Ovunque tu lo prenda, questo è il sentiero dell'Uccellatore.
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Ci vuole del coraggio, lo so, ci vuole del coraggio a fare un giro lungo un sentiero cui il nome dice tutto, ma ci vuole dell’ardire anche a fare un siffatto titolo, titolo che si presta a diverse interpretazioni. Dico subito che oggi è andato tutto bene, nessun pericoloso intoppo ha fermato il nostro cammino, spingendo sempre in avanti ho/abbiamo evitato di essere colpiti da dietro…
Sono almeno 37 anni che cerco di fare questo giro, tanto è il tempo che, pressapoco, frequento Zone e il suo comprensorio, ma come spesso accade tutte le cose hanno bisogno del loro tempo e io mi sono preso il mio. D’altronde un vero Uccellatore se la prende con calma: o no?
Partiamo da Zone, dal parcheggio dell’area attrezzata posta vicino al campo santo, poi ci incamminiamo verso il Guglielmo, quasi subito però deviamo a sinistra e su strada asfaltata (228) puntiamo verso la cascina Bombolone, si tratta di 200/300 metri di catrame, poi si viaggia su una comoda sterrata che può risultare monotona.
Dal Bombolone la strada diventa acciottolata, a volte anche un po sconnessa, e dopo circa un quarto d’ora di cammino giungiamo laddove un sentiero non bollato (ho costruito un ometto)si stacca sulla destra rimanendo ancora per qualche minuto nel bosco, sbucati nei pascoli ancora verdi su una sorta di sentiero delle capre ci portiamo verso il Monte Agolo con le inconfondibili 13 Piante. Oggi evitiamo di salirci, nei pressi della cima c’è un roccolo poco invitante e noi con attenzione cerchiamo di oltrepassare la “zona armata”. 1h30.
Ora puntiamo verso la sottostante Malga Agolo(230), poi, seguendo un bel sentiero che viaggia in mezzacosta, arriviamo alla Culma, dove, uscendo dal sentiero ufficiale, facciamo una puntatina al Bluzena dove è presente una pozza e una grotta. Un balconcino erboso sovrasta una strapiombate parete e qua si possono fare delle foto verso il Lago etc.etc. All’ultima baita presente sulla Culma ci fermiamo per il pranzo. 3h.
Adesso secondo me viene la parte migliore del giro, laddove il sentiero attraversa una bella e selvaggia paghera brulicante di uccellini non identificati, mentre stranamente non incontriamo nessun cacciatore. Poco prima di arrivare al Forcellino delle Piane la strada ci viene sbarrata da un nastro bianco-rosso stile lavori in corso, pericolo caduti sassi ci avvisa un cartello. Il motivo di tale caduta? Una nuova ferrata al Corno Frere in via di realizzazione.
Ci fermiamo un attimo, poi, poco prudentemente, continuiamo il nostro cammino pensando che con un tempo così poco idoneo nessuno si butti in parete. Camminiamo per pochi minuti sino ad arrivare al Forcellino, e fin qua tutto tranquillo, ma da questo passo un nuovo nastro blocca il sentiero 230… azz, ci sono due o tre pazzoidi che stanno trapanando la montagna nonostante questa sia particolarmente umida.
Ovviamente qua decidiamo non andare oltre, ma incuriositi da questo Corno Frere imbocchiamo il sentiero 232 che in maniera RIPIDISSIMA attraversa un selvaggio bosco costellato da roccette. E’ uno strappo di circa 350 metri, ma con tale pendenza in 35 minuti siamo alla ricerca del misterioso Corno nascosto dalla vegetazione. Ho fatto il waypoint nel posto indicato dal Gps, ma saranno gli “arrampicatori” a constatarne tale veridicità. Nessuna croce o altro a segnalare la cima.
Se la salita è ripidissima va da se che la discesa non si fa correndo, troppo scivolosa, ovviamente scendiamo abbastanza veloci, immersi nel silenzio più totale e letteralmente circondati da simpatici uccellini che si avvicinano a noi in maniera sorprendente, poi ecco uno Scoiattolo.
Arrivati al Forcellino, facciamo quattro passi sul sentiero fatto all’andata, poi, giù veloci seguendo la traccia 232 che attraversa la Val Ombrino, una valle che sembra un canyon; ecco Rucca, la sterrata finisce e prendiamo la strada asfaltata che scende sino ai piedi di Zone, ancora pochi passi tra le stradine del borgo ed eccoci di nuovo al punto di partenza. E tanti saluti agli sparatori oggi estinti…
Nota 1): Facile e divertente giro in terre sebine; a parte le due deviazioni il sentiero è E, per il resto EE solo per l’orientamento, nessun passaggio tecnico. Se non trovate cacciatori passerete una bella giornata, soprattutto nella seconda parte dell’escursione.
Nota 2): Uccello….. Uccellacci, uccellini. Dedicated to: P.P. Pasolini!
UCCELLO.
Partiamo a spron battuto alla ricerca dell’ agnello,
ma non troviamo lana ma solo un bel baccello,
perché fra tanti alati vediamo un sol pisello?
Uccello,
li sento canticchiare col solito stornello,
col becco che balbetta e il canto da Fringuello,
l’orecchio è bello teso e tutto sembra bello.
Uccello,
lassù per la paghera si apre a mo d’ombrello,
la testa tutta rossa e il corpo bello snello,
‘na signora passa... e tira giù il cappello.
Se penso a bel piumaggio tralascio il fine augello, e in fondo mi domando: chi libera l’Uccello?
A la prochaine! Menek,Rosa
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