Moghegno (317 m) – Cortone (1140 m) – Piano (1280 m)


Publiziert von siso , 2. November 2016 um 21:35.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:31 Oktober 2016
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Cramalina 
Zeitbedarf: 6:30
Aufstieg: 993 m
Strecke:Parcheggio Moghegno (315 m) – Madruna (879 m) – Cortone (1140 m) – Taciallo (1185 m) – Bolle (1260 m) – Piano (1280 m) – Cortone (1140 m) – Madruna (879 m) – Al Piégn (695 m) – La Caváda (575 m) – Mulitt (407 m) – Moghegno (317 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Locarno – Losone – Intragna – Cavagnago – Valle Onsernone – Spruga.
Unterkunftmöglichkeiten:Moghegno.
Kartennummer:C.N.S. No. 1292 – Maggia - 1:25000; C.N.S. No. 1312 – Locarno - 1:25000.

Escursione nella Bassa Vallemaggia con partenza dal bel paese di Moghegno, che a dispetto della sua bassa altitudine, 317 m, possiede case in pietra viva e persino due torbe, edifici che normalmente si trovano nelle località montane.

I Moghegnesi hanno da sempre frequentato i monti soprastanti, dapprima come alpigiani, attualmente soprattutto per passare qualche momento di svago in un’oasi di pace di straordinaria bellezza. Una strada non asfaltata del patriziato, lunga sette chilometri e in ottimo stato, permette agli autorizzati di raggiungere in auto i maggenghi di Madruna, Cortone e Taciallo. Bolla e Piano, adagiati su un terrazzo più elevato, sono raggiungibili solo a piedi, ma sono collegati con teleferiche per il trasporto del materiale.

 

Inizio dell’escursione: ore 8:05

Fine dell’escursione: ore 14:35

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1025 hPa

Isoterma di 0°C alle 9.00: 3400 m

Temperatura alla partenza: 3,5°C

Temperatura al rientro: 13°C

Velocità media del vento: 0 km/h

Sorgere del sole: 7.04

Tramonto del sole: 17.11

 

Questa notte si è tornati all’ora solare: per questo motivo arrivo al punto di partenza della gita con più luce del solito. Parcheggio di fianco al campo di calcio di Moghegno, presso la golena della Maggia, e mi preparo come sempre alla camminata regolando altimetro e navigatore satellitare, cercando la quota esatta, che spesso non è a portata di mano. Attraverso il silenzioso nucleo e per intuito mi immetto su un ripido sentiero che sale a nord-ovest del villaggio fra castagni secolari. In tutte le mie gite, non mi è mai capitato di trovare così tante castagne sul sentiero come oggi. Qui il cinipide galligeno non ha creato danni. Ho visto quintali e quintali di sanissime castagne, in buona parte già sgusciate dal riccio, abbandonate in loco alla mercé del tempo cronologico e meteorologico.

Come sono cambiati i tempi per “l’albero del pane”!

Per secoli, in valle, si raccoglievano sistematicamente le castagne con l’aiuto di ramazze, rastrelli e speciali molle ottenute da un ramo biforcuto: non un solo frutto doveva andare perso. Dalla raccolta delle castagne dipendeva l’alimentazione di tutti nei lunghi mesi dell’autunno e dell’inverno e l’allevamento di non pochi animali domestici, come maiali, galline e anche bovini, ai quali si davano pastoni di castagne e crusca.

Un’ulteriore caratteristica di questo sentiero è la presenza di cappelle votive, in quantità superiore rispetto ad altre regioni del Ticino. Anche qui gli atti di “vandalismo iconoclastico” sono frequenti. Ho visto numerose scritte, recenti e non, addirittura sul volto della Madonna, dei santi e dei putti.

Il primo maggengo che si incontra, dopo un’ora e venti minuti di cammino è Madruna (879 m). Si tratta di un piccolo terrazzo con una decina di baite in pietra, che gode di una bella vista sulle località di Maggia, Lodano, Coglio, Giumaglio e Someo.

Il tratto successivo del sentiero si sviluppa in un castagneto: anche qui i frutti non raccolti sono in quantità industriale. Evidentemente il sentiero è poco frequentato, visto che i proprietari delle baite salgono ai monti utilizzando la strada del patriziato. Sarà per questo motivo che in questa zona su alcuni rustici vedo la scritta “vendonsi” o “vendesi”.

Dopo 2 h e 5 min di cammino arrivo alle malghe inferiori di Cortone. Non ci sono né animali né alpigiani. Vedo un solo operaio, che sta riattando una baita. C’è comunque da rimanere a bocca aperta di fronte ai rustici di questo maggengo. Il paesaggio, ingentilito dal bel sole e dai colori autunnali, è di straordinaria bellezza. Scatto foto in continuazione e osservo meravigliato l’armonia dei muri dei rustici: non c’è una pietra che stoni!

Dal punto di vista fotografico è un vantaggio che non ci siano persone, perché di conseguenza mancano anche le auto, che “guasterebbero” le foto.

                                                  Cortone (1140 m)

Da Cortone mi porto fino all’agglomerato Taciallo (1185 m), che dista circa 700 m. Si tratta di un maggengo il cui toponimo deriva dal latino “tectum”, ossia tetto, qui con il significato di stalla. Alcune stalle sono state ristrutturate e trasformate in bellissimi rustici di vacanza, con le immancabili panchine, i tavoli in pietra, la bandiera, la griglia e persino lo stagno. Niente di kitsch, anzi direi che è un modo intelligente per far rivivere i maggenghi ed evitare il crollo delle baite.

Proseguo la perlustrazione salendo al terrazzo successivo, un centinaio di metri più in alto, che ospita altri due nuclei: Bolle (1260 m) e Piano (1274 m). Anche questi presentano baite armoniose, ben proporzionate e al momento disabitate. Il pascolo è reso più bello dalla presenza di qualche sporadica betulla e da alcune ginestre.

Volendo, da qui si potrebbe continuare la camminata verso Piano di Sopra (1651 m), Puncio (1854 m), Madone (2018 m), Pizzo Peloso (2018 m), …

Può bastare così; mi ritengo appagato e decido di tornare a valle seguendo parzialmente la strada del patriziato, dopo aver raccolto un sacchetto di castagne: la tentazione è troppo forte. Raggiunto il fondovalle visito il nucleo di Moghegno. Rimango incantato dal vecchio lavatoio: uno tra i più belli che abbia mai visto in Ticino. Constato che le lavandaie erano costrette a lavare i panni inginocchiate… altri tempi!

Il “ginocchio da lavandaia” ha conquistato un posto nei libri di ortopedia molto prima del “gomito da tennista”...

Del resto, il termine è molto più comprensibile del medichese “borsite prepatellare”.

 

Escursione ai monti di Moghegno, nella Valle di Lareccio, su bellissimi alpeggi per capre, dove in estate si producono formaggelle e formaggini. Le baite, di ottima fattura, sono ben conservate e in armonia con l’ambiente.

 

Tempo di salita: 3 h 25 min

Tempo totale: 6 h 30 min

Tempi parziali

Parcheggio Moghegno (315 m) – Madruna (879 m): 1 h 20 min

Madruna (879 m) – Cortone (1140 m): 1 h

Cortone (1140 m) – Taciallo (1185 m): 20 min

Taciallo (1185 m) – Piano (1280 m): 45 min

Dislivello in salita: 993 m

Sviluppo complessivo: 13,5 km

Difficoltà: T2

Coordinate Piano: 696'068/121'286

Copertura della rete cellulare: Swisscom buona

Libro di vetta: no

Tourengänger: siso


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Kommentare (6)


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tignoelino hat gesagt:
Gesendet am 2. November 2016 um 22:04
Uno scrittore nato: bello leggere i Tuoi romanzi.
ciao,siso.
roby

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. November 2016 um 10:02
Troppo buono roby...
diventerà un best seller!
Ciao,
siso.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 3. November 2016 um 14:30
Bella escursione Siso. Speriamo che gomito del tennista e ginocchio della lavandaia con contagino anche noi climber e hiker :):):)

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. November 2016 um 16:29
Per chi come noi è abituato a portare zaini pesanti, ci sono sempre in agguato la cifoscoliosi o la lordosi...
:-).

GIBI hat gesagt:
Gesendet am 4. November 2016 um 17:05
la dimostrazione che per godere delle bellezze della Valle Maggia non è sempre necessario percorrere l'Alta Via ma ci sono luoghi pieni di interesse anche a quote più facilmente raggiungibili !

bravo Siso

ciao Giorgio

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. November 2016 um 17:09
Hai pienamente ragione; la sto scoprendo solo ora sia dal punto di vista naturalistico che storico e artistico.
Ciao Giorgio, a presto!
siso.


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