Valle Strona: Capezzone e Altembeg "dry path"
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Che gran bel posto questa valle Strona: ambiente di prima classe, tante cime accessibili ma non banali, possibilità di concatenamenti e, in giornate come quella di oggi, dalle vette e dalle creste, panorami straordinari sul Rosa, forse (se possibile) ancor più belli di quelli che offre il Tagliaferro sopra Alagna.
Albeggia quando parto spedito e ben coperto da un Campello Monti deserto e silenzioso. risalgo la scalinata sino ad arrivare alla parte alta del paese e con buonissime indicazioni mi avvio verso la cima Capezzone, la più alta del comprensorio. Le cascate sono ghiacciate e qualche lastra si trova anche sul sentiero, specie in prossimità delle sorgenti. Solo a guardarle, queste lastre, si scivola ma per fortuna sono evitabili.
Il percorso è sempre tracciato e bollato e risale la testata della valle a balzelli: uno strappo, un pianoro, uno strappo un pianoro per almeno cinque volte. Ciò rende la progressione particolarmente piacevole perché si può respirare frequentemente e godere dell'interessante ambiente che, mano a mano che il giorno si accende, prende sempre più le sembianze di un ambiente con temperature settembrine.
Dopo un paio d'ore di marcia costante, pervengo al Rifugio (in realtà è un piccolo bivacco) Traglio sulle sponde del lago Capezzone. Lo specchio d'acqua è impressionante, con il suo essere gelato ma non volerlo tanto che profonde crepe tentano di ridar vita all'acqua.
Costeggio il lago sulla destra e comincio a salire in modo deciso, prima su prati a picco sul lago, quindi su una agevole ma fastidiosa pietraia. Al termine della pietraia, un ultimo strappo in un ampio canale mi fa uscire sulla sella che divide il Capezzone dalla cima Lago. entrambe le vette si risalgono dal versante Valsesiano e qui c'è qualche chiazza di neve che è durissima e pertanto antipatica.
uscito dalla zona in ombra, per asciuttissimi prati, in breve guadagno la cima dove il panorama è indescrivibile. Ho fatto qualche foto, lascio parlare loro anche se, al solito, non renderanno giustizia alla bellezza.
Sono passate tre ore dalla partenza e dopo una breve sosta ridiscendo per la via di salita. trascuro l'ipotesi di ascensione alla cima Lago perché il percorso pare intasato di neve cattiva e scendo al lago. Rimango alto sullo stesso e seguo alcune tracce che mi faranno percorrere un facile canale. Da questo punto, nessun sentiero. L'Altemberg è proprio sopra la mia testa ma non so da dove affrontarlo. in verità qualche idea ce l'avrei ma temo di fare una gran fatica per poi tornare indietro causa sbaglio.
Ravana ravana, mi affaccio sul lago e noto la traccia che parte dal Traglio. La seguo con lo sguardo e comprendo che questa passa una cinquantina di metri sotto di me. Scendo liberamente con qualche comicissimo passo di disarrampicata e atterro sul sentiero ufficiale che prendo in direzione della Bocchetta delle Vacche. prima di raggiungerla, un segnavia indica a destra la cima Altemberg a trenta minuti. Mi avvio di buona lena e risalgo a zig zag il pendio sino ad uscire ad una sella e continuare sul versante Valsesiano.
Le condizioni estive del terreno mi consentono una progressione serena su traversi e cenge espostissime che avrei evitato in presenza di bagnato o - peggio - ghiaccio. Arrivo in cresta e in pochi minuti raggiungo (due ore sbagli compresi dal Capezzone) la cima dove mi concedo la pausa pranzo con vista sul bello Assoluto.
Per la stessa via e con la cautela che mi contraddistingue in discesa, torno alla diramazione, proseguo verso la bocchetta delle Vacche giusto per dare un'occhiata e ben presto faccio dietro front sul traverso che in breve mi riporta al lago Capezzone. Con gli stessi strappi (ora in discesa) e gli stessi pianori, in un'ora e mezza torno a Campello Monti dove l'auto, per nulla infreddolita, mi attende da quasi otto ore.
Tempi comprensivi di un'ora totale di pause, dislivello relativo ai numerosi saliscendi.
Sviluppo: 16 km circa; SE: 30 km circa.
Albeggia quando parto spedito e ben coperto da un Campello Monti deserto e silenzioso. risalgo la scalinata sino ad arrivare alla parte alta del paese e con buonissime indicazioni mi avvio verso la cima Capezzone, la più alta del comprensorio. Le cascate sono ghiacciate e qualche lastra si trova anche sul sentiero, specie in prossimità delle sorgenti. Solo a guardarle, queste lastre, si scivola ma per fortuna sono evitabili.
Il percorso è sempre tracciato e bollato e risale la testata della valle a balzelli: uno strappo, un pianoro, uno strappo un pianoro per almeno cinque volte. Ciò rende la progressione particolarmente piacevole perché si può respirare frequentemente e godere dell'interessante ambiente che, mano a mano che il giorno si accende, prende sempre più le sembianze di un ambiente con temperature settembrine.
Dopo un paio d'ore di marcia costante, pervengo al Rifugio (in realtà è un piccolo bivacco) Traglio sulle sponde del lago Capezzone. Lo specchio d'acqua è impressionante, con il suo essere gelato ma non volerlo tanto che profonde crepe tentano di ridar vita all'acqua.
Costeggio il lago sulla destra e comincio a salire in modo deciso, prima su prati a picco sul lago, quindi su una agevole ma fastidiosa pietraia. Al termine della pietraia, un ultimo strappo in un ampio canale mi fa uscire sulla sella che divide il Capezzone dalla cima Lago. entrambe le vette si risalgono dal versante Valsesiano e qui c'è qualche chiazza di neve che è durissima e pertanto antipatica.
uscito dalla zona in ombra, per asciuttissimi prati, in breve guadagno la cima dove il panorama è indescrivibile. Ho fatto qualche foto, lascio parlare loro anche se, al solito, non renderanno giustizia alla bellezza.
Sono passate tre ore dalla partenza e dopo una breve sosta ridiscendo per la via di salita. trascuro l'ipotesi di ascensione alla cima Lago perché il percorso pare intasato di neve cattiva e scendo al lago. Rimango alto sullo stesso e seguo alcune tracce che mi faranno percorrere un facile canale. Da questo punto, nessun sentiero. L'Altemberg è proprio sopra la mia testa ma non so da dove affrontarlo. in verità qualche idea ce l'avrei ma temo di fare una gran fatica per poi tornare indietro causa sbaglio.
Ravana ravana, mi affaccio sul lago e noto la traccia che parte dal Traglio. La seguo con lo sguardo e comprendo che questa passa una cinquantina di metri sotto di me. Scendo liberamente con qualche comicissimo passo di disarrampicata e atterro sul sentiero ufficiale che prendo in direzione della Bocchetta delle Vacche. prima di raggiungerla, un segnavia indica a destra la cima Altemberg a trenta minuti. Mi avvio di buona lena e risalgo a zig zag il pendio sino ad uscire ad una sella e continuare sul versante Valsesiano.
Le condizioni estive del terreno mi consentono una progressione serena su traversi e cenge espostissime che avrei evitato in presenza di bagnato o - peggio - ghiaccio. Arrivo in cresta e in pochi minuti raggiungo (due ore sbagli compresi dal Capezzone) la cima dove mi concedo la pausa pranzo con vista sul bello Assoluto.
Per la stessa via e con la cautela che mi contraddistingue in discesa, torno alla diramazione, proseguo verso la bocchetta delle Vacche giusto per dare un'occhiata e ben presto faccio dietro front sul traverso che in breve mi riporta al lago Capezzone. Con gli stessi strappi (ora in discesa) e gli stessi pianori, in un'ora e mezza torno a Campello Monti dove l'auto, per nulla infreddolita, mi attende da quasi otto ore.
Tempi comprensivi di un'ora totale di pause, dislivello relativo ai numerosi saliscendi.
Sviluppo: 16 km circa; SE: 30 km circa.
Tourengänger:
rochi

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