Monte Stivo 2054 m
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Volendo fare il week in Trentino ne approfittiamo, salendo, per fare un’escursione al Monte Stivo dove eravamo stati con la neve secoli fa.
Prendendo spunto da un’escursione di Poge, lasciamo l’auto nei pressi del lago di Cei. La giornata si prospetta, meteorologicamente parlando, bellissima. L’inizio non lo è. Pronti via e dopo pochi passi, un albero sradicato ci sbarra la strada, poco male, lo aggiriamo. Poco dopo un altro e un altro ancora. Continuiamo a girovagare cercando di non perdere il sentiero e cercando di passare tra alberi sradicati e spezzati. Dopo poco però ci troviamo di fronte ad uno sbarramento impossibile da superare. Torniamo sui nostri passi e notiamo un traccetta che risale il pendio. Proviamo a seguirla, sembra l’unico modo per andare avanti. Un pensiero, non dei migliori, per Andrea l’ho avuto, anche se poi ho pensato che se avesse trovato questa situazione l’avrebbe sicuramente fatto presente. Infatti, scopriamo, una volta giunti al rifugio Marchetti, che la causa probabile di quanto trovato è stata una tromba d’aria di qualche settimana prima.
In ogni caso la traccia ci salva la giornata. Saliamo ripidi su terreno instabile tenendo d’occhio il GPS e, nel momento in cui ci sembra di essere vicini al sentiero, cominciamo ad attraversare in diagonale per rintracciarlo. Ritrovatolo la salita diventa una piacevole camminata fino a La Becca. Località più o meno intermedia tra il Bondone e lo Stivo. Come fatto da Andrea seguiamo prima il sentiero e poi una traccia che via via si perde e raggiungiamo quella che potrebbe essere La Becca vera e propria. A parte avere una visione totale della dorsale Bondone-Stivo è una salita che si può evitare. Riprendiamo il sentiero che ora seguiamo fedelmente passando altre varie elevazioni più o meno evidenti. La più riconoscibile, avendo una madonnina in cima, è il Palon.
Passiamo su Cima Alta e Bassa e giungiamo al crocevia “La Madonnina”.
Saliamo ora, tenendo la dorsale, al Monte Stivo dove in cima, nonostante non sia giorno festivo, troviamo un bel gruppetto di persone. Scendiamo verso il rifugio, più che altro per trovare riparo dal vento che si è alzato, e facciamo sosta pranzo con un panorama incredibile sul Lago di Garda, cosa che non ricordavamo!
Passiamo dal rifugio, scambiamo qualche chiacchiera con i volontari che stanno ultimando i lavori di ristrutturazione e torniamo alla “Madonnina” dove imbocchiamo il sentiero per il P.so Bordala.
Raggiunto il P.so seguiamo brevemente la strada asfaltata fino a prendere una sterrata a sx, che scende in direzione del rifugio Belvedere di Bordala. Troviamo un’abitazione aperta e chiediamo gentilmente se possono rifornirci d’acqua. Questa è una zona dove l’acqua è assente, anche al rifugio Marchetti sono messi male. Scambiamo qualche chiacchiera con l’anziana coppia che ci offre, oltre all’acqua, anche caffè e strudel.
Rifocillati, riprendiamo la discesa. Passiamo dal rifugio Belvedere, chiuso, e imbocchiamo il sentiero per Castellano. Da qui con una mezz’oretta di risalita torniamo al posteggio.
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