Monte dei Pizzoni - 1303 m


Publiziert von paolo aaeabe , 12. Juni 2015 um 19:26.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:11 Juni 2015
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Aufstieg: 1000 m
Abstieg: 1000 m
Strecke:Cima, alpe vecchio, passo forcola, monte dei Pizzoni, ritorno
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Cima, svolta verso il santuario della Caravina, poi subito a destra, parcheggio della chiesa nel cimitero.
Unterkunftmöglichkeiten:bivacco Alpe Vecchio, sempre aperto.

Ricavo in una giornata feriale un po' di spazio per me e mi regalo una salita sul monte. Vedo spesso dalla val d'Intelvi questa parete particolarmente soleggiata e rivolta a ridosso della riva, da qui sembra un muro di mille metri che esce dall'acqua e domina il lago. La sua vetta, pur non essendo a quote elevate, ha tutti gli elementi per affascinare e sorprendere. Quindi decido, vado lì!
Lascio l'auto a Cima e inizio a salire. Il sentiero è sempre ben marcato fino in vetta, un po' meno nella parte iniziale. E' sempre molto ripido. C'è di buono che, nonostante il gran caldo, il rado bosco permette una fresca salita all'ombra e molti balconi naturali panoramici. Poco sotto il bivacco il bosco si fa di faggio, più fitto.
Salgo alla Forcola e devio per il Monte dei Pizzoni. Inizialmente il minuscolo sentierino è un traverso su prato ripido poi, raggiunta la cresta, ci mostra la prima occhiata alla cima: un vero siluro che mette un po' di preoccupazione e perplessità sulla sua ascesa. Il sentiero prosegue sulla sommità di un paio di canali ripidissimi e ci porta a nord del siluro, sulla destra abbiamo la val Solda e scende un po'. Ci sono un paio di passaggi, forse più scenografici che difficili, una cengia esposta da fare a quattro zampe e un caminetto dove è calata una corda doppia fissa. Il dubbio non è se tiene la corda, ma se tiene l'enorme sasso incastrato nelle rocce del camino dove la corda è avvolta...
Salgo un ripido canale protetto da rocce strapiombanti e mi trovo di nuovo in cresta, ma stavolta a ovest della vetta. Ancora qualche passaggio da fare con attenzione e sono in vetta.
Un panorama strepitoso!
Vorrei scendere ora a Drano e ritornare a Cima dal sentiero del Funtanin, ma il cielo si copre repentinamente e decido di tornare sui miei passi. Prima di arrivare all'auto mi sorprende una bella e piacevolissima pioggia fresca...

Nota: allego mappa e traccia GPS di una variante ad anello che ho percorso successivamente (in località Piso' non seguire il vecchio sentiero che va a perdersi nei boschi, ma scendere sul nuovo che segue una dorsale artificiale edificata a protezione delle frane)

Tourengänger: paolo aaeabe
Communities: Hikr in italiano


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 28243.gpx Variante ad anello percorsa successivamente

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Kommentare (10)


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danicomo hat gesagt:
Gesendet am 12. Juni 2015 um 19:35
Visto il meteo di domani e dopo, hai fatto bene e hai pure avuto un gran c...!
Ciao
Daniele

paolo aaeabe hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Juni 2015 um 09:46
Eh sí... ho dovuto cogliere l'attimo! Si prospetta un w.e. che piacerá sicuramente alle rane!
Ciao
Paolo

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 12. Juni 2015 um 21:17
Bello bellissimo...
Cima fatta non da molto, intrigante ed emozionante.
Giuste le considerazioni sulla corda e la roccia cui essa è appesa... finchè tiene... ma poi?

Ciao

paolo aaeabe hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Juni 2015 um 09:52
Concordo! Non solo per il panorama, ma anche per il divertente sentiero.
Avevo letto la tua relazione e anche se hai fatto un giro diverso mi ha dato l'idea del percorso.
Grazie, ciao,
Paolo

froloccone hat gesagt:
Gesendet am 13. Juni 2015 um 10:43
Bel giro !!!!!! Bravo!!!!! ALE

paolo aaeabe hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Juni 2015 um 12:45
Grazie Ale!
Ciao
Paolo

ivanbutti hat gesagt:
Gesendet am 13. Juni 2015 um 11:30
Bella Paolo; da tenere presente, anche se mi par di capire che è un percorso non da proboscidati.

Ciao, Ivan

paolo aaeabe hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. Juni 2015 um 12:46
Grazie Ivan! In effetti non é molto indicato ai proboscidati, ma ci potrebbero comunque provare: le alternative di sentiero sono tante e la zona merita in ogni caso!
Ciao
Paolo

Gesendet am 16. Juni 2015 um 09:53
Bravo Paolo, è un bel giro ... quello delle mezze-stagioni.
Una giusta dose di paesaggi e di adrenalina.
Ciao !


Il passaggio di Annibale sulle Alpi con gli elefanti avvenne nel 218 a.C.,: passò attraverso il Monginevro (secondo Livio, Sir Gavin de Beer, Gibbon, De Sanctis, Dennis Proctor) o sul Moncenisio (secondo Polibio, Napoleone Buonaparte). La traversata colse di sorpresa i Romani sia perché gli elefanti erano bestie praticamente sconosciute in Europa, sia perché l’impresa aveva del leggendario. L’obiettivo di Annibale era arrivare in Italia prima dell’inverno; arrivò alla sommità del passo sulle Alpi “nel momento in cui tramonta la costellazione delle Pleiadi”, quindi nell’ultima decade di ottobre, circa un mese dopo l’equinozio d’autunno. All’epoca passare le Alpi era possibile in pochi punti, il Brennero, il Piccolo San Bernardo ed il Monginevro (dove già erano passati i Galli per attaccare Roma, ad esempio l’attacco spesso ricordato come quello delle “oche del Campidoglio” è del 360 a.C.). La marcia fu senza dubbio dura (si doveva salire oltre i 2000 m), gli uomini ed animali già avevano percorso 1500 Km in quattro mesi, il percorso fu inoltre ostacolato dalla pioggia violenta e gelida, da venti impetuosi, dalla neve già caduta in settembre ed ottobre e dagli attacchi di alcuni gruppi locali. Sul valico Annibale secondo Polibio arrivò con soltanto 26mila uomini, 20mila fanti e 6mila cavalieri. Dei centomila partiti dalla Spagna, in sessantamila superarono i Pirenei, in cinquantamila superarono il Rodano per presentarsi alle pendici delle Alpi. Nella traversata quasi ventimila persero la vita (qualcuno degli storici ritiene falsato il numero delle persone partite dalla Spagna mentre sarebbe più corretto quello finale sulle Alpi). I 37 elefanti al seguito, passarono le Alpi raffreddati ed ansimanti da far spavento, ma tutti riuscirono a far scavalcare alle proprie cinque tonnellate la barriera delle Alpi. Però la loro vita durò poco, prima che l’anno finisse tutti morirono una volta arrivati alla pianura e all’inverno. Tutti escluso uno che rimase come superstite simbolico dell’impresa. Quando a fine novembre Annibale avanzò lungo la Valle del Po il clima era di tipo autunnale, salvo le nebbie notturne e qualche piovasco, l’aria fu percepita come ancora tiepida. Ma come era il clima in Italia all’epoca di Annibale? Secondo il generale inglese, Sir Gavin de Beer, che passò l’intera vita a studiare le mosse di Annibale sulle Alpi “la temperatura era forse un po’ più calda ma certamente non più fredda dei giorni nostri”. Dopo Annibale, per rivedere un elefante in Europa, sembra che occorrerà attendere il 799 d.C. quando un esemplare fu portato ad Aquisgrana come dono del califfo Harun-el-Rascid di Bagdad al Re dei Franchi Carlo Magno (dono al quale seguì la consegna delle chiavi del Santo Sepolcro). I fasti di Roma furono accompagnati da un clima generalmente mite, alcuni storici indicano proprio nel peggioramento delle condizioni meteorologiche una delle cause principali della decadenza dell’impero. E’ il caso dello storico inglese Edward Gibbon (1737-1793) nel suo testo “La storia della decadenza e caduta dell’impero romano”, ove si descrive il fattore climatico e l’incremento sensibile delle piene del Tevere (che resero in alcuni periodi non sicura la città e spinsero molti ad abbandonarla). Fu un peggioramento climatico a spingere i barbari verso i confini di Roma.


citazione

paolo aaeabe hat gesagt: RE:
Gesendet am 16. Juni 2015 um 18:44
Grazie Giorgio! In autunno mi riprometto di intraprendere un'impresa che farà storia: portare (o farmi portare...) un elefante in vetta al Monte dei Pizzoni!!
Speriamo solo... che sia consenziente! eh eh...
Ciao


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