Scais da Fiumenero con pernotto al Brunone
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In ormai oltre venti anni che vado in giro a zonzo per i monti, non ho quasi mai fatto alpinismo. Molto saltuariamente e con risultati deplorevoli.
Da un pò di tempo però con l'obiettivo di alzare il livello delle gite con gli sci, ho capito che prescindere da questa bella attività può essere alla lunga una pecca.
Così ho chiesto a Fabio, che è sempre li pronto tra corde, friend, picozze, ramponi per l'ingaggio che la mia panza disdegna, di "portarmi" su allo Scais.
E' l'ultimo dei tremila obbrobrici che mancava nel mio limitato palmares: e mancava perchè effettivamente la via normale ha ben poco a che vedere con quelle del Coca e del Redorta. Qui è un bel gradino sopra. non si scherza mica.
Siam partiti in vespa io da Milano, lui da Albino e sabato sera sotto una pioggerellina da bruma abbiamo trovato conforto al Brunone dove abbiamo scambiato quattro balle con il rifugista che è per me davvero un grande. Uno con tanto entusiasmo e che ha un modo di concepire l'andare per monti simile al nostro: "mi piace perdermi, non avere orari". Come noi insomma: gnocchi a mezzogiorno, itinerari frequentati, morose-moglie insofferenti, compagni che hanno fretto: alla larga.
La mattina dopo guadagniamo velocemente la vedretta: la neve è portante e bella dura. I ramponi non guastano e neanche la pica per risalire il pendio ripido al termine del quale c'è il camino Baroni.
Anche nel camino purtroppo però c'è ancora un bel po di neve e a togliere i ramponi non è che ci fidiamo tanto. Così Fabio che tira tutto (per tutta la gita) da primo sale comunque agevole. Io meno, ma non mollo mica. Sulla placca della piodessa procediamo legati e Fabio è un treno.
Poi dalla vetta senza tanti convenevoli iniziamo il ritorno. Doppie e faccia a monte sui tratti nevosi del pendio di accesso. Poi giù verso il Brunone senza pietà e belli easy. Qui mangiamo una cosa e tiriamo ancora qualche chiacchera con il boss gestore; per il rientro a Fiumenero ce la prendiamo comoda, senza ansie e con calma che l'estate è appena iniziata e sarebbe un peccato farsi del male; della medaglia per arrivare alla vespa in 2 ore scarse non so che farmene.
Morale: mi è piaciuto di brutto sto giro in val Seriana che è poi la valle dove vive metà della mia famiglia. Anche impratichirmi un pelo su rocce, fasciumi e ramponi; superfluo precisarlo: persone incontrate, nessuna.
Da un pò di tempo però con l'obiettivo di alzare il livello delle gite con gli sci, ho capito che prescindere da questa bella attività può essere alla lunga una pecca.
Così ho chiesto a Fabio, che è sempre li pronto tra corde, friend, picozze, ramponi per l'ingaggio che la mia panza disdegna, di "portarmi" su allo Scais.
E' l'ultimo dei tremila obbrobrici che mancava nel mio limitato palmares: e mancava perchè effettivamente la via normale ha ben poco a che vedere con quelle del Coca e del Redorta. Qui è un bel gradino sopra. non si scherza mica.
Siam partiti in vespa io da Milano, lui da Albino e sabato sera sotto una pioggerellina da bruma abbiamo trovato conforto al Brunone dove abbiamo scambiato quattro balle con il rifugista che è per me davvero un grande. Uno con tanto entusiasmo e che ha un modo di concepire l'andare per monti simile al nostro: "mi piace perdermi, non avere orari". Come noi insomma: gnocchi a mezzogiorno, itinerari frequentati, morose-moglie insofferenti, compagni che hanno fretto: alla larga.
La mattina dopo guadagniamo velocemente la vedretta: la neve è portante e bella dura. I ramponi non guastano e neanche la pica per risalire il pendio ripido al termine del quale c'è il camino Baroni.
Anche nel camino purtroppo però c'è ancora un bel po di neve e a togliere i ramponi non è che ci fidiamo tanto. Così Fabio che tira tutto (per tutta la gita) da primo sale comunque agevole. Io meno, ma non mollo mica. Sulla placca della piodessa procediamo legati e Fabio è un treno.
Poi dalla vetta senza tanti convenevoli iniziamo il ritorno. Doppie e faccia a monte sui tratti nevosi del pendio di accesso. Poi giù verso il Brunone senza pietà e belli easy. Qui mangiamo una cosa e tiriamo ancora qualche chiacchera con il boss gestore; per il rientro a Fiumenero ce la prendiamo comoda, senza ansie e con calma che l'estate è appena iniziata e sarebbe un peccato farsi del male; della medaglia per arrivare alla vespa in 2 ore scarse non so che farmene.
Morale: mi è piaciuto di brutto sto giro in val Seriana che è poi la valle dove vive metà della mia famiglia. Anche impratichirmi un pelo su rocce, fasciumi e ramponi; superfluo precisarlo: persone incontrate, nessuna.
Tourengänger:
surlyswiss

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