Monte Bronzone
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Per motivi geopolitici oggi alle 9:30 ancora non so dove andare.
Mentre raggiungo Porlezza do uno sguardo sui monti, poi parcheggio a porto Letizia, il recente residence del Paese. Alle dieci passate passeggio lungo il lago, mi addentro nel centro storico e identifico la via di salita. Faccio una visita obbligatoria a S. Rocco, poi riprendo il ripido acciottolato per Palo e Pradei.
A distanza di una cinquantina di metri, dietro di me, vedo due figure, ma non ci faccio particolare caso. Dalla stradina ci sale qualche Pandino fino a raggiungere un paio di case molto panoramiche, piú avanti invece il percorso é cementato in maniera molto grezza, cosí da aumentare il grip anche a piedi. É davvero molto ripido e la salita toglie il fiato. I due dietro mantengono le distanze ma non mollano. Incuriosito, cerco di capire di chi si tratta. Sono una giovane coppia, lei senza zaino, sicuramente due turisti stranieri in vena di escursioni.
Nel frattempo il percorso si fa piú accidentato, non piú cemento ma sassi, tanti sassi. Scopriró piú in alto alcuni mezzi da lavoro che stanno allargando la strada, magari in futuro la renderanno percorribile a qualche Puch. Purtroppo per buona parte del percorso il panorama é assente e inizia a venirmi il dubbio di aver toppato. I due ragazzi sono sempre dietro, ma a debita distanza, cosí preferisco fare un paio di pause e farli passare avanti. Macché, si fermano pure loro...
Alla localitá pradei finalmente cammino su un sentiero. Ancora duecento metri di dislivello e mi trovo davanti un trivio per Cima, l'alpe Vecchio, l'alpe di Cima. Mi fermo. La ragazza, sorpresa dal cartello e dalla mia improvvisa sosta, finalmente mi avvicina e con un meraviglioso sorriso mi dice in italiano: -"e adesso? dove si va??"- Rispondo con altrettanto sorriso perché mi viene in mente la scena di Totó... "per andare dove dobbiamo andare, da che parte dobbiamo andare?" Ai piedi di lui un paio di mocassini scamosciati, lei almeno ha scarpette trek... ma per questo motivo suggerisco loro di tornare. In ogni modo spiego che sarebbe bello almeno raggiungere l'alpe Vecchio, anche perché siamo nel bosco e ancora il panorama non si é visto. Li lascio meditare e li precedo. Pochi metri e si apre una vista meravigliosa. Il sentiero é ora panoramicissimo, una vera goduria per almeno un km. Mi rammarico perché credo che abbiano desistito... e invece eccoli spuntare di nuovo al bivacco. -"É bellissimo!"- Mi grida lei con lo stesso sorriso di prima. Mi fa molto piacere perché si sono almeno goduti la parte migliore. Indico il sentiero di ritorno per Cima e ci salutiamo.
Oggi é tutto in ritardo.
Il mio scarno pranzo pasquale non avverrá prima delle 14 e sará sul monte Bronzone. Scarno di cibarie, ma ricchissimo per il contesto, una favola. Alle 15 si rannuvola e levo le tende dalla vetta.
Rientro all'alpe vecchio, poi diretto a Cima. Dal paese trovo un bel sentiero che evita la strada, parallelo ad essa, in parte rinnovato in prossimitá di un residence. Peró gli ultimi 100 metri, prima di arrivare alla pedonale che evita la galleria, sono impraticabili e mi costringono ad un ravano assurdo tra i rovi di un terreno privato a 10 m dalla statale.
Torna il sole e alle 17:00 ho in mano la coppa gelato d'asporto con frutti e panna!!!
Ps: inserisco la relazione nel gruppo "pusé bel del mund", con la speranza di non venire espulso dall'amministratore...
Mentre raggiungo Porlezza do uno sguardo sui monti, poi parcheggio a porto Letizia, il recente residence del Paese. Alle dieci passate passeggio lungo il lago, mi addentro nel centro storico e identifico la via di salita. Faccio una visita obbligatoria a S. Rocco, poi riprendo il ripido acciottolato per Palo e Pradei.
A distanza di una cinquantina di metri, dietro di me, vedo due figure, ma non ci faccio particolare caso. Dalla stradina ci sale qualche Pandino fino a raggiungere un paio di case molto panoramiche, piú avanti invece il percorso é cementato in maniera molto grezza, cosí da aumentare il grip anche a piedi. É davvero molto ripido e la salita toglie il fiato. I due dietro mantengono le distanze ma non mollano. Incuriosito, cerco di capire di chi si tratta. Sono una giovane coppia, lei senza zaino, sicuramente due turisti stranieri in vena di escursioni.
Nel frattempo il percorso si fa piú accidentato, non piú cemento ma sassi, tanti sassi. Scopriró piú in alto alcuni mezzi da lavoro che stanno allargando la strada, magari in futuro la renderanno percorribile a qualche Puch. Purtroppo per buona parte del percorso il panorama é assente e inizia a venirmi il dubbio di aver toppato. I due ragazzi sono sempre dietro, ma a debita distanza, cosí preferisco fare un paio di pause e farli passare avanti. Macché, si fermano pure loro...
Alla localitá pradei finalmente cammino su un sentiero. Ancora duecento metri di dislivello e mi trovo davanti un trivio per Cima, l'alpe Vecchio, l'alpe di Cima. Mi fermo. La ragazza, sorpresa dal cartello e dalla mia improvvisa sosta, finalmente mi avvicina e con un meraviglioso sorriso mi dice in italiano: -"e adesso? dove si va??"- Rispondo con altrettanto sorriso perché mi viene in mente la scena di Totó... "per andare dove dobbiamo andare, da che parte dobbiamo andare?" Ai piedi di lui un paio di mocassini scamosciati, lei almeno ha scarpette trek... ma per questo motivo suggerisco loro di tornare. In ogni modo spiego che sarebbe bello almeno raggiungere l'alpe Vecchio, anche perché siamo nel bosco e ancora il panorama non si é visto. Li lascio meditare e li precedo. Pochi metri e si apre una vista meravigliosa. Il sentiero é ora panoramicissimo, una vera goduria per almeno un km. Mi rammarico perché credo che abbiano desistito... e invece eccoli spuntare di nuovo al bivacco. -"É bellissimo!"- Mi grida lei con lo stesso sorriso di prima. Mi fa molto piacere perché si sono almeno goduti la parte migliore. Indico il sentiero di ritorno per Cima e ci salutiamo.
Oggi é tutto in ritardo.
Il mio scarno pranzo pasquale non avverrá prima delle 14 e sará sul monte Bronzone. Scarno di cibarie, ma ricchissimo per il contesto, una favola. Alle 15 si rannuvola e levo le tende dalla vetta.
Rientro all'alpe vecchio, poi diretto a Cima. Dal paese trovo un bel sentiero che evita la strada, parallelo ad essa, in parte rinnovato in prossimitá di un residence. Peró gli ultimi 100 metri, prima di arrivare alla pedonale che evita la galleria, sono impraticabili e mi costringono ad un ravano assurdo tra i rovi di un terreno privato a 10 m dalla statale.
Torna il sole e alle 17:00 ho in mano la coppa gelato d'asporto con frutti e panna!!!
Ps: inserisco la relazione nel gruppo "pusé bel del mund", con la speranza di non venire espulso dall'amministratore...
Tourengänger:
paolo aaeabe

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Kommentare (6)