Credevo fosse un "Sassello" invece è un Dosso!
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Dopo il “ravano” del giorno prima, oggi porto a compimento il giro che avevo messo nel cassetto dei desiderata già un paio di anni fa, un giro che avrei voluto fortemente fare in compagnia, ma che alla fine molto egoisticamente mi sono gustato in solitaria…
Quando comincio a camminare (Pieve Vecchia) sono solo le 8,15, un orario di partenza, che mi permette e mi prospetta la possibilità di scoprire posti nuovi senza tirarmi troppo il collo con la tempistica; i primi 100 metri di strada sono su asfalto, ma ben presto superate le ultime case, l’asfalto lascia il posto ad una deserta sterrata che prende quota con discreta pendenza, il tempo di “leggere” un po’ il territorio, ed ecco che la sterrata ora si trasforma finalmente in un bel sentiero boschivo.
Il sentiero non è di quelli che vorresti “pronti/via”, qua si sale abbastanza ripidamente affrontando diversi tornanti, e pure dopo aver guadagnato la cresta i posti dove poter prendere fiato si contano su metà di una mano, infatti dopo poco più di 1h di cammino per 625 m di dislivello, mi ritrovo sulla prima meta della giornata, il Dosso Sassello, uno sperone roccioso a strapiombo su Idro. Bello e panoramico.
Qua mi rilasso un attimo guardandomi un po’ intorno, comincio a meditare sul da farsi mentre piscio fuori dallo zaino la Kompass … ma dove sono gli occhiali per leggere da vicino? Nooo li ho lasciati a casa! E adesso?
E adesso niente, il territorio me lo sono studiato in un precedente giro, ora non mi resta che fare mente locale sperando di portare a termine l’escursione che in fondo ho preparato per bene; d’altronde, cavarmi fuori dagli impicci è il mio mestiere. :)
Rimesso lo zaino in spalla, il sentiero prosegue ben segnalato lunga la cresta, perde quota per qualche decina di metri, e dopo 15 di cammino giungo al Passo di Costa Verde. Da qua ho due possibilità di scelta: a destra si scende perdendo quota velocemente sino al L. d’Idro (Tre Capitelli), diritti, si affrontano i due caminetti e il breve tratto roccioso.
Come spesso mi accade, non sto li a pensarci troppo sul da farsi, anche se ho Olmo con me (potrebbe aver problemi nel salire le roccette) affronto quella che dovrebbe essere la parte più impegnativa… in fondo che ho da perdere? Al limite ritorno sui miei passi e scendo al Lago…
Dal passo, il primo caminetto lo si imbocca dopo pochi metri, guardo Olmo con una punta di preoccupazione , e con una carezza ben dosata lo invito a stare davanti a me. Si sale… a parte il primo gradino (esposto), il resto del caminetto è abbastanza facile da fare, le rocce anche se umide offrono dei buoni appigli.
Passato il primo scoglio, una breve cengia erbosa strapiomba verso la Valle di Canale, si supera un punto senza sentiero ( mollate i bastoncini e usate le mani) che dirupa nel bosco sottostante, ed ecco il secondo ripido ma breve caminetto. Un, due, tre e sono fuori da questo imbuto, si perde quota altrettanto rapidamente rimanendo su una stretta cengetta, ed ecco le roccette finali. In breve tempo e con un po’ di attenzione si guadagna il crinale che porta al M. Paghera. E’ andata…
Dopo aver pranzato in compagnia di un tiepido venticello, seguendo sempre la cresta si raggiunge un colletto boschivo (Sella 1098 m), da qua come da indicazioni, si segue il sentiero per la Cocca Bassa. Essendoci già passato un anno fa, oggi mi sento sicuro di non sbagliare, ma… complice la neve che copre in parte la traccia, mi sono affidato ad una cresta che è risultata meno sicura delle parole di Wanna Marchi, finendo così infigato su una cresta rocciosa alquanto insicura e difficilissima da affrontare.
Dopo un repentino dietrofront sino ad un dossetto “incriminato”, noto ora con più chiarezza il giusto sentiero su semplice dorsalina, che con modesti saliscendi mi porta al Passo di Cocca Bassa. Da qua, prendendo il sentiero 438 mi sono portato sulla comoda e solitaria sterrata che attraversa tutta la Valle di Canale sbucando a Lavenone… dieci minuti di autentico terrore stradale ed eccomi di nuovo alla Pieve Vecchia. Fiuuu…
Nota 1): Interessante giro ad anello in una zona poco frequentata ma molto godibile a livello panoramico; la salita sino al Paghera è impietosamente ripida, poi tutto si “umanizza”. Chi non vuole fare il mio giro, dal Passo Costa Verde può scendere ai Tre Capitelli seguendo un bel sentiero, poi camminando a bordo Lago può tornare a Idro, viceversa, oltrepassati i due caminetti e le brevi roccette tutto diventa più semplice. Evitate d’inciampare in prossimità delle brevi esposizioni che strapiombano verso il Lago, per il resto il giro è fattibilissimo. Il mio personale consiglio è quello di fare il giro passando per la Valle di Canale, il vero T6+++ è il chilometro e mezzo di strada che separa Lavenone da Idro (Pieve Vecchia).
Nota 2): Cose a caso & chi se ne frega!
Chi se ne frega: Melissa Satta e Boateng si sposano.
Chi se ne frega: Virginia Raggi è candidata sindaco a Roma per il Movimento 5 Stelle.
Chi se ne frega: Berlusconi ha negato d’essere vegetariano.
Nota 3): Onanismi aforistici, da Eric…
FUFFA.
Alle volte aggrappandosi alle rocce ci si ritrova con un pugno di Sassello…
A la Prochaine! Menek & Olmo

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