Muttner Horn
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Le previsioni per il lunedi di Pasqua per la nostra zona non lasciano molte speranze: nuvole e pioggia. Però per il Nord delle Alpi qualche aspettativa di bel tempo, specie per i Grigioni, c'è. Scartiamo l'idea di recarci in Val Ferrera, troppo vicina alla cresta spartiacque, e decidiamo per il Muttner Horn: è abbastanza a Nord e Monica non ha mai visto Obermutten, urge rimediare.
Ci troviamo alle 7 a Gaggiolo, pioviggina e sul Monteceneri piove proprio ma appena spuntati al di la del tunnel del San Bernardino ecco il cielo azzurro. In un paio d'ore siamo a Mutten, dal fondovalle vi si sale rapidamente grazie alla nuova strada ed alla galleria inaugurate nel 2006, ma da qui il percorso è ancora quello originario: una strada forestale non asfaltata ricoperta di un mix di fanghiglia e neve...non tento nemmeno di saggiare l'aderenza della mia auto, trovo uno spiazzo appena a monte del paese e parcheggio, scelta azzeccata visto che fino a Stafel di parcheggi non ce n'è. Ci prepariamo e saliamo i quatto chilometri che ci separano da Obermutten, la vista verso Est è decisamente bella: la valle dell'Albula è già tutta verde ma le cime sono cariche di neve, il cielo alterna sprazzi di azzurro e nuvole grige.
Attraversiamo la frazione di Stafel con le sue belle case di legno, continuiamo a salire ed eccoci ad Obermutten, il paese è come lo ricordavo, saranno dieci anni che non torno qui, ma c'è anche qualche novità: un museo ed un negozio che vende le specialità della zona: formaggi, insaccati, miele, erbe, distillati...
Ci avviamo verso la nostra meta: il Muttner Horn che avevo salito molti anni fa con gli sci. Monica, per ora, non fa scialpinismo per cui abbiamo con noi le ciaspole. Le indossiamo, controlliamo il funzionamento degli ARTVA e ci avviamo lungo la strada forestale che conduce alla Muttner Alp, usciti dal bosco la abbandoniamo per seguire delle tracce di scialpinisti che puntano direttamente alla cima. Li vediamo davanti a noi, sono saliti per un bel pezzo ma si sono fermati a circa 150 metri dalla cima, li raggiungiamo mentre stanno preparandosi alla discesa, noi proseguiamo seguendo delle tracce di discesa di un altro sciatore, raggiungiamo la base di un canalino piuttosto ripido che decidiamo di salire: i pendii a destra e sinistra mi sembrano piuttosto carichi e decisamente in piedi, nonostante le ciaspole si affonda fin quasi al ginocchio, risaliamo fin dove possibile il canale per poi lasciare ciaspole e bastoncini dove iniziano le roccette. Piccozza alla mano partiamo per risalire la parte superiore del canale che presenta dei brevi tratti quasi verticali e si rivela essere costituito da erba, sassi e rocce friabili che però il gelo compatta. Monica che sta davanti è come sempre abilissima nel trovare la linea di salita migliore ed in breve siamo fuori accolti da un Foehn micidiale, passo in testa dando il cambio a Monica nel battere la traccia nella neve alta quasi un metro e arrivo in cima dove si trova un palo con una bandiera svizzera in metallo ed il contenitore del libro di vetta. Monica mi raggiunge, compiliamo il libro, scatto qualche foto e decidiamo di scendere rapidamente, sicuramente non da dove siamo saliti: troppo in piedi, trovo delle tracce di sci e decidiamo di seguirle, aggiriamo la calotta sommitale sul versante Ovest e poi con circospezione ci spostiamo sul versante Nord fino a raggiungere il canalino, recuperiamo bastoncini e ciaspole ma decidiamo di calzarle più in basso, scendiamo per la massima pendenza affondando non poco e finalmente quando il pendio spiana un po' calziamo i nostri attrezzi e ci godiamo quella che ormai è una passeggiata: qui il vento è molto meno sferzante ed il cielo si sta rasserenando.
Seguiamo di nuovo, con qualche taglio, la strada che ci conduce ad Obermutten e qui finalmente diamo fondo alle cibarie: sono le 14 e lo stomaco si fa sentire. Poi gironzoliamo un po' per il villaggio e ci concediamo un'Ovomaltina alla Gasthaus Post.
Io sarei dell'idea di tornare a Mutten con le ciaspole scendendo di fianco alla pista da sci ma Monica non è dello stesso avviso: ormai è asciutta e rilassata e non ne ha nessuna voglia, vabbè ripercorriamo la strada, dopotutto non è così male!
Sulla via del ritorno facciamo due brevi soste per vedere la chiesa di Mutten, in magnifica posizione panoramica ma, come la maggior parte delle chiese riformate, suggestiva ma spoglia. L'altra sosta invece è ad Ober Solis dove si trova il Santuario della Visitazione e di San Felice, caratterizzato all'esterno da un portale in finto marmo rivela un interno barocco con tre altari di ottima fattura e delle decorazioni notevoli.
Bella gita fuori porta di Pasquetta: Obermutten e tutti i villaggi intorno sono decisamente belli e suggestivi.
Per quanto riguarda la salita al Muttner Horn: le difficoltà sono limitate alla parte sommitale: la pendenza salendo direttamente il versante Nord è intorno ai 35° e con le ciaspole l'unica è salire per la massima pendenza, non proprio agevole. La salita del canalino giustifica la quotazione di PD+, con il gelo che compatta tutto è fattibile ma avrei seri dubbi sulla solidità del percorso in estate. Con il senno di poi e leggendo altre relazioni sarebbe stato molto più semplice portarsi verso la Muttner Alp e da qui salire da Ovest per pendii molto più dolci ma tant'è...
Ci troviamo alle 7 a Gaggiolo, pioviggina e sul Monteceneri piove proprio ma appena spuntati al di la del tunnel del San Bernardino ecco il cielo azzurro. In un paio d'ore siamo a Mutten, dal fondovalle vi si sale rapidamente grazie alla nuova strada ed alla galleria inaugurate nel 2006, ma da qui il percorso è ancora quello originario: una strada forestale non asfaltata ricoperta di un mix di fanghiglia e neve...non tento nemmeno di saggiare l'aderenza della mia auto, trovo uno spiazzo appena a monte del paese e parcheggio, scelta azzeccata visto che fino a Stafel di parcheggi non ce n'è. Ci prepariamo e saliamo i quatto chilometri che ci separano da Obermutten, la vista verso Est è decisamente bella: la valle dell'Albula è già tutta verde ma le cime sono cariche di neve, il cielo alterna sprazzi di azzurro e nuvole grige.
Attraversiamo la frazione di Stafel con le sue belle case di legno, continuiamo a salire ed eccoci ad Obermutten, il paese è come lo ricordavo, saranno dieci anni che non torno qui, ma c'è anche qualche novità: un museo ed un negozio che vende le specialità della zona: formaggi, insaccati, miele, erbe, distillati...
Ci avviamo verso la nostra meta: il Muttner Horn che avevo salito molti anni fa con gli sci. Monica, per ora, non fa scialpinismo per cui abbiamo con noi le ciaspole. Le indossiamo, controlliamo il funzionamento degli ARTVA e ci avviamo lungo la strada forestale che conduce alla Muttner Alp, usciti dal bosco la abbandoniamo per seguire delle tracce di scialpinisti che puntano direttamente alla cima. Li vediamo davanti a noi, sono saliti per un bel pezzo ma si sono fermati a circa 150 metri dalla cima, li raggiungiamo mentre stanno preparandosi alla discesa, noi proseguiamo seguendo delle tracce di discesa di un altro sciatore, raggiungiamo la base di un canalino piuttosto ripido che decidiamo di salire: i pendii a destra e sinistra mi sembrano piuttosto carichi e decisamente in piedi, nonostante le ciaspole si affonda fin quasi al ginocchio, risaliamo fin dove possibile il canale per poi lasciare ciaspole e bastoncini dove iniziano le roccette. Piccozza alla mano partiamo per risalire la parte superiore del canale che presenta dei brevi tratti quasi verticali e si rivela essere costituito da erba, sassi e rocce friabili che però il gelo compatta. Monica che sta davanti è come sempre abilissima nel trovare la linea di salita migliore ed in breve siamo fuori accolti da un Foehn micidiale, passo in testa dando il cambio a Monica nel battere la traccia nella neve alta quasi un metro e arrivo in cima dove si trova un palo con una bandiera svizzera in metallo ed il contenitore del libro di vetta. Monica mi raggiunge, compiliamo il libro, scatto qualche foto e decidiamo di scendere rapidamente, sicuramente non da dove siamo saliti: troppo in piedi, trovo delle tracce di sci e decidiamo di seguirle, aggiriamo la calotta sommitale sul versante Ovest e poi con circospezione ci spostiamo sul versante Nord fino a raggiungere il canalino, recuperiamo bastoncini e ciaspole ma decidiamo di calzarle più in basso, scendiamo per la massima pendenza affondando non poco e finalmente quando il pendio spiana un po' calziamo i nostri attrezzi e ci godiamo quella che ormai è una passeggiata: qui il vento è molto meno sferzante ed il cielo si sta rasserenando.
Seguiamo di nuovo, con qualche taglio, la strada che ci conduce ad Obermutten e qui finalmente diamo fondo alle cibarie: sono le 14 e lo stomaco si fa sentire. Poi gironzoliamo un po' per il villaggio e ci concediamo un'Ovomaltina alla Gasthaus Post.
Io sarei dell'idea di tornare a Mutten con le ciaspole scendendo di fianco alla pista da sci ma Monica non è dello stesso avviso: ormai è asciutta e rilassata e non ne ha nessuna voglia, vabbè ripercorriamo la strada, dopotutto non è così male!
Sulla via del ritorno facciamo due brevi soste per vedere la chiesa di Mutten, in magnifica posizione panoramica ma, come la maggior parte delle chiese riformate, suggestiva ma spoglia. L'altra sosta invece è ad Ober Solis dove si trova il Santuario della Visitazione e di San Felice, caratterizzato all'esterno da un portale in finto marmo rivela un interno barocco con tre altari di ottima fattura e delle decorazioni notevoli.
Bella gita fuori porta di Pasquetta: Obermutten e tutti i villaggi intorno sono decisamente belli e suggestivi.
Per quanto riguarda la salita al Muttner Horn: le difficoltà sono limitate alla parte sommitale: la pendenza salendo direttamente il versante Nord è intorno ai 35° e con le ciaspole l'unica è salire per la massima pendenza, non proprio agevole. La salita del canalino giustifica la quotazione di PD+, con il gelo che compatta tutto è fattibile ma avrei seri dubbi sulla solidità del percorso in estate. Con il senno di poi e leggendo altre relazioni sarebbe stato molto più semplice portarsi verso la Muttner Alp e da qui salire da Ovest per pendii molto più dolci ma tant'è...
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