Verso Cima Saler
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Da Colloro verso Cima Saler
In questa continua confusione sul da farsi, improvvisa mi torna in mente la Val Grande. Già in passato ho più volte apprezzato la sua selvaggia bellezza, la solitudine che mi ha accompagnato in tanti percorsi, l’asprezza pur affascinante delle sue creste, dirupi e cime svettanti. Ho letto e meditato molto sugli abitanti di questi luoghi ora quasi disabitati, sulla fatica fatta per vivere e lavorare in questi posti belli ma per nulla comodi.
Così ho deciso di andare a visitare una nuova cima: la Cima Saler con l’intenzione recondita di toccare anche il Pizzo della Rossola. Queste cime fanno parte della corona più esterna che cinge la Val Grande da SO e le fa da baluardo verso la piana dell’Ossola.
Decisa la meta, per la quale avevo trovato la relazione di cappef (vedi), ho fatto i miei soliti piani organizzativi e sono partito per Colloro. Il paesino dal simpatico nome che suggerisce ricchezza è in realtà un bel paese ordinato e pulito che si raggiunge da Premosello con una strada a tornanti. Visto il tipo di strada rinuncio a proseguire per la piccola diga dove si può parcheggiare l’auto e parto invece dal centro paese. Il sentiero, ben tenuto e segnalato, raggiunge la frazione Ai Curt (963m) con belle casupole anch’esse ben tenute e frequentate, almeno in estate. Qui il sentiero cambia aspetto e si fa parecchio ripido passando dalla pendenza media del 25% al 30% con il tratto finale del 42% per 450m. giungendo all’Alpe Colla. Dopo questa località inizia un traverso a saliscendi molto esposto e sconsigliabile a chi soffre di vertigini non essendoci alcuna protezione. Finito il traverso si riprende a salire al 45% per 350m poi più dolcemente si giunge all’Alpe Curtèt.
Là si trova l’indicazione per Bocchetta Saler ed io, che cercavo una bocchetta a 1880m e volevo ascendere la Cima Saler mi dirigevo a vista, ignorando le indicazioni del mio GPS sul quale avevo programmato il percorso. Sembrava tutto così logico (Bocchetta Saler è Cima Saler) anche se l’istinto mi suggeriva che forse il canale più giusto sarebbe stato più a dx! D’altra parte il sentiero non esiste e si sale direttamente verso la sella confortati da 3 o 4 segni bianco-rossi, non di più, dipinti sulle rocce. Io ero molto occupato a raschiare il fondo del barile delle mie energie che sentivo ormai esaurite e forse questo obnubilava il mio senso critico. Dieci passi e sosta e così via finché sono arrivato finalmente alla sella con tanto di palina. Lì lascio lo zaino e mi dirigo subito a dx salendo verso la Cima Saler ma arrivato al culmine (1907m) vedo che la cresta precipita improvvisamente e pericolosamente. Solo allora, recuperato “il ben dell’intelletto” mi rammento di questa sorta di “anticima” che pur avevo notato salendo; era esattamente verso questa seconda sella che l’istinto (e il GPS che ho ignorato) mi diceva di dirigermi. Di ridiscendere e circumnavigare questa anticima non se ne parlava neppure dopo la mia ultima prestazione; desideroso di “vetta” ridiscendo allora alla Bocchetta Saler e risalgo dalla parte opposta tentando il Pizzo delle Pecore che sapevo essere in quella direzione. Giunto in vetta alla quota 1926m mi accorgo che anche qui non è semplice: la cresta scende anche se non con un salto impossibile e il Pizzo delle Pecore mi “sorride” quasi 1.5 km più in là. Inoltre l’orologio impietoso mi segnalava che ero in ritardo di almeno ¾ d’ora; quindi, ancora una volta, raccolgo armi e bagagli ed inizio il mio ritorno a Colloro rimuginando sugli errori, su come farò la prossima volta, sulla nevetta che ha rallentato la marcia, sull’essere partito più in basso, insomma….i soliti ragionamenti che si fanno in caso di disfatta.
Di sicuro questo 2012 non sono ancora riuscito ad “ingranare”; devo solo sperare che la causa di ciò non sia il compleanno recentemente caricato nel mio zaino e che la prossima uscita sia di maggiore soddisfazione delle ultime due.
La certezza che ho riportato a casa è che comunque la Val Grande merita davvero di essere visitata essendo davvero bella e offrendo tantissimi percorsi, da quelli brevi a quelli di diversi giorni.
Nota: I tempi indicati sui cartelli direzionali che si incontrano lungo la via mi sono sembrati più della tipologia degli “Ironmen” che degli escursionisti della domenica. Es.: Alpe Curtèt-Bocchetta Saler viene data per 20’ contro i miei 45’ (non sono un giovane skyrunner ma….mi difendo e mi reputo nella media).
I tempi (per i precisi):
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Colloro |
0 |
0 |
Ai Curt |
1:04 |
1:04 |
Alpe Colla |
0:54 |
1:58 |
Alpe Curtèt |
1:24 |
3:22 |
Bocchetta Saler |
0:43 |
4:05 |
q.1907 |
0:12 |
4:17 |
q.1926 |
0:10 |
4:27 |
Alpe Curtèt |
0:40 |
5:07 |
Alpe Colla |
1:06 |
6:13 |
Ai Curt |
0:44 |
6:57 |
Colloro |
0:46 |
7:43 |
Pillole….di sudore e di fatica:
Dislivello percorso 1546m
Lunghezza totale 12,2 km
Tempo totale lordo 7h43’
Tempo totale senza soste 7h01’
Soste totali 42'
Pendenza max 45% (350m dopo A Colla)
Pendenza media 25%

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