Motto del Toro (2219 m)
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Giornatona all’Alpe di Prato: non una nuvola e assenza di vento!
L’alpeggio mi ha regalato una grandiosa vista altrimenti negata percorrendo la piana di Ambrì.
Inizio dell’escursione: ore 8:35
Fine dell’escursione: ore 14:25
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1028 hPa
Velocità media del vento: 0 km/h
Temperatura alla partenza: -0,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 2200 m
Temperatura al Rifugio Garzonera alle ore 10.00: 0°C
Temperatura al rientro: 5°C
Sorgere del sole: 7.05
Tramonto del sole: 17.11
Sono le otto: dalla località di Ambrì Sopra, poco prima del sottopassaggio della linea ferroviaria, imbocco la strada asfaltata, che alla sinistra sale in circa 5 km a Giof (1386 m).
Il toponimo Giof significa “giogo”, “valico montano” o semplicemente “altura”.
Parcheggio all’inizio del monte, che conta una ventina di baite e una chiesetta. Dal comignolo di una baita esce un intenso fumo resinoso che si espande su tutto il terrazzo. Nell’oratorio ammiro una statua della Madonna del Sasso e un mosaico raffigurante la Sacra Famiglia di Daniele Cleis. Nella parte alta del nucleo trovo il segnavia. Stranamente, sullo stesso non appare l’indicazione per il Rifugio Garzonera. La trovo 130 m più avanti, su un cartello bianco, lungo la strada per Gioett e Cassin. Entro così nel bosco di conifere, che sale alla destra verso Pian Taiöi (1670 m), località che raggiungo in 40 minuti di cammino.
È il corte principale dell’Alpe di Prato, una proprietà della Corporazione Boggesi Alpe di Prato, con sede ad Ambrì. L’alpeggio ha la particolarità, un unicum nella lavorazione del latte in Leventina, di produrre un formaggio semiduro grasso, misto, con il 90% di latte di mucca e il 10% di latte di capra.
Dal ponte di fianco al segnavia, seguo la sterrata che sale sul fianco occidentale del Mottone di Garzonera fino all’evidente sentiero che lascia la stradina a circa 1795 m di quota. Cammino da un’ora; mi rimangono 30 minuti per arrivare al suggestivo Rifugio Garzonera (1973 m), un monolocale amato da molti escursionisti, che ha il pregio di essere quasi sempre visitabile anche in pieno inverno.
Lo raggiungo poco dopo le dieci e per l’ennesima volta ne rimango affascinato. C’è un’aria salubre, un piacevole silenzio pieno e una luce bellissima, che esalta i colori autunnali. Mi concedo una prolungata pausa sulla soleggiata terrazza, quindi scelgo una delle tre mete che in fase di organizzazione della gita avevo preparato. Opto per il Motto del Toro, un dosso mammellonare che si erge a meridione, a meno di un chilometro in linea d’aria.
Mi avvio in direzione del Lago della Valletta (1975 m), quindi imbocco il comodo sentiero, segnalato in bianco-rosso, che porta al Lago di Prato. Circa 200 m dopo la piccola diga della Valletta lo abbandono e mi porto sul versante orientale della meta, alla ricerca di un percorso alternativo, privo di sentieri e di segnaletica. Attraverso ampi pascoli, all’inizio pianeggianti, poi sempre più scoscesi, fino al ripidissimo tratto erboso che precede il colletto della cresta sud. Raggiunta la sella, a circa 2185 m di quota, mi rimangono cinque minuti di facile salita fino all’omino di vetta: geschafft!
Dopo 2 h e 25 minuti di cammino vedo così per la prima volta questa cima a forma di panettone. Sul culmine è stata posizionata una paletta gialla del Tris Rotondo, la nota gara di scialpinismo. Nell’edizione del 28 febbraio 2016, il percorso più lungo e impegnativo, il “Super Tris”, con 3145 m di dislivello in salita, prevedeva il passaggio dal Motto del Toro. Gli atleti lo hanno raggiunto salendo dal suo versante nord, quello che guarda il Rifugio Garzonera.
Visto che le condizioni sono molto clementi, mi prendo il tempo per scattare decine di fotografie a 360 gradi. Non capita frequentemente di avere una luce così favorevole in assenza di vento.

Motto del Toro (2219 m)
Poco prima di mezzogiorno inizio la discesa, sul versante nord-ovest, verso il Lago di Prato. Constato che questo lato è molto più abbordabile rispetto a quello che ho scelto per la salita.
Il Lago di Prato (2054 m) mi offre la visione di spettacolari, quanto delicati ricami di ghiaccio: delle autentiche opere d’arte naturali.
Negli ultimi 6 km di cammino, lungo sentieri noti, sono accompagnato da un tiepido sole fino a Camperitt, a cui segue ovviamente l’ombra di Giof e di Ambrì, dal dialetto umbrì (= ombre).
Benché sia difficile per me, in Leventina, trovare una montagna che non abbia ancora fotografato, l’escursione odierna mi ha regalato delle condizioni ideali sia per una piacevole camminata sia per immortalare le amate cime della regione. Tutto questo in barba ai fotografi professionisti che preferiscono le nuvole al cielo terso.
Tempo di salita: 2 h 25 min
Tempo totale: 5 h 50 min
Tempi parziali
Giof (1386 m) – Rifugio Garzonera (1973 m): 1 h 30 min
Rifugio Garzonera (1973 m) – Motto del Toro (2219 m): 55 min
Motto del Toro (2219 m) – Lago di Prato (2054 m): 20 min
Lago di Prato (2054 m) – Rifugio Garzonera (1973 m): 45 min
Rifugio Garzonera (1973 m) – Giof (1386 m): 1 h 20 min
Dislivello in salita: 863 m
Sviluppo complessivo: 12,3 km
Difficoltà: T3+ (salita al Motto dal versante est)
Coordinate Motto del Toro: 693ˈ605 / 149ˈ555
Copertura della rete cellulare: buona
Libro di vetta: no.

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