In tutte le mie gite, non mi è mai capitato di trovare così tante castagne sul sentiero come oggi. Qui il cinipide galligeno non ha creato danni. Ho visto quintali e quintali di sanissime castagne, in buona parte già sgusciate dal riccio, abbandonate in loco alla mercé del tempo cronologico e meteorologico.
Come sono cambiati i tempi per “l’albero del pane”!
Per secoli, in valle, si raccoglievano sistematicamente le castagne con l’aiuto di ramazze, rastrelli e speciali molle ottenute da un ramo biforcuto: non un solo frutto doveva andare perso. Dalla raccolta delle castagne dipendeva l’alimentazione di tutti nei lunghi mesi dell’autunno e dell’inverno e l’allevamento di non pochi animali domestici, come maiali, galline e anche bovini, ai quali si davano pastoni di castagne e crusca.

 
 

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