Alpe Nefelgiù e Lago di Morasco.
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A mio parere quattro sono le gite T1 affrontabili da Riale:
- Rifugio Maria Luisa e laghi;
- Alpe Bettelmat;
- Giro del lago di Morasco;
- Alpe Nefelgiù.
Pur se molto semplici, dal dislivello contenuto e percorribili per lo più su carrabili sterrate di servizio agli alpeggi, queste gite sono di sicura remunerazione paessaggistica immettendo in un mondo di media montagna difficilmente immaginabile a chi non lo frequenta.
Delle suddette, a mia moglie manca solo l'alpe Nefelgiù, così, approfittando di una micro vacanza resasi disponibile, con il cielo un pò cupo, un buon vento e una temperatura autunnale, partiamo dal parcheggio della diga di Morasco, raggiungiamo il Rifugio Bim Sè e ci inoltriamo su una stradina che, con dolci tornanti che offrono stupendi scorci sul sottostante lago, raggiungiamo l'alpe Furculti.
Questa è una zona poco bella, non tanto per il panorama sempre eccezionale verso sud, piuttosto per la presenza di ruderi che sanno di eco mostri. Dopo l'alpe la stradina si impenna un pò per un breve tratto ed esce su un pianoro molto bucolico ove pascolano mandrie abbeverandosi a piccoli specchi d'acqua.
Continuiamo ora per un traverso, curviamo a sinistra ed eccoci dentro l'infinita bellezza dell'alpe Nefelgiù che a me ricorda in qualche modo la val Buscagna di Devero, sebbene sia più piccola.
Camminiamo tra prati verdissimi disseminati di rododendri, a fianco di un torrente che dirama in mille ruscelli.
Dopo la baita che funge anche da ricovero d'emergenza, incontriamo numeroso bestiame che di noi non si cura prorpio e passa il tempo a mangiare, bere, lottare e rinfrescarsi su qualche nevaio ancora presente, specie alla base della valletta che adduce al passo.
Qui ci accampiamo per la merenda e il pranzo e rimarremmo a lungo se non fosse che il sole va e viene e quando va, complice il vento, fa freddo.
Allora ripartiamo e, trascurando i sentieri diretti al lago, ripercorriamo l'amena stradina sino alla diga. Attraversiamo la diga stessa e camminiamo sino al fondo della riva destra sempre su carrabile in un tratto che io definisco il "paradiso del cane" perchè qui i passeggiatori con i loro quadrupedi sono proprio abbondanti.
Ritorniamo alla diga, la riattraversiamo (è così bello il lago da qui..), scendiamo al rifugio per un caffè e andiamo a prender possesso di una camera alla Walser Schtuba di Riale che per un po' sarà il nostro buen ritiro.
Dal parcheggio della diga di Morasco all'alpe ci sono 300 metri circa di dislivello e si segue integralmente la stradina (cosa che raccomando di fare se non si hanno da raggiungere mete più lontane), 9 km di sviluppo tra andata e ritorno. Con comodo, si fa la mini gita in quattro ore.
- Rifugio Maria Luisa e laghi;
- Alpe Bettelmat;
- Giro del lago di Morasco;
- Alpe Nefelgiù.
Pur se molto semplici, dal dislivello contenuto e percorribili per lo più su carrabili sterrate di servizio agli alpeggi, queste gite sono di sicura remunerazione paessaggistica immettendo in un mondo di media montagna difficilmente immaginabile a chi non lo frequenta.
Delle suddette, a mia moglie manca solo l'alpe Nefelgiù, così, approfittando di una micro vacanza resasi disponibile, con il cielo un pò cupo, un buon vento e una temperatura autunnale, partiamo dal parcheggio della diga di Morasco, raggiungiamo il Rifugio Bim Sè e ci inoltriamo su una stradina che, con dolci tornanti che offrono stupendi scorci sul sottostante lago, raggiungiamo l'alpe Furculti.
Questa è una zona poco bella, non tanto per il panorama sempre eccezionale verso sud, piuttosto per la presenza di ruderi che sanno di eco mostri. Dopo l'alpe la stradina si impenna un pò per un breve tratto ed esce su un pianoro molto bucolico ove pascolano mandrie abbeverandosi a piccoli specchi d'acqua.
Continuiamo ora per un traverso, curviamo a sinistra ed eccoci dentro l'infinita bellezza dell'alpe Nefelgiù che a me ricorda in qualche modo la val Buscagna di Devero, sebbene sia più piccola.
Camminiamo tra prati verdissimi disseminati di rododendri, a fianco di un torrente che dirama in mille ruscelli.
Dopo la baita che funge anche da ricovero d'emergenza, incontriamo numeroso bestiame che di noi non si cura prorpio e passa il tempo a mangiare, bere, lottare e rinfrescarsi su qualche nevaio ancora presente, specie alla base della valletta che adduce al passo.
Qui ci accampiamo per la merenda e il pranzo e rimarremmo a lungo se non fosse che il sole va e viene e quando va, complice il vento, fa freddo.
Allora ripartiamo e, trascurando i sentieri diretti al lago, ripercorriamo l'amena stradina sino alla diga. Attraversiamo la diga stessa e camminiamo sino al fondo della riva destra sempre su carrabile in un tratto che io definisco il "paradiso del cane" perchè qui i passeggiatori con i loro quadrupedi sono proprio abbondanti.
Ritorniamo alla diga, la riattraversiamo (è così bello il lago da qui..), scendiamo al rifugio per un caffè e andiamo a prender possesso di una camera alla Walser Schtuba di Riale che per un po' sarà il nostro buen ritiro.
Dal parcheggio della diga di Morasco all'alpe ci sono 300 metri circa di dislivello e si segue integralmente la stradina (cosa che raccomando di fare se non si hanno da raggiungere mete più lontane), 9 km di sviluppo tra andata e ritorno. Con comodo, si fa la mini gita in quattro ore.
Tourengänger:
rochi

Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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Kommentare (2)