Cima di Negrös 2182mt - primaverile con neve ....
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Cima di Negrös – Capanna Alva – Rifugio Negrös : fatica tanta ma soddisfazione e panorami indimenticabili
Non era proprio in programma, ma fortuna vuole che ci ritagliamo un giorno extra per una camminata, doveva essere una solitaria, avevo pensato al Garzirola … ma per fortuna Paolo ottiene il nullaosta per uscire assieme, allora pensiamo a qualcosa … di più piccante.
Vista la neve caduta in settimana, partiamo armati di tutto, ciaspole e ramponi, ghette e abbigliamento pesante, scartiamo la Val Bedretto, le previsioni danno nuvoloso e vento, usciamo dalla galleria del Ceneri e decidiamo.
Primo riferimento il Sassariente Q1800, pulito a fianco … pulito ma il Vogorno è ben innevato. Sguardo verso il Claro ed il Molinera, a Q2200 poca neve, alla Brogoldone niente.
Riduciamo la scelta a due mete: il Gaggio e la Cima di Negros.
Arrivando a Bellinzona lo sguardo volge alle cime a sinistra cercando di capire la situazione neve, sicuramente la troveremo …
La cima di Negros è bianca dai 2000mt circa, impossibile non riconoscerla con il grosso intaglio a sinistra, sembra un “dentone”. Tra le opzioni è la più impegnativa come dislivello e come pendenze, tra l’altro alla capanna Alva (o meglio all’esterno) ci siamo stati a dicembre per una prima ciaspolata, ma si sa … con la neve è comunque diverso.
Paolo propone come obiettivo il rifugio Negros, poi vediamo come si mette.
Parcheggio a Pon di Sopra, ben +1°, silenzio e solitudine totale, cielo azzurro, si parte sono le 7:50.
Alle 9:20 siamo a Larecc, e alle 10:00 siamo alla capanna Alva, finalmente fuori dal bosco ad ammirare il panorama, stupendo.
Nel bosco incontriamo un bel cane da caccia, un setter, che ci seguirà per tutta la giornata.
Una ventina di minuti di pausa, confermando che la capanna è chiusa e le chiavi non sono in loco, almeno non visibilmente.
Inizia ora la fase “pesante”, il sentiero si impenna dietro la capanna (paline), e fa capire subito come saranno le cose da qui in su ….
Il sentiero è sempre ben tracciato ma non ci sono più bollini di vernice o paline, bisogna stare attenti che prima di un ruscello ci sono delle tabelle in legno che segnalano la deviazione a destra (a salire) per il rifugio Negros, o in piano, ci si inoltra nella Valle di Lodrino, verso località Piacacra e oltre.
Deviazione a destra quindi ed in breve siamo alla baite, quasi tutte malmesse, a parte il rifugio Negros a 1799mt, lo raggiungiamo alle 11:00.
Capanna Alva 1570mt RIfugio Negros 1799mt
Il rifugio non è una reggia o un hotel a 4 stelle, ma la baita adattata a rifugio con mobili e sedie “in stile” ha il necessario per scaldarsi, dormire e cucinarsi qualche cosa.
Ho fatto qualche foto che inserisco per documentare.
Devo anche dire che se la Capanna Alva ha una gran bella vista, bisogna salire qui per capire bene che vista si gode da questo balcone !
Tra foto e ricognizione al rifugio altri 20 minuti, ottimi per recuperare fiato (il mio si intende Paolo è imperturbabile, sarà il nome … e chi, di mia conoscenza, si chiama Paolo può identificarsi ).
La cima di Negros è quasi 400mt sopra le nostre teste, con la cima ben imbiancata e le dorsali che la risalgono belle ripide.
Ma prima di proseguire una curiosità: poco sopra il rifugio c’e’ una magnifica statua in pietra che raffigura il Cristo, una versione in piccolo di quella di Rio de Janeiro.
Proseguiamo, nella prima parte del percorso si devono superare e aggirare delle rocce, pochi gli omnetti, quasi introvabili nella prima parte, ritorneranno subito dopo, ripresa la cresta.
In un paio di occasioni, brevi tratti e non esposti, ci si deve aiutare con le mani, niente di difficoltoso.
Qui il cagnone che ci accompagnava ha evidenti difficoltà a scalare, e rimane ad aspettarci mentre noi saliamo lungo i bordi della cresta.
Nella loro escursione gli amici alberto e
francesco parlavano di “ginocchia in bocca”, e posso solo confermare che è tutto vero!
Il mio fiato ne risente tanto, ho già 1100mt di dislivello nelle gambe e questi 300mt sono lunghissimi.
La salita è resa ancora più difficile dall’ erba secca (peggio del ghiaccio) e dalla neve fresca.
Alle 12:25 raggiungiamo Q2090, sotto una roccia, sopra un balcone, propongo a Paolo di pranzare qui …
Mi guarda sorpreso, “come non ci proviamo nemmeno”?
Sei matto? Mancano solo 100mt, sicuro che ci proviamo, anzi mettiamo i ramponi e la raggiungiamo la cima … ma ho bisogno di riposare un poco, quindi perché non pranzare e poi salire?
Dopo la “pazzia” al Chuebodenhorn, faccio provare a Paolo la follia di pranzare e poi salire, manca così poco alla vetta che non ho dubbi.
Così ci accomodiamo e pranziamo, con davanti a noi un panorama già spettacolare con la valle di Lodrino e le conosciute cime che la chiudono in alto: il Gaggio, la cima d’Erbea, la Cima dell’Uomo, il Madone, tutte conosciute e stupendamente imbiancate (per forza è il loro versante a nord).
Alle 13:20 dopo essermi riposato e rifocillato, calziamo i ramponi e partiamo alla conquista.
Con i ramponi è tutta un'altra cosa … si cammina sicuri, la pendenza è anche lievemente inferiore, in poco più di 20 minuti raggiungiamo la cima, ben coperta da neve fresca.
CIma di Negros (a sinitra) 2182mt
Il panorama ti lascia senza fiato, la posizione di questa bella vetta a 2182mt con le cime importanti ben distanti ti permettono di spaziare con la vista anche molto lontano.
Anche verso il basso, verso Bellinzona e verso Biasca la vista è notevole, ma sono le grandi montagne attorno che calamitano la nostra attenzione.
Dopo le grandi fatiche (mie) fatte … ogni minuto speso, ogni goccia di sudore, ogni imprecazione per le scivolate, trovano un premio enorme arrivati al culmine della Cima di Negros.
La neve, il sole, il panorama a lunghe distanze, le meravigliose cime attorno, chi ha voglia di scendere?
Ci fermiamo quasi mezz’ora, visita anche alla cimetta più a est, per guardare giù …
Ma il tempo incalza, scendiamo sempre ramponati fino a dove possiamo pestare neve e non rovinare le punte sui sassi.
Passaggio ancora al rifugio Negros, o meglio alla statua del Cristo, ritroviamo il setter che ci aspettava, e giù alla Alva.
Alla capanna Alva fermata per godersi un po’ di sole e bere, poi ripartiamo.
Prima dell’ Alpe di Larecc il cane smette di seguirci, strano …
Percorsi i 2km del lungo traverso raggiungiamo la valle Iragna e la discesa, ripida, verso Pon.
Al parcheggio troviamo il padrone del cane, ci chiede se lo abbiamo incontrato, spieghiamo tutto, anche dove lo abbiamo perso di vista. Mentre sta organizzandosi per le ricerche, con grande fortuna e molta soddisfazione di tutti noi, il setter (che si chiama Sam) arriva correndo dal sentiero.
Tutto è bene quel che finisce bene ...
Per me e Paolo una giornatona da incorniciare …
E' un' escursione altamente consigliata, merita veramente !
Vista da brown
Una Pasquetta da ricordare...
Escursione piacevole con tempo soleggiato e ricca di sorprese.
Con questo preambolo sintetizzo cio' che Giorgio ha gia' riccamente descritto.
Partiamo subito con una bella pendenza e subito ci accorgiamo che la primavera e' ormai fiorita, primule e addirittura una precoce genziana lungo il percorso .
Il rumore del picchio ci accompagna nel bosco insieme ad un setter irlandese che abbandona gli altri tre compagni per seguirci per tutto il giorno.
Fino alla Capanna Alva la strada era conosciuta e motivo per ripensare ai bei momenti passati nella precedente ciaspolata.
La salita al rifugio Negros ci regala un'insolita sorpresa.
Una bellissima statua in granito del Cristo redentore che domina tutta la vallata simile a quella di Rio de Janeiro alta circa 2,5 metri posata nel 2011.
Mancano ancora quasi 400 metri prima della vetta, pendenza importante e impegnativa per l'erba scivolosa.
La voglia di arrivare e' tanta e 100 metri sotto la vetta calziamo i ramponi che ci danno molta sicurezza e stabilità sulla poca neve caduta di recente.
E' una bella sensazione camminare in sicurezza dopo aver sentito gli scarponi scivolare e non avere piu' presa.
La cima era intonsa, spiaceva quasi profanarla, ma era il nostro premio per la nuova conquista.
Panorama spettacolare, la piccola croce di legno esce da un basamento di sassi e subito Giorgio ricorda è Francesco e
Alberto che l'hanno riparata nella loro precedente escursione.
Siamo appagati dalla nuova meta raggiunta e guardando il panorama l'elenco delle nuove mete si allunga ....
Ne e' valsa proprio la pena una bella escursione da ricordare.
A presto Paolo
Percorso: Pon di Sopra, Larecc, Alpe Alva, Rifugio Negros, Cima di Negros, ritorno dalla stessa via
11.0 Km, 7:10-9:30m di orologio
Dislivello: 1250 mt assoluto, 1500 mt relativo
Partecipanti: Giorgio, Paolo
Altre foto, diario, tracce sul nostro sito (a breve)
Girovagando


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