Palagnedra
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Un'altra domenica piovosa! Di camminare o sciare non se ne parla. È l'occasione per andare a vedere gli affreschi di Antonio da Tradate a Palagnedra. Partiamo con tutta calma, raggiungiamo le Centovalli e cominciamo a risalirle fino alla deviazione sulla sinistra che attraversa la diga e risale il versante opposto. La chiesa si trova in posizione isolata dal nucleo, è preceduta da un ossario ed affiancata dal cimitero. La facciata presenta una bella finestra trifora di stile palladiano. Il campanile ha una parte inferiore che potrebbe essere basso medioevale mentre il coronamento è senz'altro barocco.
Entriamo, colpisce subito il notevole soffitto a cassettoni,risale solo al 1914, come l'organo, ma si armonizza bene con la chiesa.
Il coro centrale è in marmo con un tabernacolo neoclassico del 1816.
Venuta per ammirare gli affreschi Anna si guarda intorno perplessa finchè mi domanda se sono sicuro che la chiesa sia questa. In realtà i dipinti di Antonio da Tradate si trovano nella vecchia chiesa cui si accede da una porticina nella cappella di destra, per secoli, dopo l'ampliamento , quest'aula è servita come sacrestia il che ha permesso la conservazione degli affreschi.
Appena entrati quello che colpisce è l'horror vacui che caratterizza questo piccolo ambiente: ogni centimetro è stato dipinto, sulla volta c'è un grande Cristo Pantocratore in mandorla, poi santi, profeti ed apostoli, una crocefissione decisamente impressionante, una salita al Calvario, l'orazione nell'orto, i simboli degli Evangelisti e per riempire gli spazi fra questi personaggi e queste scene un buon numero di angeli e le decorazioni a scaglie tipiche di Antonio da Tradate e della sua cerchia, al di sotto una Biblia Pauperum con la rappresentazione dei mesi dove si alternano scene tratte dalla vita contadina ad altre provenienti da ranghi più elevati. Passiamo una buona mezz'ora ad ammirare gli affreschi poi torniamo nell la chiesa nuova dove si trovano pochi arredi ma di buona fattura, un organo pregevole e quadri notevoli.
È ora di fare un giro per il paese, qui si trovano case tipiche della zona: piuttosto rustiche con i tetti in pioda, risalenti, come testimoniano le date incise sugli architravi, al sei-settecento e altre grandi case ottocento-novecentesca, edificate con tutta evidenza dagli emigranti rientrati in patria, da Palagnedra infatti molti partirono perloppiù alle volte di Firenze e della Toscana. Una famiglia, quella dei Mazzi, il cui stemma si rtrova dappertutto, fece una gran fortuna e fu anche a servizio dei Medici.
Sulla strada del ritorno facciamo una sosta ad Intragna, il Museo delle Centovalli però e chiuso da fine ottobre e riaprirà a Pasqua, ci fermiamo quindi a Verscio per confrontare gli affreschi di Palagnedra con questi, anch'essi di Antonio da Tradate, la cappella della chiesa però è chiusa e dobbiamo accontentarci di vederli da lontano. Comunque quelli visti a Palagnedra sembrano senz'altro superiori.
Decisamente notevoli gli affreschi della chiesa di San Michele a Palagnedra, è strano in un paese tanto piccolo e discosto trovarsi di fronte a simili capolavori, colpisce poi il notevole stato di conservazione.
La visita, come si dice, vale il viaggio.
Entriamo, colpisce subito il notevole soffitto a cassettoni,risale solo al 1914, come l'organo, ma si armonizza bene con la chiesa.
Il coro centrale è in marmo con un tabernacolo neoclassico del 1816.
Venuta per ammirare gli affreschi Anna si guarda intorno perplessa finchè mi domanda se sono sicuro che la chiesa sia questa. In realtà i dipinti di Antonio da Tradate si trovano nella vecchia chiesa cui si accede da una porticina nella cappella di destra, per secoli, dopo l'ampliamento , quest'aula è servita come sacrestia il che ha permesso la conservazione degli affreschi.
Appena entrati quello che colpisce è l'horror vacui che caratterizza questo piccolo ambiente: ogni centimetro è stato dipinto, sulla volta c'è un grande Cristo Pantocratore in mandorla, poi santi, profeti ed apostoli, una crocefissione decisamente impressionante, una salita al Calvario, l'orazione nell'orto, i simboli degli Evangelisti e per riempire gli spazi fra questi personaggi e queste scene un buon numero di angeli e le decorazioni a scaglie tipiche di Antonio da Tradate e della sua cerchia, al di sotto una Biblia Pauperum con la rappresentazione dei mesi dove si alternano scene tratte dalla vita contadina ad altre provenienti da ranghi più elevati. Passiamo una buona mezz'ora ad ammirare gli affreschi poi torniamo nell la chiesa nuova dove si trovano pochi arredi ma di buona fattura, un organo pregevole e quadri notevoli.
È ora di fare un giro per il paese, qui si trovano case tipiche della zona: piuttosto rustiche con i tetti in pioda, risalenti, come testimoniano le date incise sugli architravi, al sei-settecento e altre grandi case ottocento-novecentesca, edificate con tutta evidenza dagli emigranti rientrati in patria, da Palagnedra infatti molti partirono perloppiù alle volte di Firenze e della Toscana. Una famiglia, quella dei Mazzi, il cui stemma si rtrova dappertutto, fece una gran fortuna e fu anche a servizio dei Medici.
Sulla strada del ritorno facciamo una sosta ad Intragna, il Museo delle Centovalli però e chiuso da fine ottobre e riaprirà a Pasqua, ci fermiamo quindi a Verscio per confrontare gli affreschi di Palagnedra con questi, anch'essi di Antonio da Tradate, la cappella della chiesa però è chiusa e dobbiamo accontentarci di vederli da lontano. Comunque quelli visti a Palagnedra sembrano senz'altro superiori.
Decisamente notevoli gli affreschi della chiesa di San Michele a Palagnedra, è strano in un paese tanto piccolo e discosto trovarsi di fronte a simili capolavori, colpisce poi il notevole stato di conservazione.
La visita, come si dice, vale il viaggio.
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