Gita acchiappabellezza al (e sul) Lago Vannino.
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La bellezza, si sa, come la gioia e come la libertà, richiede applicazione.
Questo pensiero è stato determinante per farmi alzare dal tepore, preparare quattro cose, mettermi in macchina e correre verso Canza in una mattina umida e nebbiosa.
Al parcheggio sono tra i primi, attraverso il ponte sul Toce, supero l'abitato e, con segnalazioni sempre evidenti, entro nel bosco dove una larga pista battuta sale con dolci tornanti sino al Sagersboden, dove arriva la seggiovia. Per questo tratto, con qualche taglio nel bosco, impiego un'ora in solitudine mentre al Sagersboden giungono copiosi sciatori, sci alpinisti e ciaspolatori.
Sempre con ottime indicazioni e sempre su un'autostrada di neve rasata dal gatto, affronto ora un tratto particolarmente ripido che in breve esce nel vallone del Vannino.
Eccola la sospirata bellezza, qualche tempo fa non sarebbe costata neanche tanta fatica.
Scelgo per una divagazione e, all'altezza di un pannello indicatore, svolto a sinistra in direzione del Rifugio Myriam. Scendo dunque ad attraversare il torrente su un ponte di neve e poi risalgo una breve erta che adduce ad un pianoro dove si trova il rifugio. Prima di questo, a destra mi dirigo verso nord per ricongiungermi più avanti al traccione abbandonato in precedenza.
Il Rifugio Margaroli è ormai in vista e in un chilometro lievemente ascendente ne raggiungo la base per infine affrontare un'erta che arriva alla porta della baita. Dalla partenza, due ore e mezza, con qualche pausa e un procedere rilassato.
La vista del lago Vannino ghiacciato ed innevato, circondato da magnifici monti, è davvero notevole. Complice la giornata meravigliosa (non una nuvola in cielo) verrebbe voglia di fermarsi qui in eterno.
Qualche sciatore sale verso il lago Sruer ma per me oggi non è cosa, tuttavia mi viene in mente che una passeggiata su un lago ghiacciato non l'ho mai fatta, pertanto, rapido, mi calo sullo stesso e lo percorro sino a circa la sua metà, in regime di gioia infinita. Là in mezzo, un puntino nero io nell'immenso bianco, mi fermo, faccio foto, mi siedo per terra e trovo pure il tempo per mangiare qualcosa.
Prima che i riflessi del bianco assoluto mi mandino alla brace, scelgo coscienziosamente di tornare al rifugio dal quale inizio la via di discesa rimanendo sull'autostrada bianca sino a Canza dove l'auto mi attende da cinque ore abbondanti.
L'unico tratto WT2 è quello relativo alla deviazione al Myriam, altrimenti facile e sicuro WT1 con la possibilità di poco dislivello se si decide di prendere la seggiovia: la ciaspolata perfetta per i neofiti anche se oggi gli attrezzi parevano addirittura superflui.
I tempi comprendono 30/40 minuti di pause complessive.
Sviluppo: 15 km circa; SE:23 km circa.
Questo pensiero è stato determinante per farmi alzare dal tepore, preparare quattro cose, mettermi in macchina e correre verso Canza in una mattina umida e nebbiosa.
Al parcheggio sono tra i primi, attraverso il ponte sul Toce, supero l'abitato e, con segnalazioni sempre evidenti, entro nel bosco dove una larga pista battuta sale con dolci tornanti sino al Sagersboden, dove arriva la seggiovia. Per questo tratto, con qualche taglio nel bosco, impiego un'ora in solitudine mentre al Sagersboden giungono copiosi sciatori, sci alpinisti e ciaspolatori.
Sempre con ottime indicazioni e sempre su un'autostrada di neve rasata dal gatto, affronto ora un tratto particolarmente ripido che in breve esce nel vallone del Vannino.
Eccola la sospirata bellezza, qualche tempo fa non sarebbe costata neanche tanta fatica.
Scelgo per una divagazione e, all'altezza di un pannello indicatore, svolto a sinistra in direzione del Rifugio Myriam. Scendo dunque ad attraversare il torrente su un ponte di neve e poi risalgo una breve erta che adduce ad un pianoro dove si trova il rifugio. Prima di questo, a destra mi dirigo verso nord per ricongiungermi più avanti al traccione abbandonato in precedenza.
Il Rifugio Margaroli è ormai in vista e in un chilometro lievemente ascendente ne raggiungo la base per infine affrontare un'erta che arriva alla porta della baita. Dalla partenza, due ore e mezza, con qualche pausa e un procedere rilassato.
La vista del lago Vannino ghiacciato ed innevato, circondato da magnifici monti, è davvero notevole. Complice la giornata meravigliosa (non una nuvola in cielo) verrebbe voglia di fermarsi qui in eterno.
Qualche sciatore sale verso il lago Sruer ma per me oggi non è cosa, tuttavia mi viene in mente che una passeggiata su un lago ghiacciato non l'ho mai fatta, pertanto, rapido, mi calo sullo stesso e lo percorro sino a circa la sua metà, in regime di gioia infinita. Là in mezzo, un puntino nero io nell'immenso bianco, mi fermo, faccio foto, mi siedo per terra e trovo pure il tempo per mangiare qualcosa.
Prima che i riflessi del bianco assoluto mi mandino alla brace, scelgo coscienziosamente di tornare al rifugio dal quale inizio la via di discesa rimanendo sull'autostrada bianca sino a Canza dove l'auto mi attende da cinque ore abbondanti.
L'unico tratto WT2 è quello relativo alla deviazione al Myriam, altrimenti facile e sicuro WT1 con la possibilità di poco dislivello se si decide di prendere la seggiovia: la ciaspolata perfetta per i neofiti anche se oggi gli attrezzi parevano addirittura superflui.
I tempi comprendono 30/40 minuti di pause complessive.
Sviluppo: 15 km circa; SE:23 km circa.
Tourengänger:
rochi

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