Un mezzo grignone

Premessa: in questa mezza estate (dire “mezza” è definizione sin troppo benevola) è arduo trovare una giornata con delle condizioni meteo stabili per una bella uscita in montagna; ancora più difficile se si vuole salire un po’ di quota.
Visto che le previsioni della prima parte della settimana in corso dicono che lunedì sarà la giornata “meno peggio” delle altre, beh allora si programma subito una uscita, questa volta in solitaria.
Appena partito da casa il cielo è totalmente coperto da nuvole ma sono fiducioso si dissolveranno con un innalzamento della temperatura nel corso della giornata. Così sembra essere all’imbocco della Valsassina dove ho intenzione di raggiungere una meta affascinante (la Grigna Settentrionale), con un significativo (per me) dislivello e cioè partendo da Balisio, o meglio dalla Cappella del Sacro Cuore; l’unico problema è che proprio laddove vorrei andare le nuvole non sembrano volersene andare e penso: il solito cappello della grigna, speriamo di aver azzeccato la scelta anziché optare per una uscita a funghi, forse più consona alle condizioni meteo della stagione.
 
Parcheggiata l’auto nei pressi della Cappella del Sacro Cuore mi incammino alle 8.15.
Seguo la sterrata, in leggera ma continua salita, che passa nei pressi dell’agriturismo Grassi e Lunghi e che si percorre per circa mezz’ora; ad una palina con cartelli gialli, si abbandona il percorso per la Traversata Bassa per piegare a destra seguendo le indicazioni Pialeral e Rifugio Brioschi.
Ora la salita, nel bosco di faggio, è più decisa ma non eccessivamente faticosa grazie agli ampi tornanti che il sentiero disegna.
Uscito dal bosco, arrivo alle 9.10 all’Alpe Cova ed osservo il persistere delle nuvole nei pressi della mia meta mentre tutto attorno l’azzurro del cielo e qualche occhiata di sole sembrano aver preso il sopravvento.
In dieci minuti transito dal rifugio Pialeral e poco oltre allo spiazzo dove era ubicato l’ex rifugio Tedeschi.
Decido prudenzialmente di seguire il percorso che passa per le baite dei Comolli, utilizzato per la salita invernale al Grignone, così da poter meglio valutare l’evolversi delle condizioni meteo ed avere comunque a disposizione una meta alternativa anche se di ripiego.
Salgo ora con un po’ più di fatica su sentieri che si intersecano di continuo tra prati e piccole rocce che sono di fatto interrate nel sentiero. Man mano che salgo mi rendo conto di entrare nell’ammasso nuvoloso, la visibilità infatti diminuisce e qualche goccia d’acqua si inizia a sentire.
Arrivo senza quasi neanche accorgermene, poiché mi spunta dalla nebbia quando sono proprio nei pressi, al bivacco Riva – Girami che sono le 10.25, dopo 1h40m di marcia e 30m di sosta; questo è il punto dove mi ero prefissato di fare una piccola pausa prima di affrontare il ripido tratto del “muro del pianto”.
La pioggia però aumenta e la visibilità continua a diminuire; nei rari momenti di qualche piccola apertura osservo che anche in valle il tempo sembra essere peggiorato. Qualche escursionista che nel frattempo scende dalla vetta mi conferma non esserci speranze per trovare qualche squarcio di sereno più in alto.
Decido quindi di fermarmi qui, comunque soddisfatto della sempre bella salita e dei circa mille metri di dislivello percorsi. Terminano qui la loro ascesa anche le altre persone che sono arrivate dopo di me al bivacco, a proposito, complimenti a chi ha approntato e si occupa di questa accogliente struttura che è fornita di ogni necessità e che definire bivacco è troppo riduttivo.
Dopo una sosta di circa un’ora, considerato che la pioggerellina continua a scendere, indosso un indumento impermeabile e inizio il rientro per lo stesso percorso seguito all’andata.
L’impressione di un peggioramento anche a quote più basse è confermata dal fatto che la terra del sentiero è ora un po’ più inzuppata d’acqua e quindi si deve porre molta attenzione a non scivolare; la pioggia va e viene, infatti tolgo e metto la mantellina diverse volte.
Arrivato all’ex rifugio Tedeschi e quindi al Pialeral alle 12.15 finalmente sembra aver smesso di piovere.
Ripasso nei pressi della bolla d’acqua dell’alpe Cova e mi immetto nel bosco di faggi che mi porta all’ultimo tratto sulla sterrata; anche se sono tra gli alberi si intuisce chiaramente che il tempo sta rasserenando, voltandomi però osservo che i versanti della montagna da dove provengo sono sempre abbondantemente immersi nelle nuvole.
Arrivo alla Cappella del Sacro Cuore e quindi all’auto alle 13.20 quando il sole è ben caldo e mi ha asciugato completamente da tutta l’umidità che ho raccolto lungo il percorso.
Ritornerò sicuramente a breve, la vista dalla vetta del grignone merita sempre una visita.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 10,1;
Tempo marcia: 3h10m;
Tempo sosta: 1h55m;
Ascesa: mt. 1.040 circa;
Velocità media in marcia: 3,2 km/h;
Velocità media totale: 2 km/h.