Un giro alla conca di Oropa con monte Tovo e monte Mucrone
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La Conca di Oropa (o del Mucrone, secondo alcuni) è proprio un bel posto: un catino verde, dove scorre moltissima acqua e circondato da un'infinità di vetta tutte sopra i duemila metri.
L'obiettivo di oggi era pertanto quello, nel tempo dato, di esplorare il più possibile questa area molto conosciuta per il grande Santuario ma non per le sue montagne.
Prima destinazione il monte Tovo: lascio l'auto ad un tornante sopra il Santuario proprio dove comincia una larga mulattiera che va nel cuore della valle e poi si dirama per salire nella Conca. Dopo poche centinaia di metri, abbandono la mulattiera all'altezza di un segnavia che indica la mia destinazione su un sentiero che si stacca a destra nel bosco. Il sentiero di riferimento è il D14 e sale piuttosto deciso sino ad uscire su un pianoro dove ci sono i ruderi dell'alpe Giass Comun. In questa zona vi sono difficoltà di orientamento a causa dell'assenza di segnalazione e dell'erba alta che cela i sentieri precostituiti. Dopo un po' di girovagare trovo la via giusta: occorre risalire il costone dietro i ruderi puntando ad un grosso ometto, raggiunto il quale si devia a sinistra su traccia ora più evidente. La salita al Tovo per questa via è la più selvaggia in un'area fortemente antropizzata e la sua percorrenza ne è la riprova. Solitudine completa (è pur vero che era mattino presto), ambiente impervio, grandi silenzi, senso di disorientamento sono elementi che caratterizzano l'intera salita. E che salita: quando la traccia si immette sulla costa del Tovo, ci sono 500 m di dislivello da superare senza respiro, su terreno prevalentemente scivoloso. Arrivo così in cresta piuttosto disfatto ma la vista della croce di vetta e il panorama sui sottostanti Santuario e Conca alleviano la fatica. Dopo un breve tratto in falsopiano, la salita si fa di nuovo erta e pur non presentando pericoli oggettivi perchè molto larga, questa cresta fa sudare. Dalla cima, raggiunta in due ore, la vista è maestosa e tra tutte le bellezze visibili, il Cervino ha un posto d'onore.
Comincio la discesa su sentiero D32 verso NO che scende ardito e richiede attenzione sino alla sella Finestra oltre la quale si stacca l'edificio sommitale del monte Camino. Un segnavia su sasso indica la via ma, malgrado un'attenta perlustrazione, non vi è alcuna traccia che sembri inerpicarsi con un minimo di logica in questo ambiente severo. Un po' deluso, abbandono dunque l'idea della salita al Camino e prendo l'evidente sentiero segnalato che mi condurrà con lungo traverso discendente prima ai ruderi dell'alpe Trotta e quindi al rifugio Rosazza ben visibile nel cuore della conca per tutta la gita. Il traverso è piuttosto noioso perchè cedevole, stretto e bagnato. Dal Rosazza risalgo velocemente al rifugio Savoia dove arriva la funivia da Oropa e, camminando su sterrata verso nord giungo allo splendido bacino del lago del Mucrone posto proprio sotto l'omonimo monte. Continuo dunque su sentiero D23 e salgo alla bocchetta del lago con ottima vista sul monte Mars (il re di questa area perchè il più alto). Dalla bocchetta volgo a sinistra e risalgo un pendio dove trovo facili nevai residui sino a uscire all'anticima del Mucrone dove sono posti i ruderi della vecchia stazione della funivia che, inutile dirlo, sono un pugno nello stomaco in questo contesto complessivamente fantastico. dai ruderi salgo per cresta per poi abbandonarla e spostarmi sul lato sinistro per utilizzare un sentiero a tratti scalinato (e molto faticoso!) che mi conduce in vetta. Da questa c'è un gran panorama sulla pianura Padana, oggi un po' celato dal calore. Si vede anche una seconda, vicina cima con croce che rappresenta il punto di uscita di una ferrata. Alla vetta del Mucrone in due ore dal Tovo, quindi pausa pranzo e discesa per la stessa via di salita ripassando da bocchetta, lago e rifugio. Da qui intercetto una mulattiera discendente che mi porta all fondo del vallone transitando sul sentiero D13 GTA. Col senno di poi, avrei evitato questa lunga discesa su fondo sconnesso e spaccaginocchia ed avrei invee preso la comoda sterrata gippabile che si stacca dal lago di Mucrone e si collega con questa via al fondo della valle, in splendido ambiente dove la presenza di acqua è meravigliosamente copiosa. Da questo punto, in un paio di chilometri, la mulattiera mi riporta allo starting point,dove l'auto è assorta in preghiera davanti al tempietto del Delubro da otto ore.
Il dislivello somma le due salite.
Tempi comprensivi di pause, un'ora circa.
Sviluppo: 16 km; SE: 31.5 km circa.
L'obiettivo di oggi era pertanto quello, nel tempo dato, di esplorare il più possibile questa area molto conosciuta per il grande Santuario ma non per le sue montagne.
Prima destinazione il monte Tovo: lascio l'auto ad un tornante sopra il Santuario proprio dove comincia una larga mulattiera che va nel cuore della valle e poi si dirama per salire nella Conca. Dopo poche centinaia di metri, abbandono la mulattiera all'altezza di un segnavia che indica la mia destinazione su un sentiero che si stacca a destra nel bosco. Il sentiero di riferimento è il D14 e sale piuttosto deciso sino ad uscire su un pianoro dove ci sono i ruderi dell'alpe Giass Comun. In questa zona vi sono difficoltà di orientamento a causa dell'assenza di segnalazione e dell'erba alta che cela i sentieri precostituiti. Dopo un po' di girovagare trovo la via giusta: occorre risalire il costone dietro i ruderi puntando ad un grosso ometto, raggiunto il quale si devia a sinistra su traccia ora più evidente. La salita al Tovo per questa via è la più selvaggia in un'area fortemente antropizzata e la sua percorrenza ne è la riprova. Solitudine completa (è pur vero che era mattino presto), ambiente impervio, grandi silenzi, senso di disorientamento sono elementi che caratterizzano l'intera salita. E che salita: quando la traccia si immette sulla costa del Tovo, ci sono 500 m di dislivello da superare senza respiro, su terreno prevalentemente scivoloso. Arrivo così in cresta piuttosto disfatto ma la vista della croce di vetta e il panorama sui sottostanti Santuario e Conca alleviano la fatica. Dopo un breve tratto in falsopiano, la salita si fa di nuovo erta e pur non presentando pericoli oggettivi perchè molto larga, questa cresta fa sudare. Dalla cima, raggiunta in due ore, la vista è maestosa e tra tutte le bellezze visibili, il Cervino ha un posto d'onore.
Comincio la discesa su sentiero D32 verso NO che scende ardito e richiede attenzione sino alla sella Finestra oltre la quale si stacca l'edificio sommitale del monte Camino. Un segnavia su sasso indica la via ma, malgrado un'attenta perlustrazione, non vi è alcuna traccia che sembri inerpicarsi con un minimo di logica in questo ambiente severo. Un po' deluso, abbandono dunque l'idea della salita al Camino e prendo l'evidente sentiero segnalato che mi condurrà con lungo traverso discendente prima ai ruderi dell'alpe Trotta e quindi al rifugio Rosazza ben visibile nel cuore della conca per tutta la gita. Il traverso è piuttosto noioso perchè cedevole, stretto e bagnato. Dal Rosazza risalgo velocemente al rifugio Savoia dove arriva la funivia da Oropa e, camminando su sterrata verso nord giungo allo splendido bacino del lago del Mucrone posto proprio sotto l'omonimo monte. Continuo dunque su sentiero D23 e salgo alla bocchetta del lago con ottima vista sul monte Mars (il re di questa area perchè il più alto). Dalla bocchetta volgo a sinistra e risalgo un pendio dove trovo facili nevai residui sino a uscire all'anticima del Mucrone dove sono posti i ruderi della vecchia stazione della funivia che, inutile dirlo, sono un pugno nello stomaco in questo contesto complessivamente fantastico. dai ruderi salgo per cresta per poi abbandonarla e spostarmi sul lato sinistro per utilizzare un sentiero a tratti scalinato (e molto faticoso!) che mi conduce in vetta. Da questa c'è un gran panorama sulla pianura Padana, oggi un po' celato dal calore. Si vede anche una seconda, vicina cima con croce che rappresenta il punto di uscita di una ferrata. Alla vetta del Mucrone in due ore dal Tovo, quindi pausa pranzo e discesa per la stessa via di salita ripassando da bocchetta, lago e rifugio. Da qui intercetto una mulattiera discendente che mi porta all fondo del vallone transitando sul sentiero D13 GTA. Col senno di poi, avrei evitato questa lunga discesa su fondo sconnesso e spaccaginocchia ed avrei invee preso la comoda sterrata gippabile che si stacca dal lago di Mucrone e si collega con questa via al fondo della valle, in splendido ambiente dove la presenza di acqua è meravigliosamente copiosa. Da questo punto, in un paio di chilometri, la mulattiera mi riporta allo starting point,dove l'auto è assorta in preghiera davanti al tempietto del Delubro da otto ore.
Il dislivello somma le due salite.
Tempi comprensivi di pause, un'ora circa.
Sviluppo: 16 km; SE: 31.5 km circa.
Tourengänger:
rochi

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