Airolo – Pizzo Canariscio (2523 m) – Passo del San Gottardo


Publiziert von siso , 1. August 2015 um 23:35.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:31 Juli 2015
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Centrale   Gruppo Pizzo Lucendro 
Zeitbedarf: 7:15
Aufstieg: 1402 m
Abstieg: 432 m
Strecke:Airolo, Stazione FFS (1141 m) – Faura di Airolo (1210 m) – Vigna (1319 m) – Cassina (1425 m) – Boschetto (1540 m) – Pontino (1900 m) – Buco di Pontino (1986 m) – Alpe di Pontino (2058 m) – Schiena d’Asino (2120 m) – Laghetto Scimfüss (2340 m) – Poncione di Löita del Pizzo (2451 m) – Pizzo Canariscio (2523 m) – Laghetti degli Ovi (2363 m) – Lago della Sella (2257 m) – Cascina della Bolla (2144 m) – Ospizio San Gottardo (2090 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2, uscita Airolo Possibilità di alloggio: Albergo San Gottardo Ospizio, alberghi ad Airolo.
Unterkunftmöglichkeiten:Albergo San Gottardo; alberghi ad Airolo.
Kartennummer:C.N.S. No. 1231 – Val Bedretto - 1:25000; C.N.S. No. 1252 – Ambrì-Piotta - 1:25000.

Lunga escursione con partenza da Airolo, salita dalla Val Canaria e discesa fino al Passo del San Gottardo. Il toponimo Canariscio significa “canale”, “valletta ripida”, “solco causato dall’erosione” ed è riferito alla ripida valle omonima, che si estende ad est del pizzo.

 

Inizio dell’escursione: ore 7:40

Fine dell’escursione: ore 14:55

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1016 hPa

Temperatura alla partenza: 11°C

Temperatura a Boschetto, ore 9:00: 9°C

Temperatura al rientro (Airolo): 26°C

Isoterma di 0°C alle 9:00: 3600 m

Velocità media del vento: 10 km/h (solo sulla vetta)

Sorgere del sole: 6:05

Tramonto del sole: 20:59

 

La giornata inizia sotto i migliori auspici: cielo terso, temperatura gradevole, turisti con zaino in spalla, aria di vacanza! È con questo spirito di serenità che inizia l’escursione alla stazione FFS di Airolo, Airö in dialetto.

Il toponimo Airolo deriva probabilmente dal latino “orium”, che significa orlo, margine. Taglio trasversalmente il villaggio in direzione nord, percorrendo scale e stretti vicoli fino al varco che mi permette di portarmi al di là del grande muraglione di difesa, costruito dopo la frana del Sasso Rosso che il 28 dicembre 1898 seppellì parte dell’abitato con 500'000 metri cubi di detriti, causando tre morti.

Dalla zona Fàura di Airolo (1210 m), il bosco protettivo, in 20 minuti raggiungo la località Vigna (1319 m). Curioso il toponimo “Vigna” per una località posta a 1308 m di altitudine. È possibile che il nome le sia stato attribuito quando le condizioni climatiche erano molto diverse da quelle attuali tanto da permettere la coltivazione della vigna anche a questa quota, come capita attualmente sulle pendici dell’Etna.

Le cronache parlano per esempio del “grande caldo medievale”, che iniziò all’incirca nel VII – IX secolo, per protrarsi fino ai primi anni del 1200. Il periodo con le temperature più elevate è tuttavia quello attorno all’anno 1000 e successivi, quando le notizie di inverni rigidi praticamente scompaiono dal panorama europeo.

In Inghilterra prosperò appunto la coltura della vite, con produzione abbondante di vino sulla parte meridionale e fino al 53° parallelo.

Per la coltura della vite, occorre che la temperatura media dei tre mesi estivi sia di almeno +18,5°C, mentre attualmente a Londra è di almeno due gradi inferiore.

Un mese di luglio come quello del 2015 era quindi la norma durante il periodo medievale, forse addirittura ancora più caldo.

Cammino nell’abetaia con occhi curiosi, con voglia di scoprire e di apprendere, come se fosse la prima volta che percorro un sentiero boschivo. Mi attirano degli affioramenti di dolomia saccaroide e di gesso. Nell’Ottocento, nella Val Canaria si estraeva a scopo commerciale un gesso ritenuto di ottima qualità, dal quale si otteneva la calce, usata per le costruzioni rurali. Gli alpigiani trasportavano con la gerla i blocchi di gesso fino al maggengo Pontino. In tempi più recenti, nel 1931, l’attività estrattiva fu rilanciata con la fondazione della “Fabbrica di gesso ticinese S.A.”. Tutto lasciava presagire un futuro promettente per questa industria, ma le cose andarono diversamente per l’agguerrita concorrenza confederata. La fabbrica ticinese venne acquisita dal grande trust svizzero: la “Gipsunion” dopo averla rilevata ne decretò la chiusura per eliminare la concorrenza.

Un destino simile è capitato più recentemente all’acciaieria Monteforno di Bodio, che venne rilevata dalla Von Roll di Gerlafingen, prima di decretarne la chiusura nel 1994.

Il sentiero è ben tracciato e ben tenuto: un manutentore è passato pochi giorni fa con un decespugliatore e l’ha pulito alla perfezione. La pendenza è poco accentuata: non affatica e non annoia, sarebbe percorribile anche con un rampichino.  Alle 9:40 arrivo al primo rustico di Pontino (1841 m): sono alla “Villa Pontino”; una targa di legno suggella una sorta di gemellaggio tra Argovia e Ticino. Da qui via il paesaggio si apre offrendo delle belle vedute sull’alta Val Canaria e sul versante destro della Leventina. Nei rustici successivi sono in corso dei lavori di restauro. Qui i villeggianti arrivano con l’auto: la strada è decisamente lunga, circa 8 km dal Passo del San Gottardo.

Continuo la camminata su questo ampissimo terrazzo seguendo la strada che passa dal Buco di Puntin (1986 m) e dopo meno di un chilometro all’Alpe di Pontino (2058 m), di proprietà del Patriziato di Airolo. Lo visito grazie alla disponibilità di un alpigiano. Nella cantina ammiro una grande quantità di forme che emanano un profumo molto stuzzicante. Sullo scalzo è incisa la scritta “Pontino”. Si tratta di un formaggio semiduro grasso, ottenuto completamente con latte vaccino crudo.

                                         Formaggio Alpe di Pontino

La produzione giornaliera è in media di 16 forme di circa 5,5 kg l’una. Il capo casaro Marco sta terminando le pulizie nel locale adibito a caseificio. Delle 130 vacche caricate, ne sono rimaste 120, le altre si sono azzoppate, oppure si sono ammalate. Sono già state fecondate artificialmente prima dell’arrivo all’alpe. L’alpigiano asserisce che la fecondazione naturale, con il toro all’alpe, è più sicura e meno costosa, ma spesso i tori sui pendii ripidi si feriscono.

Continuo l’escursione passando su un versante completamente ricoperto da ripari valangari. Su alcuni di essi sono stati installati una dozzina di pannelli solari. L’energia rinnovabile prodotta viene immessa direttamente nella rete che serve l’Alpe di Pontino.

A quota 2177 m abbandono la strada asfaltata e seguo quella sterrata che sale verso i due laghetti di Scimfüss (2340 m). È una zona di minerali, ricca in particolare di quarzo, rutilo e sagenite. Continuo la camminata sul sentiero che dai bordi del lago maggiore sale in direzione NE, sul ripido fianco del Poncione di Löita del Pizzo (2452 m). Poco dopo il sentierino si porta nella Valle Canariscio, la cui testata culmina con la meta principale odierna.

Dopo 4 h 40 min di cammino posso esclamare Pizzo Canariscio (2523 m) geschafft!

Una semplice palina indica il punto più alto; a 45 m di distanza, sul bordo occidentale del pianoro c’è una baracca aperta, che potrebbe fungere da provvidenziale riparo in caso di temporali.

Osservo con attenzione la Val Canariscio e già mi pregusto una possibile discesa con gli sci su questo versante.

Sul versante nord, a circa 90 m di distanza e a 2500 m di quota ci sono un paio di ex casermette militari trasformate in abitazioni di vacanza. Il buon Ersilio ci è arrivato addirittura con il jeeppino. Sull’uscio di casa, a portata di mano, ha appeso le ciaspole e un’accetta. Tiro dritto e scendo verso i Laghetti degli Ovi (2363 m), per poi portarmi alla diga del Lago della Sella, dalla quale raggiungo il Passo del San Gottardo, dove si conclude l’interessante escursione odierna.
 

Per la prima volta al Pizzo Canariscio, con partenza da Airolo. È stata una visita perlustrativa, per una possibile escursione con le pelli di foca lungo la Valle Canaria e la Val Canariscio.

 

Tempo di salita: 4 h 40 min (5 h con la sosta all’Alpe di Pontino)

Tempo totale: 7 h 15 min

Tempi parziali

Airolo, Stazione FFS (1141 m) – Alpe di Pontino (2058 m): 2 h 40 min

Alpe di Pontino (2058 m) – Pizzo Canariscio (2523 m): 2 h

Pizzo Canariscio (2523 m) – Passo del San Gottardo (2091 m): 1 h 45 min

Coordinate Alpe di Pontino: 690.540 / 155.556

Coordinate Pizzo Canariscio: 689.540 / 156.215

Dislivello in salita: 1402 m

Dislivello in discesa: 432 m

Sviluppo complessivo: 16,4 km

Difficoltà: T3

Libro di vetta: no

Copertura della rete cellulare: buona


Tourengänger: siso


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Kommentare (2)


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Daniele66 hat gesagt:
Gesendet am 3. August 2015 um 22:19
Una 'no carbon' x il Gottardo? Complimenti.......Daniele66

siso hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. August 2015 um 13:23
Ciao Daniele,
ti assicuro che non è stata una salita ad emissioni zero...
siso


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