Cima Tre Croci Mt.1876
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Finalmente, dopo un lungo periodo di inattività, dovuta al meteo e a impegni familiari, si riparte.
Visto la splendida meteo decidiamo per un giro facile ma lungo: la Cima Tre Croci che si trova nella bassa Valle Ossola sulla dorsale del Monte Massone, su di essa, a dispetto del nome, si trova una sola croce metallica, situata qualche metro al di sotto del punto culminante.
La salita, è senza difficoltà alcuna, ma con un percorso abbastanza lungo che si sviluppa per oltre 17 km.
Un'escursione attraverso bei boschi di faggi e di castagni, si passano poi belle baite ed alpeggi molto ben tenuti e ristrutturati.
Si parte dal Santuario della Madonna del Boden, sopra Ornavasso, dal posteggio ci si incammina sulla strada asfaltata alla sinistra del Santuario e subito dopo, si trova un bivio segnalato dalle paline al quale si svolta a destra per risalire un’altra stradina.
Al termine di quest’ultima ci si inoltra nella bella faggeta e si superano dapprima le baite diroccate di Bodahirmi e successivamente si lasciano alla destra un paio di abitazioni in corrispondenza di un bivio al quale si rimane sulla sinistra proseguendo verso una croce in pietra ben visibile in fondo alla mulattiera.
Oltrepassato un rudimentale steccato si trova un’altra baita sulla sinistra e, dopo di questa, il bosco si dirada un po’ e si passa sotto le case di Grobo dove si devia sulla sinistra, in seguito si ignora dapprima un sentiero che si stacca sulla sinistra e sempre camminando sull’evidente mulattiera si arriva all’alpeggio di Frasmatta, da qui si prosegue tra le case giungendo a quella superiore, la Cà d’Arula, in corrispondenza della quale c’è un bivio segnalato da paline.
Qui si devia a sinistra camminando ora su una stretta stradina asfaltata dove, superata un’isolata fontana, si passano le belle baite di Mot Twergi e, poco più oltre, si giunge alla palina situata all’alpeggio di Scirombei.
Sul percorso si arriva a Bogalti dove, trovando sulla destra una mulattiera che sale nel bosco e alla sinistra una chiesetta, si prosegue sempre sulla stradina.
Arrivati al bell’alpeggio di Corte Mezzo lo si supera lasciando successivamente alla sinistra il sentiero che prosegue per Germer e giungendo ad un caratteristico arco in legno da cui inizia il sentiero per Cortevecchio. Raggiunte in breve le belle e panoramiche baite di Cortevecchio le si attraversano portandosi nella parte superiore dove, incrociata una sterrata, si arriva subito al rifugio Brusa Perona Renato, da qui si può dire che abbiamo cominciato a tribolare, perché seguendo le indicazioni trovate in internet ci siamo ritrovati su di un sentiero con gente che andava verso il Monte Massone.
Abbiamo pensato che si potesse ricongiungere con quello per la Cima Tre Croci, ma poi, dubitando di questo, siamo ritornati all’alpe Cortevecchio per imboccare la sterrata che poi ci porterà alle baite di Rossombolmo: da qui si inizia la risalita del tratto finale.
Il tracciato ci fa superare delle frane di pietre e poi riprende la salita sul pendio di erba olina con andamento regolare.
Si passa anche un rudere, resto della linea Cadorna, si compiono ancora alcuni tornanti per poi raggiungere la panoramica croce ubicata qualche metro al di sotto del punto più alto e panoramico.
Da qui si può godere di un bellissimo panorama: dal massiccio del Rosa passando per i numerosi “4000″ di Saas Fee, il Monte Leone con le vette del Sempione i picchi della Valgrande, il lago di Mergozzo e il lago Maggiore.
In discesa approfittiamo dei bei castagneti per raccogliere castagne che troviamo numerose sotto lo baite di Grobo ( indicazione per chi dovesse passare di lì, però il prossimo anno, perché ormai con il ns. bottino di 6Kg ne abbiamo lasciate ben poche…....!!!!!!!).
Tutto bello, tutto perfetto... la vista sui monti.... sul lago Maggiore…solo un velo di tristezza nel vedere che alcune baite, tra le tante incontrate negli alpeggi, sono state messe in vendita e ormai sono intaccate dall'incuria e dal tempo che passa.
Non conosco la storia che c'è dietro ad ogni casa, i motivi che spingono a vendere case in posizione invidiabile sul lago Maggiore.
Sicuramente insieme alle cose viste oggi ricorderò una piccola statuetta posizionata sul pilastro di un cancello di una casa anch’essa messa in vendita, è una statua molte semplice che raffigura un cane, messo a guardia della casa, vicino alla sua padrona in abiti contadini….
Ormai sono sbiaditi dal tempo e nessuno li guarda più, testimoniamo un passato lontano, che mi auguro non venga seppellito per sempre.
Nadia
Visto la splendida meteo decidiamo per un giro facile ma lungo: la Cima Tre Croci che si trova nella bassa Valle Ossola sulla dorsale del Monte Massone, su di essa, a dispetto del nome, si trova una sola croce metallica, situata qualche metro al di sotto del punto culminante.
La salita, è senza difficoltà alcuna, ma con un percorso abbastanza lungo che si sviluppa per oltre 17 km.
Un'escursione attraverso bei boschi di faggi e di castagni, si passano poi belle baite ed alpeggi molto ben tenuti e ristrutturati.
Si parte dal Santuario della Madonna del Boden, sopra Ornavasso, dal posteggio ci si incammina sulla strada asfaltata alla sinistra del Santuario e subito dopo, si trova un bivio segnalato dalle paline al quale si svolta a destra per risalire un’altra stradina.
Al termine di quest’ultima ci si inoltra nella bella faggeta e si superano dapprima le baite diroccate di Bodahirmi e successivamente si lasciano alla destra un paio di abitazioni in corrispondenza di un bivio al quale si rimane sulla sinistra proseguendo verso una croce in pietra ben visibile in fondo alla mulattiera.
Oltrepassato un rudimentale steccato si trova un’altra baita sulla sinistra e, dopo di questa, il bosco si dirada un po’ e si passa sotto le case di Grobo dove si devia sulla sinistra, in seguito si ignora dapprima un sentiero che si stacca sulla sinistra e sempre camminando sull’evidente mulattiera si arriva all’alpeggio di Frasmatta, da qui si prosegue tra le case giungendo a quella superiore, la Cà d’Arula, in corrispondenza della quale c’è un bivio segnalato da paline.
Qui si devia a sinistra camminando ora su una stretta stradina asfaltata dove, superata un’isolata fontana, si passano le belle baite di Mot Twergi e, poco più oltre, si giunge alla palina situata all’alpeggio di Scirombei.
Sul percorso si arriva a Bogalti dove, trovando sulla destra una mulattiera che sale nel bosco e alla sinistra una chiesetta, si prosegue sempre sulla stradina.
Arrivati al bell’alpeggio di Corte Mezzo lo si supera lasciando successivamente alla sinistra il sentiero che prosegue per Germer e giungendo ad un caratteristico arco in legno da cui inizia il sentiero per Cortevecchio. Raggiunte in breve le belle e panoramiche baite di Cortevecchio le si attraversano portandosi nella parte superiore dove, incrociata una sterrata, si arriva subito al rifugio Brusa Perona Renato, da qui si può dire che abbiamo cominciato a tribolare, perché seguendo le indicazioni trovate in internet ci siamo ritrovati su di un sentiero con gente che andava verso il Monte Massone.
Abbiamo pensato che si potesse ricongiungere con quello per la Cima Tre Croci, ma poi, dubitando di questo, siamo ritornati all’alpe Cortevecchio per imboccare la sterrata che poi ci porterà alle baite di Rossombolmo: da qui si inizia la risalita del tratto finale.
Il tracciato ci fa superare delle frane di pietre e poi riprende la salita sul pendio di erba olina con andamento regolare.
Si passa anche un rudere, resto della linea Cadorna, si compiono ancora alcuni tornanti per poi raggiungere la panoramica croce ubicata qualche metro al di sotto del punto più alto e panoramico.
Da qui si può godere di un bellissimo panorama: dal massiccio del Rosa passando per i numerosi “4000″ di Saas Fee, il Monte Leone con le vette del Sempione i picchi della Valgrande, il lago di Mergozzo e il lago Maggiore.
In discesa approfittiamo dei bei castagneti per raccogliere castagne che troviamo numerose sotto lo baite di Grobo ( indicazione per chi dovesse passare di lì, però il prossimo anno, perché ormai con il ns. bottino di 6Kg ne abbiamo lasciate ben poche…....!!!!!!!).
Tutto bello, tutto perfetto... la vista sui monti.... sul lago Maggiore…solo un velo di tristezza nel vedere che alcune baite, tra le tante incontrate negli alpeggi, sono state messe in vendita e ormai sono intaccate dall'incuria e dal tempo che passa.
Non conosco la storia che c'è dietro ad ogni casa, i motivi che spingono a vendere case in posizione invidiabile sul lago Maggiore.
Sicuramente insieme alle cose viste oggi ricorderò una piccola statuetta posizionata sul pilastro di un cancello di una casa anch’essa messa in vendita, è una statua molte semplice che raffigura un cane, messo a guardia della casa, vicino alla sua padrona in abiti contadini….
Ormai sono sbiaditi dal tempo e nessuno li guarda più, testimoniamo un passato lontano, che mi auguro non venga seppellito per sempre.
Nadia
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