A 25 metri dal Pizzo del Narèt
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O non c’è pericolo valanghe, ma fa brutto. O fa bello, ma c’è pericolo valanghe. È tutto l’inverno che va avanti così e son riuscito a fare poco, mentre la voglia di montagna è tanta. Così non appena vedo per oggi uno spiraglio di bel tempo (e per spiraglio intendo qualche ora...) e SLF a 2 non me lo faccio dire due volte e vado.
La mia meta è il Pizzo del Narèt. Sulla carta, fattibile. E, sempre sulla carta, nella migliore condizione meteo del Canton Ticino. Come assetto, opto per le mie amate ciaspole. Oggi non posso fare esperimenti e con le condizioni della neve a me pressoché ignote le ciaspole sono sicuramente più versatili.
Mi aspetto di incontrare scialpinisti, ed invece neanche l’ombra. Anche la Val Bedretto, la regione più innevata della Svizzera, sta cedendo il passo. Dovunque mi giri, resti di valanghe, enormi. Oggi non c’è pericolo, però doverle attraversare rallenta l’andatura. La vetta però non è lontana, la mia unica preoccupazione è tornare prima che faccia brutto. Ma oggi sono disposto anche a prendere neve!
La neve è durissima, perfetta per salire con le ciaspole! La salita al Passo è meno ripida di quanto mi immaginavo. Incomincia a nevischiare, ma il cielo sopra di me è ancora sereno. Ora non mi resta che la cresta finale, che dovrebbe essere molto larga. Ed infatti lo è, salvo le ultime decine di metri. Lì diventa improvvisamente affilata, con neve assolutamente inconsistente. Decido che è saggio tornare indietro. Però una prova (con la massima attenzione) voglio farla comunque. Tolgo le ciaspole, metto i ramponi, impugno la picca e mi metto ad aprire una trincea sul filo della cresta. Arrivo a vedere la mia meta, ma le difficoltà proseguono e forse anche aumentano, così torno sui miei passi.
A questo punto vedo comparire due scialpinisti, che arrivano dove sono io. Ci salutiamo, ci facciamo i complimenti e scambiamo quattro parole sulle cime che ci circondano.
In discesa la neve smolla appena appena. L’unica rogna sono le mille enormi valanghe da dover superare. In basso la neve diventa un po’ cartonata, ma in un attimo sono alla sterrata.

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