Anello dell'Alpe La Loccia - Valle Anzasca
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Ritorno con Ferruccio in Valle Anzasca per cercare il fantomatico passaggio tra gli alpi La Loccia e L'Agarè. Diciamo subito che non abbiamo trovato un modo ragionevole per attraversare il profondo canale del Crotto di Borgone (e a questo punto comincio a dubitare seriamente che ce ne sia uno...) ma abbiamo comunque sfruttato la magnifica giornata salendo nei pascoli de La Loccia fino alla quota 1964 m, da dove si gode di uno splendido panorama, per poi scendere nella valle del Rio Lasino seguendo un sentiero segnalato che non ci aspettavamo di trovare...
Da Canfinello a La Loccia
Da Canfinello seguendo le indicazioni si raggiunge su un buon sentiero il terrazzo prativo dell'alpe Col. L'alpeggio è ancora utilizzato e in altre stagioni bisogna fare attenzione ai grossi pastori maremmani che presidiano le baite. Dall'Alpe Col, sempre su sentiero segnalato, si arriva a La Loccia, grande alpeggio abbandonato, posto sulla sommità di una parete rocciosa.
Da La Loccia al Crotto di Borgone
Tralasciando la mulattiera evidente che traversa in piano verso Nord per terminare su un ruscello - segno che era stata costruita solo per consentire l'accesso all'acqua - scendiamo nel bosco poggiando a destra (Nord) e, dopo un paio di tentativi, raggiungiamo il greto al di sopra di un salto del torrente, intorno ai 1400 m di quota. Il versante opposto si presenta roccioso e verticale. Per proseguire bisogna portarsi sotto il salto del torrente, arrampicando in discesa su rocce lisce, avendo come unico appiglio dei ciuffi d'erba.
Abbiamo le corde ma l'unico ancoraggio possibile è costituito da un cespuglio di ginepro. L'operazione sarebbe troppo rischiosa (in questo verso) e comunque incompatibile con qualunque idea di "vecchio sentiero".
Decidiamo quindi di rinunciare e ritorniamo a La Loccia.
Da La Loccia alla quota 1964 m
Dal rudere superiore de La Loccia, costruito addossato a una parete, un sentiero non segnalato traversa in direzione Nord e, con un breve tratto gradinato, giunge su un poggio panoramico, oltre il quale la traccia si perde. Senza difficoltà risaliamo con percorso libero quelli che un tempo erano pascoli per capre, fino ad una spalla erbosa nei pressi della quota 1964 m CNS.
Dalla quota 1964 m all'Alpe Briga
Discendiamo la dorsale per un breve tratto fino ad un poggio dove si trova una bandiera italiana, posta in cima ad un strapiombo (circa 1920 m). Qui un sentiero segnalato da nastri di plastica appesi ai larici e poi anche da segni rossi scende ripido a Nord fino al guado sul Rio Lasino di quota 1597 m, dove si incontra il sentiero principale che da Vanzone porta al Pizzo San Martino (indicazioni per la bandiera, per chi volesse percorrere il sentiero in senso contrario). Qui si può anche prendere un sentiero che traversa la destra idrografica del vallone e porta all'alpe Parela e quindi all'Alpe Col. Noi invece attraversiamo il torrente e, seguendo il sentiero principale in direzione di Vanzone, scendiamo all'Alpe Motto e quindi all'Alpe Briga, entrambi ancora utilizzati.
Da Briga a Col
Da Briga un sentiero non segnalato traversa verso Nord e poi incrocia una traccia che scende verso la diga sul Rio Lasino. Passati sulla destra idrografica, si scende inizialmente lungo la tubazione e, in corrispondenza ad una pianta con dei tagli, si traversa a destra (Ovest), uscendo su una piodata dove qualcuno ha lasciato una corda. Seguendo la condotta forzata in breve si arriva all'Alpe Col, dove si chiude l'anello.
Da Canfinello a La Loccia
Da Canfinello seguendo le indicazioni si raggiunge su un buon sentiero il terrazzo prativo dell'alpe Col. L'alpeggio è ancora utilizzato e in altre stagioni bisogna fare attenzione ai grossi pastori maremmani che presidiano le baite. Dall'Alpe Col, sempre su sentiero segnalato, si arriva a La Loccia, grande alpeggio abbandonato, posto sulla sommità di una parete rocciosa.
Da La Loccia al Crotto di Borgone
Tralasciando la mulattiera evidente che traversa in piano verso Nord per terminare su un ruscello - segno che era stata costruita solo per consentire l'accesso all'acqua - scendiamo nel bosco poggiando a destra (Nord) e, dopo un paio di tentativi, raggiungiamo il greto al di sopra di un salto del torrente, intorno ai 1400 m di quota. Il versante opposto si presenta roccioso e verticale. Per proseguire bisogna portarsi sotto il salto del torrente, arrampicando in discesa su rocce lisce, avendo come unico appiglio dei ciuffi d'erba.
Abbiamo le corde ma l'unico ancoraggio possibile è costituito da un cespuglio di ginepro. L'operazione sarebbe troppo rischiosa (in questo verso) e comunque incompatibile con qualunque idea di "vecchio sentiero".
Decidiamo quindi di rinunciare e ritorniamo a La Loccia.
Da La Loccia alla quota 1964 m
Dal rudere superiore de La Loccia, costruito addossato a una parete, un sentiero non segnalato traversa in direzione Nord e, con un breve tratto gradinato, giunge su un poggio panoramico, oltre il quale la traccia si perde. Senza difficoltà risaliamo con percorso libero quelli che un tempo erano pascoli per capre, fino ad una spalla erbosa nei pressi della quota 1964 m CNS.
Dalla quota 1964 m all'Alpe Briga
Discendiamo la dorsale per un breve tratto fino ad un poggio dove si trova una bandiera italiana, posta in cima ad un strapiombo (circa 1920 m). Qui un sentiero segnalato da nastri di plastica appesi ai larici e poi anche da segni rossi scende ripido a Nord fino al guado sul Rio Lasino di quota 1597 m, dove si incontra il sentiero principale che da Vanzone porta al Pizzo San Martino (indicazioni per la bandiera, per chi volesse percorrere il sentiero in senso contrario). Qui si può anche prendere un sentiero che traversa la destra idrografica del vallone e porta all'alpe Parela e quindi all'Alpe Col. Noi invece attraversiamo il torrente e, seguendo il sentiero principale in direzione di Vanzone, scendiamo all'Alpe Motto e quindi all'Alpe Briga, entrambi ancora utilizzati.
Da Briga a Col
Da Briga un sentiero non segnalato traversa verso Nord e poi incrocia una traccia che scende verso la diga sul Rio Lasino. Passati sulla destra idrografica, si scende inizialmente lungo la tubazione e, in corrispondenza ad una pianta con dei tagli, si traversa a destra (Ovest), uscendo su una piodata dove qualcuno ha lasciato una corda. Seguendo la condotta forzata in breve si arriva all'Alpe Col, dove si chiude l'anello.
Tourengänger:
atal

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