Monte Lema Amarcord
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Per il mio free time del martedì mattina, scelgo il Monte Lema e le ragioni sono essenzialmente evocative - panoramiche.
Evocative perché qui, sui monti del Malcantone, ha avuto inizio la mia storia con le montagne: era il 4 luglio 2010 quando affrontai in solitaria e per la prima volta la salita; mi ero dato il 50% di possibilità di riuscita e una volta giunto in vetta mi sembrò d'aver compiuto un'impresa epica.
Le prime volte sono sempre straordinarie!
Sulla strada della Valganna, invece, una copiosa pioggia accompagna il mio avvicinamento e per un po' temo che la ragione panoramica dell'escursione oggi sarà una chimera. Dopo Ganna, uno sguardo a Ovest mi riserva la lieta sorpresa di un Lema baciato dal sole, come un'isola di luce nelle mille perturbazioni che si aggrovigliano in questo fine aprile.
Il giro è il solito e prevede la salita dal parcheggio della funivia di Miglieglia con percorso sempre segnalato che ne percorre il tragitto mantendosi quasi fedelmente sotto al cavo. Uscito dal bosco mi immetto sui comodi tornanti che risalgono il pendio finale, arrivo all'Ostello del Monte Lema e su traccia molto evidente giungo alla croce di vetta dopo un'ora e mezzza dalla partenza. In quel 4 luglio, sei anni e sei chili fa, impiegai qualche minuto in più e questo oggi, è un minimotivo di maxigioia.
E maxigioia è lasciar andare lo sguardo a tutto tondo dalla cima di questa montagna che oggi non si manifesta nella sua esplodente bellezza ma regala visioni intime e magnifiche su pezzi di lago, pezzi di giganti e pezzi di bosco.
Un pezzo ben visibile è il Moncucco che decido di raggiungere, forse per la prima volta dopo tantissimme escursioni da queste parti, forse per sfruttare la magia di un'altra prima volta. Scendo allora il versante sud del monte e risalgo in pochi minuti l'elevazione citata dove mi concedo un'intimissima pausa pranzo - meditativa.
Procedo verso sud, scendo all'ampio pian Pulpito scivolando felice su prati e mi immetto sulle stradette che in breve mi portano prima alla Cima Pianca, luogo dominato da immensi faggi e poi all'alpe Pazz dove ci sono recinti abitati da caprioli.
Qui è tutto bello, l'alto, il basso e pure il mezzano. Queste montagne sono l'evidenza che la bellezza assoluta e totale esiste.
Con un traverso che transita suggestive gole di un torrente, ritorno a Miglieglia, cammino le vie acciotolate dell'ameno villaggio e giungo all'auto che mi attende da tre ore e mezzo.
Il dislivello comprende la breve risalita al Moncucco. I tempi sommano una ventina di minuti di pause.
Sviluppo: 12 km circa; SE: 22 km circa.
Evocative perché qui, sui monti del Malcantone, ha avuto inizio la mia storia con le montagne: era il 4 luglio 2010 quando affrontai in solitaria e per la prima volta la salita; mi ero dato il 50% di possibilità di riuscita e una volta giunto in vetta mi sembrò d'aver compiuto un'impresa epica.
Le prime volte sono sempre straordinarie!
Sulla strada della Valganna, invece, una copiosa pioggia accompagna il mio avvicinamento e per un po' temo che la ragione panoramica dell'escursione oggi sarà una chimera. Dopo Ganna, uno sguardo a Ovest mi riserva la lieta sorpresa di un Lema baciato dal sole, come un'isola di luce nelle mille perturbazioni che si aggrovigliano in questo fine aprile.
Il giro è il solito e prevede la salita dal parcheggio della funivia di Miglieglia con percorso sempre segnalato che ne percorre il tragitto mantendosi quasi fedelmente sotto al cavo. Uscito dal bosco mi immetto sui comodi tornanti che risalgono il pendio finale, arrivo all'Ostello del Monte Lema e su traccia molto evidente giungo alla croce di vetta dopo un'ora e mezzza dalla partenza. In quel 4 luglio, sei anni e sei chili fa, impiegai qualche minuto in più e questo oggi, è un minimotivo di maxigioia.
E maxigioia è lasciar andare lo sguardo a tutto tondo dalla cima di questa montagna che oggi non si manifesta nella sua esplodente bellezza ma regala visioni intime e magnifiche su pezzi di lago, pezzi di giganti e pezzi di bosco.
Un pezzo ben visibile è il Moncucco che decido di raggiungere, forse per la prima volta dopo tantissimme escursioni da queste parti, forse per sfruttare la magia di un'altra prima volta. Scendo allora il versante sud del monte e risalgo in pochi minuti l'elevazione citata dove mi concedo un'intimissima pausa pranzo - meditativa.
Procedo verso sud, scendo all'ampio pian Pulpito scivolando felice su prati e mi immetto sulle stradette che in breve mi portano prima alla Cima Pianca, luogo dominato da immensi faggi e poi all'alpe Pazz dove ci sono recinti abitati da caprioli.
Qui è tutto bello, l'alto, il basso e pure il mezzano. Queste montagne sono l'evidenza che la bellezza assoluta e totale esiste.
Con un traverso che transita suggestive gole di un torrente, ritorno a Miglieglia, cammino le vie acciotolate dell'ameno villaggio e giungo all'auto che mi attende da tre ore e mezzo.
Il dislivello comprende la breve risalita al Moncucco. I tempi sommano una ventina di minuti di pause.
Sviluppo: 12 km circa; SE: 22 km circa.
Tourengänger:
rochi

Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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