Piz Uccello, cima Sud (2.718m) da San Bernardino
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Meravigliosa vetta di pregevole interesse panoramico e geologico, nonché ambientale. Permette di vivere una parte della bucolica Val Vignum, silenziosa valle d'alta quota senza insediamenti umani (l'ultima è la Cassina de Vignun q2115). I monti che ne delimitano le parti si fanno apprezzare all'occhio del camminatore: tutti compresi tra i 2700 e i 3000m di quota, presentano ognuno le proprie caratteristiche, dall'ago del Piz Cavriola alla possente mole del Piz de La Lumbreida. Oggi con Federico, Bruno e Mimosa.
Vento da nord forte e gelido in alta Mesolcina, 8°C alla partenza e un cielo non proprio privo di nubi. La salita si svolge da San Bernardino q1608 (parcheggi a pagamento giornaliero: 5 chf ) salendo in direzione dello Strec de Vignun. Vi sono due sentieri, uno a destra e uno alla sinistra orografica del Ri de Fontanalba, a piacere si può effettuare un anello per il ritorno. Entrambi si incrociano proprio alla Cassina de Vignun q2115, crocevia segnaletico con baitella isolata (non abbiamo capito se privata o di uso pubblico).
Qui, su un sasso piano posto a W della suddetta Cassina, vi è scritta l'indicazione "Piz Uccello" in colori bianco-blu. Mentre il sentiero bianco-rosso prosegue a N-E verso lo Strec de Vignun (possibile anche questa via, deviando più tardi verso W, ma certamente più lunga) noi deviamo verso N seguendo i radi e usurati bolli bianco-blu. Li perdiamo e ritroviamo più volte, l'importante è salire a naso per i ripidi pendii erbosi fino all'evidentissimo ometto in pietra posto a q2382. Qui non si sbaglia più, la bollatura è fresca e iperpresente, di fianco a noi la ripida placconata Est del Piz Uccello precipita sulle nostre teste.
Non resta che seguire segni e ometti aggirandola e salendo su sentiero sempre più ripido fino alla Foppa del Piz, a circa q2670. Una bellissima rampa, in ambiente severo e con scorci ammirevoli intorno a noi. Le gambe sono messe alla prova ma pian piano siamo tutti alla Foppa, chi più e chi meno stanco. Lo sguardo sul Passo del San Bernardino mette i brividi allo stomaco, un mostruoso salto di oltre 600m si staglia sul versante W di questa catena. Costeggiamo infine tutta la cresta N, tenendoci sulle placche a Est, e superando due facili punti attrezzati.
Bruno, forse per la stanchezza, non se la sente di proseguire, ci attenderà più in basso, al riparo dal vento. Un paio di punti (T4) fanno sentire l'effetto "vertigine" (del tutto personale), solo perché la placconata, più in basso, diventa davvero ripida. Ma la cresta e i passaggi sono sempre molto larghi, né Mimosa né Federico hanno avvertito alcun timore. Raggiunta la vetta Sud del Piz Uccello q2718 la soddisfazione è alta, soprattutto per Mimosa, alla sua prima escursione in ambiente "severo" con passaggi non banali. Purtroppo il vento è gelido, ci congelano le mani (ci saranno 5 gradi), decidiamo di scendere subito.
Raggiunto Bruno all'ometto di q2382 ci fermiamo un oretta al caldo sole e al riparo dal vento. Qui scambiamo piacevoli racconti di escursioni e sul cammino di Santiago con altri escursionisti saronnesi che campeggiano a Splugen. Per la discesa, senza problemi, optiamo per l'anello sentieristico sull'altro versante del Ri de Fontanalba (a Est) e questo ci permette di osservare due splendide cascate inattese.
Raggiunto San Bernardino, tentiamo di bere la terribile acqua mineraria sorgiva, dalle indubbie proprietà benefiche quanto di gusto assai sconcertante che nominerei di "uovo marcio, cotto in ferrea padella arrugginita"
Complimenti a Bruno e Mimosa, oggi quasi 1200 di dislivello, gran giornata e grandi traguardi! Io e Fede, abituati ancora al mastodontico zaino del GR20 in Corsica, abbiamo sentito l'effetto antigravitazionale di un carico "normale" di pochi Kg, fantascienza!


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