dove lascio la macchina in prossimità di una chiesetta con annesso monumente in ricordo dei caduti delle due guerre. Fatti pochi passi in direzione del Passo Dosso Alto una palina indica la mia direzione, Dosso Alto. Per esperti, sentiero 3V bianco/azzurro.
La traccia non è molto segnata, ma è evidente, passa diverse postazioni della Grande Guerra sino a giungere in un anfiteatro che va risalito con diversi zig zag. Arrivato su una sorta di crinale piego a sx per superare un cornetto erboso un po esposto, dopo una millimetrica depressione comincio a salire ripidamente il bellissimo versante che mi porterà sino al Dosso. La progressione è ccompagnata da un panorama veramente eccellente, che abbraccia la media Val Trompia sino ad arrivare quasi al Pian di Neve, salire su per le roccette (I°-I°+ a tratti esposte) in questo ambiente è veramente piacevole.
Dopo poco più di 1h sono sul Dosso Alto, assolutamente privo di persone e con un piacevole venticello che mi premia di questo primo sforzo, mi guardo attorno... Ora scendo verso N lungo la bella cresta erbosa, oltrepasso il Passo delle Portole (vicino alla Capanna T. Secchi), e con un lungo traverso in un ambiente al top mi porto ai piedi del Blacca, dove "aggredisco" la zona rocciosa (I°-II°) sino a spuntare sulla bella traccia sommitale che mi porta alla croce, croce raggiungibile dopo aver affrontato una breve crestina. Dalla Croce al Cippo ci sono 2 minuti di cammino.
Al Cippo mi fermo a mangiare, appoggiato alla lapide che ricorda 7 giovanissimi Partigiani trucidati dai nazi-fascisti, al bel panorama che mi circonda aggiungo un pensiero a chi ha lottato, perdendo la vita, per darci quella parte di Libertà che l'umanità ha ancora da raggiungere per intero. Riparto, scendendo verso S tra le facili roccette, al primo bivio piego a dx, passando sotto la bastionata rocciosa, c'è ancora qualche colata di neve, ma nulla che renda pericoloso il tragitto. Rispunto ai Monti di Paio Ovest, dove ritrovo il sentiero fatto all'andata che mi riporta al P.so delle Portole.
Qua decido il da farsi; non voglio tornare tardi, il rischio è quello dell'imbottigliamento da Gardone in poi... Salgo al Caldoline? Mah, c'è questo Corno Barzò che stuzzica la mia curiosità, nulla lo indica. La traccia parte dirimpetto a quella che porta al Caldoline, passa una roccia levigata dal tempo che ha dato la forma di due visi ( l'avevo notata dal sentiero per il Blacca), una targa ricorda due amici, poi continuo sino a che la traccia tende a sparire, ma non la vecchissima bollatura tricolore (Partigiani) che mi porta a superare uno sperone dove è presente una targa con poesia, poi sempre con attenzione mi porto in cresta (da fare con un minimo di attenzione) sino ad arrivare al solitario Corno Barzò. difficile trovare gente qua...
Sono alla fine dell'escursione, ritornando sui miei passi mi porto verso la Capanna Tita Secchi, da qua seguo per il P.so Dosso Alto, poi, su comoda stradina asfaltata ritorno all'auto dove l'enorme parcheggio è intasato di auto.
Nota 1): Dedicated to ... by Eric
Dedicata a ... autocensura.
Lo travesto e sembra un porro,
con la scorta lo zavorro,
adesso chi ha il coraggio di rubarmi ancora Zorro?
A' la prochaine! Menek e il fantasma che mi fa le foto.
Scartata l'ipotesi di un giro nella Val di Scalve opto su una classica vicino a casa: le Piccole Dolomiti Bresciane. E' un periodo che non ho molta voglia di fare grandi dislivelli, così mi invento un giro che parte dal Giogo del Maniva, a 1660 metri di quota, dove lascio la macchina in prossimità di una chiesetta con annesso monumente in ricordo dei caduti delle due guerre. Fatti pochi passi in direzione del Passo Dosso Alto una palina indica la mia direzione, Dosso Alto. Per esperti, sentiero 3V bianco/azzurro.
La traccia non è molto segnata, ma è evidente, passa diverse postazioni della Grande Guerra sino a giungere in un anfiteatro che va risalito con diversi zig zag. Arrivato su una sorta di crinale piego a sx per superare un cornetto erboso un po esposto, dopo una millimetrica depressione comincio a salire ripidamente il bellissimo versante che mi porterà sino al Dosso. La progressione è ccompagnata da un panorama veramente eccellente, che abbraccia la media Val Trompia sino ad arrivare quasi al Pian di Neve, salire su per le roccette (I°-I°+ a tratti esposte) in questo ambiente è veramente piacevole.
Dopo poco più di 1h sono sul Dosso Alto, assolutamente privo di persone e con un piacevole venticello che mi premia di questo primo sforzo, mi guardo attorno... Ora scendo verso N lungo la bella cresta erbosa, oltrepasso il Passo delle Portole (vicino alla Capanna T. Secchi), e con un lungo traverso in un ambiente al top mi porto ai piedi del Blacca, dove "aggredisco" la zona rocciosa (I°-II°) sino a spuntare sulla bella traccia sommitale che mi porta alla croce, croce raggiungibile dopo aver affrontato una breve crestina. Dalla Croce al Cippo ci sono 2 minuti di cammino.
Al Cippo mi fermo a mangiare, appoggiato alla lapide che ricorda 7 giovanissimi Partigiani trucidati dai nazi-fascisti, al bel panorama che mi circonda aggiungo un pensiero a chi ha lottato, perdendo la vita, per darci quella parte di Libertà che l'umanità ha ancora da raggiungere per intero. Riparto, scendendo verso S tra le facili roccette, al primo bivio piego a dx, passando sotto la bastionata rocciosa, c'è ancora qualche colata di neve, ma nulla che renda pericoloso il tragitto. Rispunto ai Monti di Paio Ovest, dove ritrovo il sentiero fatto all'andata che mi riporta al P.so delle Portole.
Qua decido il da farsi; non voglio tornare tardi, il rischio è quello dell'imbottigliamento da Gardone in poi... Salgo al Caldoline? Mah, c'è questo Corno Barzò che stuzzica la mia curiosità, nulla lo indica. La traccia parte dirimpetto a quella che porta al Caldoline, passa una roccia levigata dal tempo che ha dato la forma di due visi ( l'avevo notata dal sentiero per il Blacca), una targa ricorda due amici, poi continuo sino a che la traccia tende a sparire, ma non la vecchissima bollatura tricolore (Partigiani) che mi porta a superare uno sperone dove è presente una targa con poesia, poi sempre con attenzione mi porto in cresta (da fare con un minimo di attenzione) sino ad arrivare al solitario Corno Barzò. difficile trovare gente qua...
Sono alla fine dell'escursione, ritornando sui miei passi mi porto verso la Capanna Tita Secchi, da qua seguo per il P.so Dosso Alto, poi, su comoda stradina asfaltata ritorno all'auto dove l'enorme parcheggio è intasato di auto.
Nota 1): Dedicated to ... by Eric
Dedicata a ... autocensura.
Lo travesto e sembra un porro,
con la scorta lo zavorro,
adesso chi ha il coraggio di rubarmi ancora Zorro?
A' la prochaine! Menek e il fantasma che mi fa le foto.
Tourengänger:
Menek

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Kommentare (13)