Aiarlo di Dentro (1484 m) e Còsta di Pèpa (1524 m)


Publiziert von siso , 11. November 2016 um 21:35.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum: 8 November 2016
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Poncione Piancascia 
Zeitbedarf: 6:45
Aufstieg: 1214 m
Strecke:Maggia (332 m) – Capela da la Pioda (476 m) – Ovia (530 m) – Sciresa (864 m) – Moronzolo (1093 m) – Capela dal Sc’opòo (1200 m) – Sc’opòo (1210 m) – Aiarlo (1383 m) – Aiarlo di Dentro (1484 m) – Còsta di Pèpa (1524 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Locarno – Losone – Ponte Brolla – Maggia.
Unterkunftmöglichkeiten:Maggia.
Kartennummer:C.N.S. No. 1292 – Maggia - 1:25000; C.N.S. No. 1312 – Locarno - 1:25000.

Seconda escursione consecutiva nel Comune di Maggia, questa volta sul versante sinistro della valle.

La forma dialettale del nome Maggia è Másgia. Per l’origine del toponimo, dando per acquisita la relazione tra il nome del comune e quello dell’intera valle, la bibliografia tende a concentrarsi sulla derivazione dall’aggettivo latino maior, maggiore. Corrisponde quindi a “valle maggiore” rispetto alle valli vicine, Onsernone, Centovalli e Verzasca.

La meta odierna, per la particolare organizzazione architettonica e territoriale è considerata oggettivamente uno dei più belli e pregevoli insediamenti montani del Cantone Ticino.

Fonte: Repertorio toponomastico ticinese – Maggia – Archivio di Stato Bellinzona, 2000.
 

Inizio dell’escursione: ore 8:25

Fine dell’escursione: ore 15:15

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1010 hPa

Isoterma di 0°C alle 9.00: 900 m

Temperatura alla partenza: -0,5°C

Temperatura al rientro: 6°C

Velocità media del vento: 0 km/h

Sorgere del sole: 7.16

Tramonto del sole: 17.00 
 

Per la prima volta nella stagione parto con una temperatura al di sotto degli zero gradi. Il fatto è sorprendente, se si pensa che la quota di partenza è di soli 330 m. Lasciata l’auto nei pressi della Casa comunale, mi avvio verso la Valle del Salto, alle spalle del nucleo del villaggio. Constato che anche qui, così come a Moghegno, lo stradario è in dialetto. La scelta sarà rispettosa delle tradizioni del paese, tuttavia non mi sembra molto funzionale. Lo stradario è infatti uno strumento che non serve alle persone residenti in un dato luogo, ma a chi proviene dall’esterno, e in particolare ai servizi di soccorso come l’ambulanza, la polizia e i pompieri, come pure a ditte di consegna a domicilio, considerando anche il sempre maggior utilizzo della tecnologia satellitare. Suppongo che persino i residenti parlanti il dialetto siano un po’ in difficoltà con gli accenti, a volte acuti, a volte gravi, con le dieresi e via dicendo.

 

Seguo dapprima la Caraa dal Gign, passo dalla Gesgiòla (chiesuola), percorro la Stráda da Mónt, nella zona detta in Campii, e affronto la lunga e antica scalinata che sale in direzione della Capèla dala Samaritana e della Capèla dala Piòda, circondata da vigneti terrazzati, recintati da muri a secco, i rünch.

La Cappella di Santa Maria della Pioda o della Cascata è preceduta da un piccolo portico e racchiude all’interno alcuni affreschi, uno dei quali potrebbe risalire alla fine del secolo XV. Il tempietto, una costruzione tardomedioevale alla quale è stato aggiunto il portico nel 1713, ha subìto alcuni restauri e varie ridipinture nel 1735. Nella nicchia c’è un affresco tardogotico nello stile della Bottega dei Seregnesi: Madonna in trono con i Santi Pietro, Giovanni Battista, Antonio Eremita e santo ignoto.

Particolarmente curioso, sopra l’arcata, è l’affresco con una raffigurazione di un Cristo a tre teste, considerata una rappresentazione blasfema, databile intorno al 1715, in epoca post conciliare. 
Sulla volta della nicchia è dipinta una colomba dello Spirito Santo attorniata da volti di santi del secolo XVIII.

Dalla cappella, ubicata in posizione panoramica, il percorso continua lungo la spettacolare Scalináda dal Nición, opera di Giovanni Garzoli (1821 – 1909), detto Nición, su su fino al maggengo Òvia (530 m). La stalla di questo monte, che porta la data “1890”, è stata ristrutturata e trasformata in casa di vacanza. Continuo in un bosco misto di latifoglie per ulteriori 40 minuti fino allo splendido terrazzo che ospita il monte Sciresa (864 m), Scirésgia in dialetto. Il proprietario dimostra di avere una cura impeccabile per il proprio alpeggio, quasi maniacale: onore a lui!

Il tratto successivo del sentiero, falciato, si sviluppa su un costone che separa la Valle del Salto dal fondovalle valmaggese. Osservo con ammirazione dei rigogliosi cespugli di vischio (Viscum album), sorprendentemente a portata di mano. Li fotografo, ma con doveroso rispetto manco li sfioro! Il vischio porta più fortuna sui rami degli alberi che non sull’uscio di casa.

È solo negli ultimi metri che si scorge la Capela dal Sc’opòo (1200 m), una bella cappella costruita sull’orlo superiore di un precipizio. Il sentiero passa davanti all’edicola votiva, ad un passo dal baratro; non ci sono protezioni. Il pensiero corre agli alpigiani che salivano ai monti con le loro greggi. La vita doveva essere molto dura. Non per caso, all’inizio del Novecento l’aspettativa di vita di questi alpigiani era di 41 anni per gli uomini e 45 per le donne.

 

Una breve deviazione mi permette di vedere il piccolo monte al Sc’opòo, Stiopoo sul Piano corografico del Ticino, che comprende due cascine e un edificio diroccato su un promontorio pianeggiante con bella vista sulla parte bassa della Valle Maggia.

Aiarlo (1383 m) è ormai a soli venti minuti di cammino. È il monte più esteso della gita odierna: comprende parecchi agglomerati distribuiti a varie quote tra 1350 e 1500 m. Tutti i prati erano circondati da muri a secco (i ciudint, singolare ciudinta, nella varietà dialettale locale). Il fieno prodotto era convogliato in paese ricorrendo a fili a sbalzo. Il 6 settembre 1892 un comitato diede vita ad una “Società del filo”, la quale decise l’edificazione di una linea da Aiárn fino al piano, in località Campii (Campiglio), nella parte settentrionale dell’abitato, corrispondente al nucleo originario di Maggia. Il tragitto era articolato in 7 tracce e realizzato con il bordione di un diametro dai 6 ai 14 mm. A quei tempi le cordine metalliche flessibili erano ancora sconosciute. Fu caricato l’ultima volta da una famiglia Magistocchi negli anni 1955-1956. 

Vedo numerose baite, ben tenute, utilizzate come case di vacanza. L’ultimo tratto per raggiungere il corte superiore del monte si sviluppa con pendenza modesta in un bosco di larici, sul versante sinistro della Valle di Ringio. All’uscita dal bosco rimango stupito di fronte alla dozzina di rustici che cingono la cappella, quest’ultima con una forma bellissima: potrebbe essere stata disegnata da un architetto di grido, contemporaneo. Un sentiero delimitato da muri a secco mi guida all’agglomerato chiamato dagli alpigiani “Cürt d’Int”, ciò che corrisponde ad Aiarlo di Dentro (1484 m). Non ci sono parole per descrivere la poesia di questi dodici stabili, in parte ristrutturati: è un pregevole nucleo da tutelare!

 

                                                   Aiarlo di Dentro (1484 m)
 

La cappella contiene un affresco di Giovanni Antonio Vanoni (1810-1886), l’artista noto soprattutto per gli ex-voto conservati nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Maggia e nel santuario della Madonna del Sasso ad Orselina.
Le baite sono rivolte a SW, guardano la Còsta di Pèpa (1524 m), un promontorio sulla cui cresta svetta un omone di pietra. Lo raggiungo in dieci minuti di cammino, dapprima su pascolo, in seguito fra cespugli di rododendri e cespi di graminacee ad alto fusto. Il panorama è avvincente! Me lo godo per mezz’ora, scattando foto in tutte le direzioni.

Non c`è il libro di vetta. Non rinuncio tuttavia ai saluti agli amici di Hikr.org e alla perla di saggezza odierna:

C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce.

Leonard Cohen.

Potrebbe significare che la vita è un bicchiere mezzo pieno, comunque lascio ai lettori la libertà di interpretare questa citazione come meglio credono. 

La giornata è estremamente limpida ed enfatizza i colori autunnali. La discesa a valle, molto piacevole, è volutamente lenta per poter godere appieno i benefici dell’escursione. All’altezza della Cappella della Pioda, verso le 14:50, mi immergo nell’ombra invernale della Bassa Vallemaggia; ombra che sarà rischiarata nel nucleo di Maggia dall’acquisto di un panettone artigianale, privo di conservanti, recentemente premiato come il migliore della Svizzera italiana.

 

Escursione ai monti sopra Maggia, su un percorso che si snoda tra ricchezze paesaggistiche, architettoniche, storiche e culturali. Imperdibile l’agglomerato Aiarlo di Dentro. 

 

Tempo di salita: 3 h 30 min

Tempo totale: 6 h 50 min

Tempi parziali

Maggia (332 m) – Capèla dala Piòda (476 m): 25 min

Capèla dala Piòda (476 m) – Sciresa (864 m): 50 min

Sciresa (864 m) – Sc’opòo (1210 m): 1 h

Sc’opòo (1210 m) – Aiarlo (1383 m): 25 min

Aiarlo (1383 m) – Aiarlo di Dentro (1484 m): 30 min

Aiarlo di Dentro (1484 m) – Còsta di Pèpa (1524 m): 10 min

Còsta di Pèpa (1524 m) – Maggia (332 m): 2 h 40 min

Dislivello in salita: 1214 m

Sviluppo complessivo: 10,4 km

Difficoltà: T2

Coordinate Aiarlo di Dentro: 700'446/122'804

Copertura della rete cellulare: Swisscom buona

Libro di vetta: no


Tourengänger: siso


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (9)


Kommentar hinzufügen

blepori hat gesagt:
Gesendet am 12. November 2016 um 17:00
Bella relazione, grazie davvero, anche per le note storiche e artistiche. Tutta quel fianco della Vallemaggia e pieno di alpeggi in posizione solatii, posti per bei giri fuori stagione. Ciao Benedetto

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 12. November 2016 um 17:23
Grazie a te Benedetto per l'attenzione!
In effetti, sto scoprendo solo ora queste meraviglie... non è mai troppo tardi.
Ciao,
siso.

blepori hat gesagt:
Gesendet am 12. November 2016 um 18:22
Altri bei posti sono gli alpeggi alti di Gordevio, il fianco del Morisciöö fra Maggia e Coglio e il fianco della punta di Spluga da Giumaglio verso Nord, tutti molto belli e solatii. E per i più audaci, una chicca, la valle di Laor http://www.hikr.org/tour/post87694.html. Ciao Benedetto

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 12. November 2016 um 23:12
Bellissima zona e bei panorami nevosi.
Ciao

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. November 2016 um 09:44
In effetti la neve è arrivata, non credo che basti per una sciata, tuttavia per una racchettata sicuramente.
Ciao, buona domenica!
siso

GIBI hat gesagt:
Gesendet am 16. November 2016 um 00:06
Bravo Siso,

bel giro, l'abitato di Aiarlo ho potuto solo velocemente ammirarlo nel ritorno dalla Cap. Nimi oramai ben due anni fa però se si vuole approfondire la bellezza dei luoghi bisogna fare come stai facendo tu senza puntare sempre a cime e capanne che oramai ben conosciamo ma dedicando più tempo a luoghi che hanno una loro storia che è bello ed interessante conoscere !

ciao Giorgio

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 16. November 2016 um 11:50
Parole sacrosante! La montagna non è solo natura e performance atletica per allenare i muscoli o per ostentare la propria vigoria fisica. Alcune valli offrono anche degli stimoli antropologici e toponomastici degni del nostro interesse.
Grazie per l'attenzione, a presto!
siso.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 16. November 2016 um 19:29
Soliti complimenti per la gita ma anche per la relazione interessante. Bella anche la perla di saggezza citando un grande scomparso L.Cohen

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. November 2016 um 09:26
Grazie Giulio, per l'attiva partecipazione e per la condivisione di queste meraviglie delle nostre montagne.
Ciao,
siso.


Kommentar hinzufügen»