Cima di Larsec (2889 m) - traversata Vigo-Mazzin
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In vacanza con famiglia in Val di Fassa, l’occasione è buona per fare qualche passeggiata in quota e poi, al momento giusto, staccarsi per andare a visitare qualche cima di questa zona molto suggestiva (ma da evitare se si cerca la solitudine).
Visto che la seggiovia da Pera al Gardeccia è in manutenzione, prendiamo la funivia che da Vigo che ci porta al Rifugio Ciampedie (1998 m), dove dobbiamo distrarre le bimbe dai vari giochi, e imbocchiamo l’evidente e frequentatissimo sentiero 546 che percorre il lato occidentale della Val de Vajolet, con bella vista sulle guglie delle Pale de Mesdì e del Gran Cront. Lungo il percorso si incontrano vari cartelli che descrivono la natura del luogo.
In processione raggiungiamo il Rifugio Gardeccia (1949 m), a cui si arriva normalmente anche da Pera tramite navetta (stavolta però una frana blocca il passaggio) e puntiamo poi ripidamente ai visibili rifugi Preuss e Vajolet, molto vicini. Il biancore del terreno è quasi accecante, devo indossare gli occhiali! Il Catinaccio da qui sotto è impressionante, con la sua liscia parete Est.
Le donne si fermano al Rifugio Vajolet (2243 m), io mi avvio lungo il sentiero 584 che rapidamente porta al Passo Principe (2597 m), con l’omonimo rifugio visibile solo all’ultimo. Lungo il percorso incontro un ragazzo che, su una specie di cingolato, scende verso valle: il sentiero infatti è quasi una strada…
Dal Passo Principe, invece che scendere nella bella valletta al di là della depressione, imbocco il sentierino che taglia in costa verso Sud-Est sotto il Catinaccio d’Antermoia, e dopo un tratto a saliscendi si impenna fino a un terrazzo con vista sulla valle appena risalita; da qui, in leggera salita, si arriva in breve al Passo di Antermoia (2770 m). Da qui sono raggiungibili tre punte: da Est a Sud si tratta di Cima di Lausa, Cima di Larsec e Sas de Scalieret; la Larsec è la più semplice, e anche la più alta (2889 m): aggiudicata! Il percorso è libero, basta risalire il pendio detritico (varie tracce), o raggiungere il Passo di Lausa (sentiero segnato) e poi piegare decisamente a Sud: i due itinerari si congiungono poco sotto la vetta, che si tocca con poche svolte secche nella pietraia. Vista spettacolare, in cima solo io.
Rientrato al Passo d’Antermoia, il sentiero 584 si immerge nell’omonimo vallone e porta al Lago di Antermoia: molta gente sulle rive, ma per ammirarlo al suo meglio basta salire poche decine di metri sul suo fianco Sud. In un attimo si arriva al Rifugio Antermoia (2497 m), e da qui il sentiero 580 sale leggermente al Passo di Dona (2516 m). In pochi minuti dal passo si può salire a una cimetta secondaria con bel panorama sul gruppo del Sella e i Dirupi di Larsec.
Dal Passo di Dona il sentiero scende decisamente a Nord, e in breve raggiunge a un bivio: a sinistra si scende in Val Duron (due percorsi possibili), a destra in Val di Dona. Scelgo la seconda, verdissima e poco inclinata, davvero inaspettato dopo tante rocce chiare: superato Camerloi, e ignorato poco dopo il sentiero che a destra si tuffa letteralmente in Val de Udai (molto più selvaggio, ma sconsigliato dopo giorni piovosi), si resta nel solco principale e lungo il sentiero 577 si passa dal Rifugio Val di Dona (2100 m). Con discesa su ripidissimo nastro di cemento spaccaginocchia, in breve si arriva nei pressi del mega-albergo di Mazzin, ormai a due passi dalla strada principale della Val di Fassa.
Traversata bellissima, senza alcuna difficoltà tecnica né esposizione, accessibile davvero a tutti. Non so quante altre cime delle Dolomiti di quasi 3000 m siano raggiungibili cosi facilmente…
Visto che la seggiovia da Pera al Gardeccia è in manutenzione, prendiamo la funivia che da Vigo che ci porta al Rifugio Ciampedie (1998 m), dove dobbiamo distrarre le bimbe dai vari giochi, e imbocchiamo l’evidente e frequentatissimo sentiero 546 che percorre il lato occidentale della Val de Vajolet, con bella vista sulle guglie delle Pale de Mesdì e del Gran Cront. Lungo il percorso si incontrano vari cartelli che descrivono la natura del luogo.
In processione raggiungiamo il Rifugio Gardeccia (1949 m), a cui si arriva normalmente anche da Pera tramite navetta (stavolta però una frana blocca il passaggio) e puntiamo poi ripidamente ai visibili rifugi Preuss e Vajolet, molto vicini. Il biancore del terreno è quasi accecante, devo indossare gli occhiali! Il Catinaccio da qui sotto è impressionante, con la sua liscia parete Est.
Le donne si fermano al Rifugio Vajolet (2243 m), io mi avvio lungo il sentiero 584 che rapidamente porta al Passo Principe (2597 m), con l’omonimo rifugio visibile solo all’ultimo. Lungo il percorso incontro un ragazzo che, su una specie di cingolato, scende verso valle: il sentiero infatti è quasi una strada…
Dal Passo Principe, invece che scendere nella bella valletta al di là della depressione, imbocco il sentierino che taglia in costa verso Sud-Est sotto il Catinaccio d’Antermoia, e dopo un tratto a saliscendi si impenna fino a un terrazzo con vista sulla valle appena risalita; da qui, in leggera salita, si arriva in breve al Passo di Antermoia (2770 m). Da qui sono raggiungibili tre punte: da Est a Sud si tratta di Cima di Lausa, Cima di Larsec e Sas de Scalieret; la Larsec è la più semplice, e anche la più alta (2889 m): aggiudicata! Il percorso è libero, basta risalire il pendio detritico (varie tracce), o raggiungere il Passo di Lausa (sentiero segnato) e poi piegare decisamente a Sud: i due itinerari si congiungono poco sotto la vetta, che si tocca con poche svolte secche nella pietraia. Vista spettacolare, in cima solo io.
Rientrato al Passo d’Antermoia, il sentiero 584 si immerge nell’omonimo vallone e porta al Lago di Antermoia: molta gente sulle rive, ma per ammirarlo al suo meglio basta salire poche decine di metri sul suo fianco Sud. In un attimo si arriva al Rifugio Antermoia (2497 m), e da qui il sentiero 580 sale leggermente al Passo di Dona (2516 m). In pochi minuti dal passo si può salire a una cimetta secondaria con bel panorama sul gruppo del Sella e i Dirupi di Larsec.
Dal Passo di Dona il sentiero scende decisamente a Nord, e in breve raggiunge a un bivio: a sinistra si scende in Val Duron (due percorsi possibili), a destra in Val di Dona. Scelgo la seconda, verdissima e poco inclinata, davvero inaspettato dopo tante rocce chiare: superato Camerloi, e ignorato poco dopo il sentiero che a destra si tuffa letteralmente in Val de Udai (molto più selvaggio, ma sconsigliato dopo giorni piovosi), si resta nel solco principale e lungo il sentiero 577 si passa dal Rifugio Val di Dona (2100 m). Con discesa su ripidissimo nastro di cemento spaccaginocchia, in breve si arriva nei pressi del mega-albergo di Mazzin, ormai a due passi dalla strada principale della Val di Fassa.
Traversata bellissima, senza alcuna difficoltà tecnica né esposizione, accessibile davvero a tutti. Non so quante altre cime delle Dolomiti di quasi 3000 m siano raggiungibili cosi facilmente…
Tourengänger:
Serzo

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