Salire sul Monviso ... ci riusciro' ? Non ci riusciro' ? Decido di provare senza farmi grandi aspettative: dove arrivero' ... arrivero'. Del resto la meteo offre 2 giornate splendide (una delle quali, ho scoperto in questi giorni, l' ha sfruttata nella stessa zona Alberto) e per viverle al meglio decido di raggiungere il Rif. Sella invece che dal tradizionale Pian del Re in Valle Po, da Castello in Val Varaita passando per il bosco dell' Aleve' , il Rif. Bagnour, il vallone del Duc, il passo Calata' a quota 2900 (occhio agli ometti e ai bolli rossi: l' itinerario e' tutto segnato; non farsi ingannare come il sottoscritto da una sella piu' ampia e piu' facilmente raggiungibile) .
Si scende sempre su sentiero segnato al passo S. Chiaffedo sul tradizionale Giro di Viso e da qui, via passo Gallarino al Rif. Sella. Al rifugio, piuttosto pieno per essere un giorno feriale di settembre, sono in molti che saliranno per la Normale e non ho difficolta' ad affiancarmi ad uno di loro.
Notte "tranquilla" ma sveglia presto perche' la colazione e' servita poco dopo le 4 ...
Alle 4.40, frontale accesa, mi trovo a seguire Mauro, conosciuto la sera prima ... : lui e' gia' salito diverse volte ... conosce bene il sentiero ... infatti va come un treno e fatico a stargli dietro.
La salita al Passo Sagnette e' ripida con un tratto attrezzato (sistemato definitivamente nel 2010) rimonta diverse rocce e la presenza delle catene in alcuni punti e' indispensabile. Non sono in generale molto a mio agio con le catene ... figuriamoci di notte ... comunque dopo un tratto in quota, presumo esposto, si arriva al passo ... Mauro e' andato troppo in fretta ... infatti non capisce dove bisogna scendere ... non c'e' problema ... basta aspettare un altro gruppo e si trova la strada giusta. Io pero' sono in affanno e cosi' alle prime luci saluto Mauro, lo ringrazio del supporto fornito e lo lascio andare col suo ritmo ... lo ritrovero' mentre gia' scende per un saluto finale. Segni gialli e ometti guidano in mezzo a detriti e fino a quota 3200 circa non ci sono problemi. La rampa per arrivare al biv.Andreotti (attualmente inagibile) e' ripida e bisogna fare un poco attenzione ai detriti scivolosi. Dopo il bivacco un nevaio in falsopiano richiederebbe i ramponi se facesse piu' freddo ... c'e' comunque un tal solco di passaggi che non ci sono problemi ... ed al ritorno la neve sara' decisamente meno dura.
I primi tratti di salita si affrontano senza problemi ... a volte trovo utile farmi passare da qulacuno per capire come superare certi passaggi ... proseguo, sempre guidato da segni gialli ... un primo muretto mi mette in decisa difficolta' ... la quarta comitiva che mi sorpassa mi convince a provare un aggiramento per cengia detritica segnalata con una sbiadita riga rossa ... sara' utile al ritorno.
A questo punto sono in mezzo a 2 gruppi numerosi ... ci si supera a vicenda ... si va tranquilli ma quando si arriva ad una fenditura preceduta da un breve nevaio ... mi arresto ... non riesco proprio a tirarmi su ... Sto per tornare indietro quando il "capo" di uno dei 2 gruppi si offre di aiutarmi e mi descrive il movimento giusto da fare rassicurandomi per la discesa ... se serve lui ha una corda ... e io ho l' imbrago ... bene cosi' allora. Scopriro' che questo punto dove mi sono bloccato si chiama "Ferro da Stiro" e credo preceda quello che e' considerato come piu' impegnativo ... i "Fornelli" ... in realta' io non ho riscontrato difficolta' particolari ,,, certo si usano sempre le mani per la progressione ma non mancano ne' appigli ne' buoni spazi di appoggio ... e cosi' alla fine sono in cima alle 9.20 ... e ci sono gia' almeno 30 persone ...
C'e' un po' di confusione ed e' impossibile fare foto senza inquadrare dei perfetti sconosciuti ... ma va bene lo stesso. La vista e' veramente notevole ... gia' le vallate piu' vicine appaiono comunque molto distanti ... il numero di cime che appaiono e' incalcolabile ... comunque Bianco Rosa e Cervino si distinguono piuttosto bene (oltre a tante altre che non sto ad elencare) ... La croce di vetta si trova su Punta Trieste: nei pressi c'e' un' altra punta, un poco piu' bassa, Punta Nizza, che anche a causa della neve decido, come tutti di non raggiungere (ignoro se includa qualche tratto alpinistico) anche se nasconde un poco il panorama. Dopo un' ora di sosta si inizia a scendere ... lentamente ... : io seguo fedelmente il gruppo che mi ha aiutato al mattino ... va tutto bene ... anche al Ferro da Stiro dove impiego qualche minuto in piu' a scendere ... ma non ho bisogno della corda. Al di la dei singoli tratti una difficolta' ulteriore nella discesa e' il ritrovare segni ed ometti della salita (del resto anche durante la salita ho visto almeno un paio di gruppi ritornare indietro per aver perso i segni ...) . 2 ore e 30 dall' inizio della discesa e sono al biv, Andreotti "fuori dai tratti pericolosi" ... Una sosta doverosa anche per salutare il gruppo che mi ha cosi' di buon grado arruolato tra le sue file ... loro sono diretti a Pian del Re e quindi devono ripassare dal passo Sagnette ... io invece ho praticamente sempre discesa lungo il vallone delle Forcioline dove sorgono 2 bivacchi. La via piu' breve passa a sinistra del primo bivacco presso il lago ... io mi lascio distrarre dai segni gialli e mi ritrovo, in leggera salita, diretto al secondo bivacco ... poco male ... da quello che so ho finito per scegliere un sentiero piu' lungo (2 brevi tratti attrezzati) ma piu' panoramico a favore di uno piu' ripido e incassato ... I 2 sentieri convergono in vista del vallone di Vallanta da cui in "breve" (8 ore dalla vetta del Monviso alla macchina ...) giungo a Castello.
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