Giro del Monte Foppabona
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Salita per il sentiero n.25 che passa dall'Alpe Te e dal rif.Buzzoni e discesa per il n.27 dalla Baita Foppabona. Partiamo in tre dalla via Umberto I di Introbio, dalla quale si stacca sulla destra la stradina con i cartelli per i rifugi. Si comincia a salire su un sentiero acciottolato, poi seguendo il segnavia 25 si sbuca su una stradina sterrata che più avanti dopo un traverso supera il torrente, diventa sentiero e sale decisamente nel bosco fino ai ruderi dell'Alpe Te, quasi nascosti dalla vegetazione. Qui arriva il sentiero da Barzio. Dopo un tratto in leggera discesa si sale al rifugio Buzzoni e poi al vicino Passo del Gandazzo.
Siamo ora sulla Dorsale Orobica Lecchese e nonostante la mia lunga militanza come escursionista lombardo è la prima volta che mi impegno sui tornanti del Passo del Toro. Raggiuntolo, attirati da un segnale metallico saliamo per traccia su prato il soprastante Zucco (Pizzo) di Corvo, scendendo dal versante opposto lungo gradini rocciosi attrezzati con catene. Così facendo evitiamo un canalino innevato sul sentiero principale. Tornati sul sentiero, deviamo su un altro panettone erboso che crediamo essere il Foppabona: sui waypoints di hikr scoprirò essere chiamato Monte del Corvo. Infatti giunti in cima non vedo traccia della Baita Foppabona che dovrebbe essere in basso davanti a noi ma solo una valle molto incassata e senza costruzioni: il Foppabona è il panettone più avanti.
Raggiunta la nostra meta e fatto un rapido giro d'orizzonte, fissiamo la Baita Foppabona come luogo della sosta pranzo. Dalla baita l'inizio del sentiero di discesa non è molto evidente. Invece di prendere la traccia pianeggiante che si dirige sulla destra, scendiamo su prati sulla sinistra fino a trovare il sentiero segnato da bolli bianco-rossi non proprio recenti. Con una discesa piuttosto lunga, che prevede anche la risalita alla Bocchetta di Pianca, si torna sulla stradina iniziale poco a monte di Introbio. Abbastanza in basso il sentiero era interrotto da due alberi caduti che abbiamo aggirato passando alti su erba e zolle terrose.
Il dislivello parcheggio - cima è di 1500 metri, con le contropendenze e le piccole deviazioni sale a 1650-1700.
Siamo ora sulla Dorsale Orobica Lecchese e nonostante la mia lunga militanza come escursionista lombardo è la prima volta che mi impegno sui tornanti del Passo del Toro. Raggiuntolo, attirati da un segnale metallico saliamo per traccia su prato il soprastante Zucco (Pizzo) di Corvo, scendendo dal versante opposto lungo gradini rocciosi attrezzati con catene. Così facendo evitiamo un canalino innevato sul sentiero principale. Tornati sul sentiero, deviamo su un altro panettone erboso che crediamo essere il Foppabona: sui waypoints di hikr scoprirò essere chiamato Monte del Corvo. Infatti giunti in cima non vedo traccia della Baita Foppabona che dovrebbe essere in basso davanti a noi ma solo una valle molto incassata e senza costruzioni: il Foppabona è il panettone più avanti.
Raggiunta la nostra meta e fatto un rapido giro d'orizzonte, fissiamo la Baita Foppabona come luogo della sosta pranzo. Dalla baita l'inizio del sentiero di discesa non è molto evidente. Invece di prendere la traccia pianeggiante che si dirige sulla destra, scendiamo su prati sulla sinistra fino a trovare il sentiero segnato da bolli bianco-rossi non proprio recenti. Con una discesa piuttosto lunga, che prevede anche la risalita alla Bocchetta di Pianca, si torna sulla stradina iniziale poco a monte di Introbio. Abbastanza in basso il sentiero era interrotto da due alberi caduti che abbiamo aggirato passando alti su erba e zolle terrose.
Il dislivello parcheggio - cima è di 1500 metri, con le contropendenze e le piccole deviazioni sale a 1650-1700.
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