Monte Barone e Punta Pissavacca


Publiziert von paoloski , 5. September 2017 um 15:11.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 3 September 2017
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:45
Aufstieg: 1100 m
Abstieg: 1100 m
Strecke:11,50 Km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Varese, autostrada A26, uscita di Romagnano Sesia, proseguire in direzione di Alagna Valsesia, passare Serravalle e prima di Borgosesia prendere per Crevacuore, proseguire per Pray e raggiungere Coggiola, quasi alla fine dell'abitato, sulla destra, si trova la strada che sale a Rivò, seguirla passando per Viera e Biolla, proseguire ancora, passare per Le Piane e poco dopo parcheggiare lungo la strada nei pressi della chiesetta o del cartello con l'indicazione dei sentieri
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita ad anello.
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Barone
Kartennummer:IGC 9 - Ivrea Biella Bassa Valle d'Aosta 1:50000

La destinazione di oggi è il Monte Barone, all'inizio della Valsesia, da tempo nella lista dei desiderata poichè, pur essendo una cima di'altezza modesta trovandosi in una posizione isolata, promette di essere uno straordinario balcone sul Monte Rosa. Ogni volta che ci si reca in Piemonte non si può fare a meno di notarlo spiccare prepotentemente con la sua forma che dalla pianura appare trapezoidale. Tempo fa poi mi recai a visitare il paese di Guardabosone, in Val Postua, in occasione di una "Giornata di Primavera" del FAI, da cui il Monte Barone è ben visibile, e probabilmente nacque allora il desiderio di salirvi.
Oggi siamo in quattro: oltre a Francesca ci sono Maria, la minore delle sue figlie, ed Alberto. Raggiunto il paese di Coggiola e trovata e percorsa la strada che sale alle sue frazioni montane parcheggiamo nei pressi di un cartello indicante i vari sentieri della zona. Imbocchiamo quindi uno stradino in salita che, superata un'abitazione, prosegue in leggera discesa fino a raggiungere un bel ponte in pietra, passati sull'altro versante ci troviamo finalmente al sole e davanti ad un panorama che si fa sempre più interessante: basse montagne completamente boscate che chiudono l'altro versante della Val Sessera ed in fondo la pianura piemontese con gli Appennini a fare da quinte. Arriviamo alla Cappella Foscale, in realtà niente più che un'edicola e da qui prendiamo il sentiero G1 che ci porterà al già visibile rifugio Monte Barone.
Poco più avanti troviamo un bivio non segnalato che la nostra carta, veramente approssimativa, non riporta. Percorriamo un breve tratto di quello segnalato in bianco e rosso ma poi, visto che sembra scendere di molto,  decidiamo di tornare al bivio e prendere il sentiero che sale, probabilmente si ricongiungerranno più oltre, in ogni caso il rifugio è visibile e la direzione sembra chiara.
Usciamo dal tratto boscato e risaliamo i numerosi tornanti che raggiungono il rifugio. Poco prima di raggiungerlo troviamo la deviazione per il sentiero G8 da cui sta arrivando un piccolo ma estremamente rumoroso gruppo di persone.
Facciamo una breve sosta al rifugio per rifocillarci e poi ripartiamo in direzione della Bocchetta di Ponasca, il segnavia indica un'ora di percorrenza per la salita al Monte Barone, in realtà impiegheremo molto meno tempo a raggiungerlo perchè, seguiti dal quartetto di casinisti appena incrociati è giocoforza allungare il passo per sfuggire al loro querulo vocìo e godere di un po' di silenzio.
La cima mantiene le sue promesse: all'improvviso ci troviamo al cospetto del Monte Rosa, c'è invero qualche nuvoletta a coronarlo ma sono nubi poco consistenti che a volte scompaiono o si allontanano. Ed oltre al Rosa, a 360°, vi sono centinaia e centinaia di montagne, le più lontane sono ammantate da una leggera foschia ma le montagne piemontesi e valdostane, fra cui spicca il Gran Paradiso, sono un autentico spettacolo, più ad Est si riconoscono i 4000 dell'Oberland bernese con il Finsteraarhorn riconoscibilissimo.
Troviamo un posto al sole ed iniziamo a mangiare, inevitabilmente però veniamo raggiunti dal quartetto che avevamo distanziato, non hanno ancora smesso di parlare ad alta voce, una componente del gruppo soprattutto ritiene evidentemente di avere come missione nella vita di informare l'Universo Mondo delle vicende pubbliche e private di ogni suo e sua conoscente!
Ci spostiamo un po' e ci attardiamo sulla cima finchè finalmente il chiassoso gruppo decide di scendere. Non appena il silenzio ritorna appare un'aquila che risalendo il versante occidentale trova una termica e con larghe spirali si innalza sopra di noi fino a scomparire nel blu del cielo.
Un vero peccato aver dimenticato la macchina fotografica!
Ci apprestiamo a scendere, dalla cima abbiamo studiato un percorso alternativo per poter compiere un anello. Dalla Bocchetta di Ponasca infatti proseguiamo sul sentiero G7 che taglia i riipidi versanti della Punta delle Camosce. A tratti di buon sentiero ne succedono altri che non sono che una traccia sulla paglierina, Superata la Punta delle Camosce giungiamo ad una bocchetta, ora non vi sono che delle tracce di passaggio e nessuna indicazione. Arriviamo ad un risalto roccioso, le tracce sembrano passare sul fianco ma questo appare decisamente ripido ed esposto, salgo le roccette, elementari, ed al di sopra mi ritrovo su una crestina piana e decisamente ben più percorribile, da qui ci abbassiamo ad una nuova selletta dove troviamo una coppia di una certa età ed un segnavia bianco - rosso con l'indicazione G7 che indirizza sul tracciato esposto che abbiamo preferito aggirare.
Proseguiamo, è un continuo di brevi saliscendi e dentro e fuori di impluvi, saliamo alla Punta Pissavacca, caratterizzata da una croce e con un libro di vetta che registra un ultimo passaggio al mese di maggio. Dalla cima di tracce per scendere non se ne vedono per cui ridiscendiamo alla base dove vi sono dei segni di passaggio che però finiscono ben presto nel nulla. A questo punto Francesca nota un paio di persone passare un centinaio di metri sotto di noi, sono sul sentiero G8, decidiamo di raggiungerlo scendendo per un largo canale di paglierina, ripido ma senza salti di roccia.
In breve siamo sul sentiero ufficiale, largo e strasegnalato, vi è anche una corda a fare da corrimano. A dire il vero vista la facilità del percorso sembra piuttosto incongrua, probabilmente avrà una sua utilità in presenza di neve e ghiaccio.
Il sentiero, decisamente molto frequentato attraversa una macchia di pini mughi e raggiunge poi un rifugio che ci appare decisamente troppo affollato per i nostri gusti. Ci ripromettiamo di fare una sosta una volta ridiscesi in paese.
Passiamo accanto ad una palestra di roccia che presenta vie di varia difficoltà e con un'esposizione che probabilmente la farà maggiormente apprezzare nelle mezze stagioni. Ancora un po' di discesa ed eccoci all'auto. I bordi della strada rispetto a stamane sono decisamente ben più ingombri di automobili.

Il Monte Barone a dispetto dell'altezza è veramente un magnifico punto panoramico su cui vale la pena di salire. Anche gli ambienti sono interessanti, roccette, praterie, pinete e mugheti.
I sentieri se si è, come noi, abituati a quelli svizzeri appaiono spesso poco segnati o, meglio, vi è una sovrabbondanza di indicazioni, segnavia ed ometti, dove non ve ne è alcuna necessità, ad esempio sul sentiero G8 su cui è decisamente impossibile perdersi, mentre latitano assolutamente sul sentiero G7.
La cartina dell'Istituto Geografico Centrale poi è decisamente approssimativa se confrontata con quelle svizzere (o austriache o francesi).
Difficoltà: dal parcheggio alla cima seguendo il sentiero G1: T3
Il sentiero G7  che percorre versanti ripidi di paglierina e con qualche roccetta e la salita alla Punta Pissavacca, cosiccome la discesa fuori sentiero per il canalone: T4-
Il sentiero G8: fra T2 e T3.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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