Monte Trabucco (m.2230), Costone di Valbona (m.2415), Frer (m.2410)
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Ero stato soltanto una volta in Valcamonica... il gentile invito di Rosa
Rossa mi offre una bella seconda opportunità. Gli intenti dell'escursione in realtà sarebbero più "consistenti" ma il meteo incerto invita alla prudenza, pertanto Rosa abbassa la quota optando per una cima su cui non è ancora stata, ovvero il Monte Frerone, raggiungibile tramite un sentiero in parte attrezzato dal Passo di Valfredda. L'intento sarebbe comunque quello di svolgere un bell'anello, ma bisogna ben capire come: ne uscirà un giro di sorprendente bellezza, avvolto in atmosfere di montagna di prim'ordine, avventuroso quel tanto che basta.
Partiamo dal delizioso villaggio di Campolaro (m.1440), puntando subito alla prima cima della giornata - il Monte Trabucco (m.2230) - raggiungibile dal "Sentiero Irene Gatti", che si stacca dall'itinerario normale per la Valle di Stabio alla quota di 1680 metri. Marcato interamente con bolli e paletti infissi nel terreno sale ripidamente tra ampi prati su sentierino decisamente inerbato ma anche molto fiorito. I prati fioriti saranno la costante della giornata. Le nuvole coprono subito tutto, inizia persino a piovere, e la cima, intravista giusto un attimo, si nasconde, ma in due ore esatte siamo alla croce di vetta (m.2228), che ci si presenta inaspettata nelle nebbie alla prima apertura degna di nota.
Proseguire il giro in queste condizioni sembrerebbe davvero monotono e poco divertente, ma proviamo comunque a portare avanti il progetto... male che vada ripareremo in Valbona anticipando la chiusura dell'anello progettato. All'altezza del malmesso cartello di vetta (m.2230) si nota l'evidente sentierino, su terreno erboso ora finalmente pulito, che ci faciliterà decisamente il compito nel lungo prosieguo del giro. Intanto le nebbie iniziano a diradarsi permettendoci così di vedere ciò che ci aspetta, e la nostra costanza sembra essere così premiata... Proseguiamo pertanto, toccando le quote m.2213 e m.2219, intercalate dalle forcelle m.2205, m.2198 e m.2192: la tornata visibilità ci permette di godere il forte contrasto tra i dirupi della Valle di Stabio e la più dolce e prativa Valbona, che rappresenterà l'altra grande costante di oggi. Lungo l'intera cavalcata di cresta non si riuscirà a notare un solo possibile passaggio alla Valle di Stabio, tale è la verticalità della dorsale che la sovrasta: l'unico passaggio un po' più agevole tra le due valli è probabilmente proprio la vetta del Monte Trabucco, ormai lasciato alle spalle.
Dalla forcella m.2192 inizia la ripida salita sull'ampia schiena della seconda vetta di giornata, ovvero il Costone di Valbona (m.2415), in cui la traccia tende a tratti a sparire, ma che non presenta alcun tipo di difficoltà (Roberto Ciri lo valuta EE/F+ laddove si arriva giusto a un tranquillo T3: http://www.vienormali.it/montagna/cima_scheda.asp?cod=443). Si perviene dapprima all'anticima m.2404, quindi allo spartano omino di vetta, circondato da un'imponente quanto poco estetica fioritura di ortiche.
I primi metri di discesa dal Costone di Valbona richiedono un'attenzione appena superiore (T4), aggirando uno scoglio roccioso sul lato Valbona, per poi tornare alla tranquilla dorsale che man mano si fa più bella, sinuosa ed estetica, avvicinandosi sempre più al Monte Frerone. Giunti alla spalla m.2317 ci dividiamo un attimo: Rosa prosegue verso la vicina sella m.2354, mentre io risalgo brevemente al Frer (m.2410), non meno estetico del più massiccio Costone di Valbona, che visto da qui è molto bello. Ci ricongiungiamo subito e facciamo la sosta pranzo poco oltre la sella m.2354.
Ripartiamo di buona lena giungendo presto alla quota m.2564 e, con un primo aggiramento, alla ancora tondeggiante quota m.2591, nonostante i sempre più impressionanti strapiombi della Valle di Stabio. Non rimarrebbe che la risalita alla quota m.2635, davvero ormai prossimi al Monte Frerone e sopra la Scodella del Frer (m.2492), ma qui le cose iniziano a complicarsi in quanto riprende a piovigginare e a coprirsi tutto. Il sentierino di cresta e la cresta stessa s'assottigliano all'improvviso, e dobbiamo affrontare con somma cautela, date anche le mutate condizioni del tempo, un breve ma aereo ed esposto tratto che anche sul lato Valbona non concede errori. Giunti ai piedi della quota m.2635, che pare impennarsi più ad ovest in pinnacoli all'apparenza inavvicinabili, abbandoniamo la cresta abbassandoci al fornale proprio sotto al Monte Frerone, cui manca davvero poco. Qui ci consultiamo e decidiamo, anche per la pioggia e la nebbia, di lasciar perdere il nostro obiettivo finale, consci che comunque la cavalcata di cresta iniziata al Monte Trabucco sia stata un'esperienza bellissima ed esaltante.
Il Monte Frerone può dunque attendere tempi migliori, pertanto inforchiamo il sentiero marcato per il Passo di Valfredda, affrontando i tre passaggi attrezzati - davvero ben congegnati - senza problemi nonostante le condizioni bagnate. Intanto smette di piovere e giunti al Passo (m.2321) diamo uno sguardo e un saluto all'imponente mole del Cornone di Blumone, per poi dirigerci ormai su facile sentiero-carrareccia verso Bazena (m.1800), dove ci concediamo tè caldo e crostata al Rifugio Tassara. La tranquilla discesa su ampio sentiero a Campolaro chiude l'anello e una giornata di montagna davvero stupenda e da ricordare: grazie a Rosa per la compagnia e la fiducia dimostrata, poichè il tutto è stato davvero improvvisato all'ultimo e sulla carta. GPS... questo sconosciuto ;)
Rossa Escursione davvero riuscita. Da una giornata che sembrava già finita in partenza, è invece uscito un giro pieno di sorprese... Peccato per il Frerone... Ringrazio Emiliano che ha accettato il mio invito e che pur non conoscendo il territorio è riuscito ad organizzare una giornata sicuramente da ricordare.

Partiamo dal delizioso villaggio di Campolaro (m.1440), puntando subito alla prima cima della giornata - il Monte Trabucco (m.2230) - raggiungibile dal "Sentiero Irene Gatti", che si stacca dall'itinerario normale per la Valle di Stabio alla quota di 1680 metri. Marcato interamente con bolli e paletti infissi nel terreno sale ripidamente tra ampi prati su sentierino decisamente inerbato ma anche molto fiorito. I prati fioriti saranno la costante della giornata. Le nuvole coprono subito tutto, inizia persino a piovere, e la cima, intravista giusto un attimo, si nasconde, ma in due ore esatte siamo alla croce di vetta (m.2228), che ci si presenta inaspettata nelle nebbie alla prima apertura degna di nota.
Proseguire il giro in queste condizioni sembrerebbe davvero monotono e poco divertente, ma proviamo comunque a portare avanti il progetto... male che vada ripareremo in Valbona anticipando la chiusura dell'anello progettato. All'altezza del malmesso cartello di vetta (m.2230) si nota l'evidente sentierino, su terreno erboso ora finalmente pulito, che ci faciliterà decisamente il compito nel lungo prosieguo del giro. Intanto le nebbie iniziano a diradarsi permettendoci così di vedere ciò che ci aspetta, e la nostra costanza sembra essere così premiata... Proseguiamo pertanto, toccando le quote m.2213 e m.2219, intercalate dalle forcelle m.2205, m.2198 e m.2192: la tornata visibilità ci permette di godere il forte contrasto tra i dirupi della Valle di Stabio e la più dolce e prativa Valbona, che rappresenterà l'altra grande costante di oggi. Lungo l'intera cavalcata di cresta non si riuscirà a notare un solo possibile passaggio alla Valle di Stabio, tale è la verticalità della dorsale che la sovrasta: l'unico passaggio un po' più agevole tra le due valli è probabilmente proprio la vetta del Monte Trabucco, ormai lasciato alle spalle.
Dalla forcella m.2192 inizia la ripida salita sull'ampia schiena della seconda vetta di giornata, ovvero il Costone di Valbona (m.2415), in cui la traccia tende a tratti a sparire, ma che non presenta alcun tipo di difficoltà (Roberto Ciri lo valuta EE/F+ laddove si arriva giusto a un tranquillo T3: http://www.vienormali.it/montagna/cima_scheda.asp?cod=443). Si perviene dapprima all'anticima m.2404, quindi allo spartano omino di vetta, circondato da un'imponente quanto poco estetica fioritura di ortiche.
I primi metri di discesa dal Costone di Valbona richiedono un'attenzione appena superiore (T4), aggirando uno scoglio roccioso sul lato Valbona, per poi tornare alla tranquilla dorsale che man mano si fa più bella, sinuosa ed estetica, avvicinandosi sempre più al Monte Frerone. Giunti alla spalla m.2317 ci dividiamo un attimo: Rosa prosegue verso la vicina sella m.2354, mentre io risalgo brevemente al Frer (m.2410), non meno estetico del più massiccio Costone di Valbona, che visto da qui è molto bello. Ci ricongiungiamo subito e facciamo la sosta pranzo poco oltre la sella m.2354.
Ripartiamo di buona lena giungendo presto alla quota m.2564 e, con un primo aggiramento, alla ancora tondeggiante quota m.2591, nonostante i sempre più impressionanti strapiombi della Valle di Stabio. Non rimarrebbe che la risalita alla quota m.2635, davvero ormai prossimi al Monte Frerone e sopra la Scodella del Frer (m.2492), ma qui le cose iniziano a complicarsi in quanto riprende a piovigginare e a coprirsi tutto. Il sentierino di cresta e la cresta stessa s'assottigliano all'improvviso, e dobbiamo affrontare con somma cautela, date anche le mutate condizioni del tempo, un breve ma aereo ed esposto tratto che anche sul lato Valbona non concede errori. Giunti ai piedi della quota m.2635, che pare impennarsi più ad ovest in pinnacoli all'apparenza inavvicinabili, abbandoniamo la cresta abbassandoci al fornale proprio sotto al Monte Frerone, cui manca davvero poco. Qui ci consultiamo e decidiamo, anche per la pioggia e la nebbia, di lasciar perdere il nostro obiettivo finale, consci che comunque la cavalcata di cresta iniziata al Monte Trabucco sia stata un'esperienza bellissima ed esaltante.
Il Monte Frerone può dunque attendere tempi migliori, pertanto inforchiamo il sentiero marcato per il Passo di Valfredda, affrontando i tre passaggi attrezzati - davvero ben congegnati - senza problemi nonostante le condizioni bagnate. Intanto smette di piovere e giunti al Passo (m.2321) diamo uno sguardo e un saluto all'imponente mole del Cornone di Blumone, per poi dirigerci ormai su facile sentiero-carrareccia verso Bazena (m.1800), dove ci concediamo tè caldo e crostata al Rifugio Tassara. La tranquilla discesa su ampio sentiero a Campolaro chiude l'anello e una giornata di montagna davvero stupenda e da ricordare: grazie a Rosa per la compagnia e la fiducia dimostrata, poichè il tutto è stato davvero improvvisato all'ultimo e sulla carta. GPS... questo sconosciuto ;)

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