Monte Prosa (2737 m) con racchette da neve e ramponi
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Da tempo desideravo raggiungere la vetta della montagna ad Est del Passo del San Gottardo, che più di altre ha attirato l’attenzione dei viaggiatori del Settecento, Ottocento e Novecento: da Horace–Bénédict De Saussure, a Luigi Lavizzari, a William Augustus Brevoort Coolidge, ad Aldo Bonacossa (uno dei fondatori del CAI). Accanto a questo parziale elenco di personaggi celebri che hanno raggiunto il Monte Prosa, ce n’è un altro molto più lungo, al quale oggi si è aggiunto il buon siso, che ha però vissuto una soddisfazione pari a quella degli illustri predecessori.
Inizio dell’escursione: ore 5:55
Fine dell’escursione: ore 10:40
Temperatura alla partenza: 6°C
Temperatura al rientro: 16°C
Oggi la sveglia suona alle 3:20! Ebbene sì, mi concedo venti minuti di sonno in più rispetto a sabato scorso. Qualcuno ritiene che questi orari di sveglia siano il frutto di “psicopatie tipiche dei malati di montagna”. Trattandosi di una scelta e non di un obbligo, la levataccia non mi pesa più del dovuto. A parte il fatto che non ritengo necessario giustificare a chicchessia gli orari della mia sveglia, chi ha detto poi che le ore di sonno debbano compiersi da mezzanotte alle sette del mattino? Stiamo vivendo in queste settimane le giornate più lunghe dell’anno: tutti gli alpinisti sanno comunque che, per diversi motivi, le ore più propizie per le escursioni sono quelle attorno all’alba.
È in questa ottica, che alle 5:55 ha inizio la mia escursione dal Passo del San Gottardo.
In auto ho sia l’attrezzatura per lo scialpinismo sia quella per le racchettate, con due zaini diversi, ovviamente…
Una rapida valutazione della situazione mi induce a scegliere le ciaspole. L’opzione si è rivelata azzeccata.
La strada che sale in direzione dell’Alpe di Fortünéi è solo parzialmente coperta di neve: impossibile percorrerla con gli sci. Quattro sciatori tentano di aggirare il problema cercando dei canaloni innevati più a nord. Li ho visti arrancare sul ripido pendio e per finire hanno dovuto legare gli sci allo zaino.
Io procedo senza faticare più del dovuto fino all’altezza dell’Alpe di Fortünéi, dove decido di calzare le racchette.
Ho percorso più volte questa bellissima valle, chiamata “Valletta”. Quest’anno c’è più neve rispetto all’anno scorso, anche se la visito con un mese di ritardo rispetto al 2011. La neve compatta e portante agevola la salita. La valle è ancora in ombra; l’unica parte illuminata dal sole, ciò che ne evidenzia e accentua la bellezza, è la parete Est del Monte Prosa. I quattro sciescursionisti mi seguono a distanza: è il percorso più logico.
Quest’anno, decido di trascurare la Bassa della Prosa (2592 m): preferisco puntare alla sella più in alto, in direzione Est. Il versante è ripidissimo; la neve è ghiacciata. In questo tipo di terreno le ciaspole hanno un enorme vantaggio rispetto agli sci. Il rampone delle racchette mi permette di scegliere un percorso più diretto, senza troppi dietro front. Intanto, gli sciatori hanno montato i rampanti.
Raggiungo la cresta che collega la Valletta di Fortünéi con la valle del Lago della Sella ad una quota di circa 2630 m. Mi concedo una bella sosta al sole e scatto foto in tutte le direzioni. Con molto piacere, noto che i quattro sciescursionisti stanno salendo nella stessa direzione. Anche loro sono intenzionati a raggiungere il Monte Prosa. Scambio qualche parola. Seguendo il motto “l’unione fa la forza”, chiedo di aggregarmi. Detto, fatto! Mi accodo fino al deposito sci, posto sulla Cima E del Monte Prosa, a 2723 m di quota. Qui ci riposiamo qualche minuto. Lascio le ciaspole al deposito, monto i ramponi e prendo la piccozza.
Monte Prosa (2737 m)
Ci incamminiamo, guidati dall’esperto Armando, poco ad est della cresta rocciosa, sul pendio innevato. Il versante è molto ripido: una scivolata porterebbe a delle spiacevolissime conseguenze. Il tempo è bello e fa molto caldo; questo rende un po’ più facile la scalata. Alle 8:31 raggiungiamo il punto più alto del Monte Prosa, è la Cima Centrale, non visibile dal Passo del San Gottardo, quotata 2736,8 m.
Dopo le strette di mano e le foto ricordo ritorniamo al deposito sci/racchette calpestando rigorosamente le orme lasciate durante la salita. In questo tratto la piccozza e i ramponi si rivelano utilissimi. Purtroppo sono l’unico ad averli portati.
Superato il tratto esposto ci rilassiamo e ci gustiamo il panorama.
Alle 9:00 lascio i compagni di scalata del Prosa e, tenendo i ramponi, scendo sul versante del Lago della Sella. I canaloni innevati non bastano per una discesa con gli sci. Il fatto mi conferma che la scelta delle ciaspole è stata azzeccata.
Nei pressi della Cascina della Prosa (2403 m) incontro un cristalliere che si aggira senza una meta fissa, con i ferri del mestiere in mano. I ramponi mi facilitano la discesa anche sui ripidi versanti privi di neve. Raggiungo la strada del Lago della Sella a 2180 m di quota.
Alle 11:20 posso sorseggiare una birra con degli amici, appena scesi dalla Fibbia: salute!
Percorso ad anello attorno al massiccio del Monte Prosa, con scalata alla cima più elevata. Sole, neve, rocce, temperatura estiva: che volere di più?
Tempo di salita: 2 h 35 min
Tempo totale: 4 h 30 min
Tempi parziali
Parcheggio presso il Passo del San Gottardo (2097 m) – Cresta ad Ovest della Bassa della Prosa, ca. 2630 m: 1:40 h
Quota 2630 m – Monte Prosa (2737 m): 55 min
Monte Prosa (2737 m) – Cascina della Prosa (2403 m): 1 h
Cascina della Prosa (2403 m) – Parcheggio presso il Passo del San Gottardo (2097 m): 45 min
Dislivello in salita: 640 m
Sviluppo complessivo: 8,0 km
Difficoltà: T3+/WT3
SLF: 1 (debole)
Coordinate Monte Prosa: 687'615 / 157'390
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: alcune zone con assenza di segnale sopra la Cascina della Prosa.

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