Lac Blanc da La Flegère (Chamonix)
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Il sentiero per il Lac Blanc, frequentatissimo e dal fondo piuttosto sconnesso, offre una visione d'insieme del versante francese del Monte Bianco con le sue aiguilles e quello che rimane dei suoi ghiacciai. Impressionante, per quanto abbiamo potuto vedere dal versante opposto, il ritiro e la diminuzione di volume della Mer de Glace rispetto a come la ricordavamo 12 anni fa.
Il Lac Blanc si trova incastonato tra le Aigulles Rouges, il massiccio che sta proprio di fronte al gruppo del Bianco.
Prendiamo il sentiero che parte dal rifugio La Flegère dove arriva la funivia da Les Praz de Chamonix. Con la seggiovia dell'Index si può guadagnare ulteriormente quota e arrivare al lago con un sentiero a mezza costa che dicono scomodo nella parte iniziale perché su pietraia a grossi blocchi.
Dopo pochi passi dalla partenza attraversiamo una piccola pietraia abbandonando temporaneamente il sentiero principale per evitare una breve discesa e la successiva risalita. Poi il sentiero comincia a salire gradualmente su prati affacciati verso il massiccio del Monte Bianco e alle pendici delle rocciose Aigulles Rouges. Più avanti la pendenza aumenta, si incrociano prima il sentiero che proviene dallo Chalet Les Chéserys e poi quello che arriva dalla seggiovia dell'Index. Da questo punto mancano circa 100 metri di dislivello per il Lac Blanc, sulla cui riva sorge un rifugio.
La giornata era prevista soleggiata ma è cominciata con molte nuvole alte sul massiccio del Monte Bianco, abbiamo percorso comunque il traforo (con un forte sconto gentilmente messoci a disposizione dall'albergo) per trovare un tempo coperto che nascondeva le cime dai 4000 metri in su. Poco per volta tutte le cime si sono scoperte tranne quella più alta.
Fotografando questo ben di Dio di vette ardite non ho fatto a meno di pensare che ci fu un tempo in cui tutto questo era nostro, e per “nostro” non intendo italiano ma del Piemonte. Come ho già detto sono originario dell’Oltrepò Pavese, un territorio che spesso ha seguito i destini politici di Milano ma che per circa 120 anni fece parte del Piemonte sabaudo, compresa l’epoca di Paccard e Balmat centrata in pieno. Poiché allora anche la valle di Chamonix apparteneva ai Savoia da circa 800 anni, i miei vecchi compaesani e i primi salitori del Monte Bianco erano compatrioti, politicamente né italiani né francesi ma tutti sudditi di Vittorio Amedeo III che regnava su Piemonte, Savoia e Sardegna. Per questo mi piace dire che “l’alpinismo è nato in quello che allora era il mio paese”.
Il Lac Blanc si trova incastonato tra le Aigulles Rouges, il massiccio che sta proprio di fronte al gruppo del Bianco.
Prendiamo il sentiero che parte dal rifugio La Flegère dove arriva la funivia da Les Praz de Chamonix. Con la seggiovia dell'Index si può guadagnare ulteriormente quota e arrivare al lago con un sentiero a mezza costa che dicono scomodo nella parte iniziale perché su pietraia a grossi blocchi.
Dopo pochi passi dalla partenza attraversiamo una piccola pietraia abbandonando temporaneamente il sentiero principale per evitare una breve discesa e la successiva risalita. Poi il sentiero comincia a salire gradualmente su prati affacciati verso il massiccio del Monte Bianco e alle pendici delle rocciose Aigulles Rouges. Più avanti la pendenza aumenta, si incrociano prima il sentiero che proviene dallo Chalet Les Chéserys e poi quello che arriva dalla seggiovia dell'Index. Da questo punto mancano circa 100 metri di dislivello per il Lac Blanc, sulla cui riva sorge un rifugio.
La giornata era prevista soleggiata ma è cominciata con molte nuvole alte sul massiccio del Monte Bianco, abbiamo percorso comunque il traforo (con un forte sconto gentilmente messoci a disposizione dall'albergo) per trovare un tempo coperto che nascondeva le cime dai 4000 metri in su. Poco per volta tutte le cime si sono scoperte tranne quella più alta.
Fotografando questo ben di Dio di vette ardite non ho fatto a meno di pensare che ci fu un tempo in cui tutto questo era nostro, e per “nostro” non intendo italiano ma del Piemonte. Come ho già detto sono originario dell’Oltrepò Pavese, un territorio che spesso ha seguito i destini politici di Milano ma che per circa 120 anni fece parte del Piemonte sabaudo, compresa l’epoca di Paccard e Balmat centrata in pieno. Poiché allora anche la valle di Chamonix apparteneva ai Savoia da circa 800 anni, i miei vecchi compaesani e i primi salitori del Monte Bianco erano compatrioti, politicamente né italiani né francesi ma tutti sudditi di Vittorio Amedeo III che regnava su Piemonte, Savoia e Sardegna. Per questo mi piace dire che “l’alpinismo è nato in quello che allora era il mio paese”.
Tourengänger:
andrea62

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Kommentare (5)