Monte Lema (m.1621), cresta SE
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Partenza da Novaggio (m.638), da cui per agile pista forestale si giunge a Miglieglia (m.706) tramite la depressione del Mulino di Vinera (m.560). Si segue la via normale per il Monte Lema utilizzando sentieri e scorciatoie che tagliano la strada asfaltata sino all'Alpe dei Boschetti, che a questo punto si abbandona seguendo i segnavia per l'Alpe Tramboschino "via Monte Colletta". Bel sentiero, che attraversa un'aperta zona di baite e prati per poi inoltrarsi e risalire con qualche zig-zag un rado bosco di ginestre, betulle e faggi pervenendo al Monte Colletta (m.1152), in realtà una semplice spalla pianeggiante posta all'inizio della severa cresta SE del Monte Lema.
Qui giunti si abbandona il sentiero segnato - che traversa la montagna a mezzacosta inoltrandosi nel Vallone in direzione dell'Alpe Tramboschino - iniziando a salire la boscosa dorsale su evidenti tracce di animali, che si fà sempre più ripida ed impervia ma nel complesso agevole giungendo tramite le prime facili roccette alla sella che precede l'inizio dell'autentica cresta, consistente in tre "torri" abbastanza ravvicinate una con l'altra. Da questo lato il Monte Lema mostra la sua faccia più "cattiva", mette una certa soggezione ed è da valutare passo dopo passo.
La prima torre si mostra subito severa e verticale, con belle placche che si affrontano volentieri, poi qualche roccetta misto erba finchè il discorso comincia a farsi davvero serio con un bel muro di roccia non sanissima che costringe all'aggiramento su tracce animali a sinistra, visto che il lato del "vallone" a destra presenta salti impressionanti. Con divertenti placche e passaggi erbosi su paglia fortunatamente di buona tenuta si riguadagna ripidamente la cresta, pervenendo tramite roccette all'attacco della seconda torre, la quale pur essendo meno imponente della precedente non offre possibilità, costringendo a un secondo aggiramento a sinistra (a destra non vi è mai possibilità perchè dirupato ed esposto). Su paglia si giunge a un altro sentierino di animali e tramite un paio di cenge e canalini erbosi si torna in cresta, dove rimane la terza ed ultima torre, solo apparentemente più semplice delle precedenti, in realtà altrettanto infida. Ulteriore aggiramento, sempre a sinistra, su cenge ed erba prima di riprendere definitivamente la parte finale della cresta, più semplice ma con divertenti roccette terminali (I°-II°) che permettono di giungere infine - a oltre tre ore dalla partenza - sulla Cima dell'Osservatorio Astronomico (m.1586), da cui in pochi minuti si tocca la vetta vera e propria del Monte Lema (m.1621).
Sbrigata la meritata pratica mangereccia svolgo la discesa verso la Forcola (m.1118) transitando dal Moncucco (m.1518), e passando il confine italiano in direzione dell'Alpe Fontana, che non tocco, iniziando la lunga discesa in Val Cortesel, ove con qualche difficoltà riesco a guadare l'omonimo rio, prima di giungere senza ulteriori problemi a Dumenza (m.436) e chiudere un bellissimo giro.
Ps. Avendo lasciato a casa la macchina fotografica mi è stato ovviamente impossibile "documentare" bene il tutto... pazienza... mi toccherà rifarlo. ;)
Indubbiamente la cresta SE del Monte Lema è l'itinerario più bello e selvaggio di una cima a ragione frequentatissima dalle sue varie vie normali. Richiede attenzione e capacità nel muoversi su questo tipo di terreno misto pur senza affrontare quasi mai veri e propri passi d'arrampicata, visto che le tre "torri" non presentano buonissima roccia. Una loro eventuale arrampicata si può valutare tra il III° e il V° grado.
NB. Novaggio-Vinera-Miglieglia T1 - Miglieglia-Monte Colletta T1/T2 - Monte Colletta-Monte Lema (Osservatorio) T5 - Monte Lema (osservatorio)-Moncucco-Forcola-Val Cortesel-Dumenza T2.
Qui giunti si abbandona il sentiero segnato - che traversa la montagna a mezzacosta inoltrandosi nel Vallone in direzione dell'Alpe Tramboschino - iniziando a salire la boscosa dorsale su evidenti tracce di animali, che si fà sempre più ripida ed impervia ma nel complesso agevole giungendo tramite le prime facili roccette alla sella che precede l'inizio dell'autentica cresta, consistente in tre "torri" abbastanza ravvicinate una con l'altra. Da questo lato il Monte Lema mostra la sua faccia più "cattiva", mette una certa soggezione ed è da valutare passo dopo passo.
La prima torre si mostra subito severa e verticale, con belle placche che si affrontano volentieri, poi qualche roccetta misto erba finchè il discorso comincia a farsi davvero serio con un bel muro di roccia non sanissima che costringe all'aggiramento su tracce animali a sinistra, visto che il lato del "vallone" a destra presenta salti impressionanti. Con divertenti placche e passaggi erbosi su paglia fortunatamente di buona tenuta si riguadagna ripidamente la cresta, pervenendo tramite roccette all'attacco della seconda torre, la quale pur essendo meno imponente della precedente non offre possibilità, costringendo a un secondo aggiramento a sinistra (a destra non vi è mai possibilità perchè dirupato ed esposto). Su paglia si giunge a un altro sentierino di animali e tramite un paio di cenge e canalini erbosi si torna in cresta, dove rimane la terza ed ultima torre, solo apparentemente più semplice delle precedenti, in realtà altrettanto infida. Ulteriore aggiramento, sempre a sinistra, su cenge ed erba prima di riprendere definitivamente la parte finale della cresta, più semplice ma con divertenti roccette terminali (I°-II°) che permettono di giungere infine - a oltre tre ore dalla partenza - sulla Cima dell'Osservatorio Astronomico (m.1586), da cui in pochi minuti si tocca la vetta vera e propria del Monte Lema (m.1621).
Sbrigata la meritata pratica mangereccia svolgo la discesa verso la Forcola (m.1118) transitando dal Moncucco (m.1518), e passando il confine italiano in direzione dell'Alpe Fontana, che non tocco, iniziando la lunga discesa in Val Cortesel, ove con qualche difficoltà riesco a guadare l'omonimo rio, prima di giungere senza ulteriori problemi a Dumenza (m.436) e chiudere un bellissimo giro.
Ps. Avendo lasciato a casa la macchina fotografica mi è stato ovviamente impossibile "documentare" bene il tutto... pazienza... mi toccherà rifarlo. ;)
Indubbiamente la cresta SE del Monte Lema è l'itinerario più bello e selvaggio di una cima a ragione frequentatissima dalle sue varie vie normali. Richiede attenzione e capacità nel muoversi su questo tipo di terreno misto pur senza affrontare quasi mai veri e propri passi d'arrampicata, visto che le tre "torri" non presentano buonissima roccia. Una loro eventuale arrampicata si può valutare tra il III° e il V° grado.
NB. Novaggio-Vinera-Miglieglia T1 - Miglieglia-Monte Colletta T1/T2 - Monte Colletta-Monte Lema (Osservatorio) T5 - Monte Lema (osservatorio)-Moncucco-Forcola-Val Cortesel-Dumenza T2.
Tourengänger:
Poncione

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Kommentare (9)