La Corvegia (2.282m) - Sasso Bianco (2.397m)
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Ormai da un paio di anni, con Federico (botticchio), si rimandava questa bella escursione, splendidamente narrata da Angelo & Ele, passante per la cresta di collegamento Corvegia-Sasso Bianco. La bellezza della roccia e la minuziosa descrizione ci hanno spinto a provare questo anello con un po' di attrezzatura di sicurezza, ovvero 20m di corda, imbraghi e qualche fettuccia. Un aiuto psicologico (per me) che fa cambiare completamente l'approccio alle parti esposte, togliendo un bel 90% di fobia. Manca la testa quando non c'è la sicurezza di una corda.
Dallo spiazzo/parcheggio q1100, si prende un evidente (ma non bollato) sentiero in direzione nord, risalente i prati e permettendo un taglione alla carrozzabile. Con un altro evidente taglio si raggiunge l'Alpe Piazza q1265. Solo grazie alle mappe è possibile trovare il sentiero giusto, non vi è nessuna segnaletica, il che rende ben incontaminata la zona. Nel dubbio, rimontare sempre verso l'evidente dorsale della Corvegia e puntare a Nord.
Dopo l'Alpe Prato q1353 il sentiero inizia a prendere velocemente quota, prima in un bosco di faggi ed in seguito su bellissima dorsale panoramica erbosa. Purtroppo, alla bellissima giornata odierna, si è aggiunto un forte e freddo vento da N-E, veramente devastante, che ci accompagnerà per tutto il giorno. In circa 2h20' di salita “muscolare” siamo all'ometto della Corvegia q2282. Facciamo una pausa ristoro e vestiario attrezzatura (corda e imbrago).
Dalla Corvegia si scende e si rimonta un'altra cimetta, da cui poi bisogna ricalarsi e attaccare la cresta. Nonostante qualche titubanza iniziale sono sempre riuscito a tenere la testa sotto controllo, senza mai impanicare la situazione. Federico poi, con la sua tranquillità, mi ha sempre dato la sicurezza necessaria per affrontare ogni passaggio. Stando sul filo di cresta si trovano passaggi divertenti, a volte esposti e aerei. Personalmente non avrei mai avuto il coraggio di farli da slegato, se si resta sul filo di cresta le difficoltà sono nell'ordine del II con qualche passaggio che potrebbe passare per III, ma c'è sempre una bella presa di mano o di piede. La roccia è ottima ma in qualche punto c'è sempre il sasso che si muove...di sicuro non si spezza! Solo sull'utimo filo di cresta, abbiamo preferito scendere lungo un canalino sul versante est (ravanage) di rododendri per aggirare la lama finale. Osservando in seguito il punto di rinuncia lo si poteva, col senno di poi, comunque affrontare: la discesa era più tecnica ma con la corda si sarebbe andati alla grande. NB: il filo di cresta è quasi sempre evitabile, volendo, su piccole cengie a volte sul lato occidentale, a volte su quello orientale. Alcuni passaggi sono invece obbligati, ma non estremi.
Dopo l'ultima rampetta da arrampicare di circa 6-8m appoggiati, ci portiamo verso la vetta del Sasso Bianco q2397. Tira un vento pazzesco, ma riusciamo a ripararci. Si è fatto tardi, non ci interessa raggiungere il Sasso Canale, anche se lo vediamo a pochi minuti da noi. L'importante oggi è stato superare la cresta! Per la discesa, dal Sasso Bianco (ovvero l'Anticima del Sasso Canale), prendiamo l'Alta Via del Lario, che passa proprio da qui. Scendiamo oltre la forcella con la palina segnaletica in direzione San Bartolomeo\Alpe di Mezzo. La prima parte è molto “wild”, franosa e severa, su sfasciumi molto pendenti.
Poi un mezza costa ci riporta sopra l'Alpe Gigiai. Scendiamo in direzione del grosso e visibile muro del Terminone, poi giriamo fuori sentiero per prati e ganne in direzione Alpe Gigiai, risparmiando un bel po' di strada. Dall'Alpe Gigiai q1630 si prende l'evidente sentiero a mezzacosta che ci riporterà in breve sopra l'Alpe Prato, poi all'Alpe Piazza e infine alla macchina.
Parcheggio-La Corvegia (T2, poi T3 e T3+ ultimi metri)
La Corvegia-Sasso Bianco per cresta (PD- e II)
Sasso Bianco - Alpe Gigiai (T3+ bocchetta e sfasciumi, poi T3)
Alpe Gigiai - Parcheggio (T2)


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