Rifugio Calvi, visioni cinematografiche
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Il duemilatredici è l'anno della tartaruga.
Almeno secondo il mio personale calendario, che nasce da un discutibile sincretismo tra quello cinese e la lenta ripresa di una decente condizione fisica dovuta al letargo invernale. L'uomo con lo zaino, corazzato dalle minacciose ciaspole appese ai suoi fianchi, è morfologicamente simile al simpatico rettile, con una marcata differenza sulla camminata a due zampe.
La salita al rifugio Calvi, uno dei più noti della Val Brembana, si svolge con le modalità di un lungo corteggiamento sui fianchi innevati della valle. Le propaggini dell'inverno sono ancora ben evidenti, nella bianca abbondanza di neve, sensazione che prende forza, vedendo le stalattiti di ghiaccio che incorniciano la cascata della Val Sambuzzo.
Siamo in otto oggi. Il nostro incedere deciso ricalca un'immagine fantasy della Compagnia dell'Anello : Aragorn ( bertic) che accompagna i nani nelle miniere di Moria, nel cuore delle montagne. Nel gruppo c'è anche il fantasista davidgnomo, che con le sue improvvisate gag tiene alto il livello di ilarità. Gandalf , il mago, è rimasto a casa con una brutta ferita al piede.
Transitiamo allegri presso il Lago Fregabolgia, ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio di consistenza sovietica. Immagino, colui che diede il nome a questo specchio d'acqua, finire i suoi giorni in una cella infestata dagli scarafaggi, intrattenendo lunghi monologhi con un topo.( töpo in bergamasco, con la o chiusa come möto e föto)
Dopo una transumanza di circa tre ore e mezza, seguendo lo slargo naturale della valle si giunge nel centro della conca aperta, dove sorge il rifugio Calvi.
Qui l'occhio può finalmente sfruttare le sue capacità grandangolari, sulle cime che in abito bianco acquistano una severa nobiltà: Monte Madonnino, Cà Bianca, Pizzo del Diavolo.... non sono più modesti duemila e qualcosa, bensì aspiranti al concorso per montagne di serie A.
Qualcosa si muove.
Le loro pendici sono infestate da puntini neri, che all'esame dello zoom si rivelano pattuglie di skialper. Lo skialper frequenta la montagna come un parassita benigno, in una condizione di bio simbiosi. Generalmente simpatico, non necessita di seggiovie risparmiando all'atmosfera quintali di CO2, meritando la medaglia dell'ecosostenibilità.
Da tartaruga in salita, in discesa si trasforma in un ghepardo delle nevi, facendo del piano inclinato il suo territorio naturale. Per l'impeto con il quale aggredisce le polveri nevose, meriterebbe i panni di un personaggio di Kerouac, che irrompe in ogni sua azione prendendo il vento in faccia senza paura. Senso del pericolo, non pervenuto.
Il sole di oggi vale parecchi carati, la neve abbondante riverbera la sua luce madreperlacea in un ping pong infinito, che dona alla vallata una bellezza cinematografica. Sono certo che il silenzio e le inquadrature di questo altopiano, che esploro attraverso la mia reflex, piacerebbero a Werner Herzog. Oggi, di fronte a tanta bellezza, non sarebbe difficile convincerlo a girare un docufilm sulle Orobie. Specialmente dopo un piatto di polenta taragna insaporita con il Branzi, ed un bicchiere di Valcalepio Rosso DOC.
I medesimi scenari naturali possono essere indirizzati a differenti letture, a seconda della sensibilità individuale.
Il mondo, e di questo sono fermamente convinto, nella sua accezione più completa è appannaggio dei visionari. Di quelle persone che grazie ad una inafferrabile capacità psichica, sanno vedere oltre l'apparente, riuscendo a trovare diamanti invisibili anche all'interno delle più piccole cose. Chi è in possesso di questa sensibilità, ed il regista tedesco è uno di loro, riesce a captare in ogni molecola d'aria montana i colori più vivi. A gioire seguendo il profilo delle cime, o a vedere la vita fluire in una gemma che spunta dalla neve.
Camminare a lungo, sfruttando la fatica come catalizzatore dei pensieri aiuta ad affinare questa abilità, senza nessun bisogno di sostanze stimolanti chimiche, o vegetali da mischiare al tabacco. Basterà aprire gli occhi ed il film della realtà aumentata, dilatato in un infinito campo lungo, sarà in prima visione assoluta davanti ai nostri occhi.
soundtrack: "Diamonds from the inside" Ben Harper
http://www.youtube.com/watch?v=fpns_a4Nuvo
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