Saler, la cima e l'alpe - Valgrande
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Entusiasmante escursione che coniuga due modi di andare in montagna: quello praticato dalla maggior parte di noi, volto al raggiungimento di una cima, e la ricerca di testimonianze di un passato non troppo lontano, che sono ancora visibili in certi ambienti montani abbandonati come quelli della Valgrande e delle sue adiacenze.
E così sono partito per salire, come tante altre volte, in cima ad un monte, e ho finito con l'emozionarmi per pochi gradini nascosti nell'erba alta, dove un tempo c'era un sentiero e ora non passa più (quasi) nessuno...
E così sono partito per salire, come tante altre volte, in cima ad un monte, e ho finito con l'emozionarmi per pochi gradini nascosti nell'erba alta, dove un tempo c'era un sentiero e ora non passa più (quasi) nessuno...
Da Colloro si prosegue lungo la strada asfaltata, il cui transito è consentito ai soli mezzi autorizzati, si attraversa il ponte sul Riale del Ponte nei pressi della diga e si arriva ai cartelli indicatori. Il sentiero sale a sinistra nel bosco di castagni. Usciti dal bosco, il sentiero attraversa l'Alpe Ai Curt, posto su una dorsale da cui si può ammirare la cascata del Riale del Ponte (a sx). Si passa quindi nei pressi dell'Alpe Corpic e si arriva sull'insellatura dell’Alpe La Colla (1406 m, 1:30), in splendida posizione panoramica. Da qui si prosegue tenendo le baite alla propria sinistra, fino ad arrivare ad un palo senza più cartelli segnaletici e si passa a sinistra attraverso un intaglio dove il crinale erboso si salda alla base della cresta rocciosa sovrastante. Da qui si prosegue attraverso un sistema di cenge che taglia la parete con alcuni saliscendi. Si tratta di un percorso invisibile dal basso ma privo di difficoltà. Il fatto che questo passaggio sia stato “scoperto” e sfruttato per farvi transitare le mucche, è per me uno delle testimonianze più straordinarie della civiltà rurale alpina. Ad un certo punto il sentiero abbandona il sistema di cenge e risale un canalino, dove si sale con rapide svolte tra i faggi. Si arriva in breve alla bocchetta del Curtet (25 minuti da La Colla), che immette nella conca dell'alpe Curtet. Da qui si vedono anche i ruderi dell’Alpe Saler, abbarbicati al ripido pendio di fronte. Conviene memorizzare la collocazione dei ruderi perché per raggiungerli bisognerà "navigare a vista", senza il conforto di un sentiero. Il sentiero per il momento c'è, e prosegue traversando a sinistra (O) fino alla scala del Curtet, parzialmente crollata, dove si trovano delle attrezzature di recente posa (passaggio comunque non difficile, valutabile secondo me come I grado esposto). Si giunge all'alpe Curtet 1692 m (20 minuti dalla bocchetta del Curtet), un piccolo alpeggio nascosto alla vista dal fondovalle ossolano, tra verdi prati circondati da aspri pendii. Fino qui 2:20.
Dall'Alpe Curtet alla Cima Saler
Dall'alpe Curtet si seguono le indicazioni per la bocchetta di Saler. Arrivati poco sotto la bocchetta si abbandona sulla sinistra il sentiero in corrispondenza ad un segno di vernice bianca e rossa sulla roccia e si prosegue nel canalino di destra (bivio non segnalato: da questo punto in poi si "naviga a vista") cercando di rimanere sul fondo erboso perché alla base delle rocce si presenta più ripido. Si giunge così in cresta (1900 m circa, 30' dall'alpe Curtet), con bella vista sulla valle dell’Ogliana e sulla conca del Curtet. Si sale la cresta prevalentemente erbosa fino alla cima 2020 m (25' dall'inizio della cresta, in totale fin qui: 3:20 ore).
Lo sguardo abbraccia sia l'Alpe Curtet che La Colla, due microcosmi vicini ma che non si vedono l'uno dall'altro.
A dire il vero ero partito con l'idea di tentare di raggiungere anche la Punta della Rossola (2087 m) percorrendo la cresta tra le due cime ma una discesa esposta su neve ghiacciata (che avrei dovuto affrontare senza ramponi) mi ha fatto desistere.
Dall'Alpe Curtet all'Alpe Saler
Dopo una lunga sosta contemplativa, ho ripercorso la cresta dell'andata e sono ritornato sul sentiero per la Bocchetta di Saler (1897 m), che a questo punto ho deciso di raggiungere per il panorama e già che c'ero sono salito anche sulla cima a sinistra della bocchetta (Pizzo di Cortetto Est), con bella vista sul selvaggio vallone del Riale del Ponte e il versante di Ludo Alboc.
Di ritorno all’alpe Curtet (stesso percorso seguito all'andata), ho deciso di cercare di raggiungere l’alpe Saler. Mi sono calato nel pendio erboso sottostante l'A. Curtet con percorso libero, fino ad arrivare al greto del torrente che si origina dalla bocchetta di Saler (perdendo circa 100 m di dislivello). Da qui la prospettiva cambia completamente: sono praticamente sul fondo di una forra da cui è difficile capire dove puntare. Ho percorso il greto fino alla confluenza con un torrente che scende da un salto di roccia sulla sinistra. Ho attraversato il greto alla confluenza dei due torrenti e ho risalito il ripido pendio erboso di fronte fino a trovare delle tracce di passaggio che ho poi seguito traversando in salita fino ad un colletto con bella vista sull'alpe Saler (si risale per circa 60 m di dislivello). L’essenziale in questa tratto, privo di qualunque indicazione, è intuire qual è il colletto a cui puntare per uscire dalla forra. Consiglio di osservare bene, da più angolazioni, come si presenta l’ambiente prima di scendere al torrente. Superato il colletto, con percorso intuitivo si raggiunge in pochi minuti l’Alpe Saler (1600 m circa, 40 minuti da Curtet), che è un vero e proprio “nido d’aquila”. L’Ossola non è lontana ma qui è un altro mondo. La distanza tra i due alpeggi è poca ma la soddisfazione di essere arrivato qui è tanta, in questo luogo incredibile per il quale non esiste più un sentiero.
Mi muovo con un misto di incredulità e di ammirazione tra le rovine, straordinaria testimonianza del come-eravamo fino a pochi decenni fa, prima che cambiassero radicalmente le condizioni materiali di vita della maggior parte della popolazione europea.
Dall'Alpe Saler all’Alpe La Colla
Dall'Alpe Saler si vede l'Alpe La Colla. Allora perché non tentare di scendere direttamente, cioè senza ripassare dall'Alpe Curtet? Da quello che sono riuscito a ricostruire documentandomi nelle settimane precedenti, si tratta di un percorso ancora più difficile da trovare rispetto a quello seguito all'andata ma non è tardi, il tempo è buono e La Colla appare vicina: decido di tentare, dopo avere osservato bene l’ambiente dall’alto. Sono sceso nel ripido prato sottostante i ruderi, passando davanti a una sorprendente sorgente “murata”, fino a raggiungere il torrente sottostante l'alpeggio nel tratto dove il greto è in piano. Sulla sponda opposta ho risalito il ripido pendio coperto da erba e felci che separa il solco di questo torrente dal successivo. Sono sceso quindi sul lato opposto del costone (molto ripido). In basso si vede una cascata sulla destra, il filtro della presa dell'acquedotto, un tratto cementato e, più a sinistra nell'erba, un tombino di cemento. Mi sono calato fino alla pozza dove c'è il filtro, ho attraversato il torrente e, raggiunto il tombino, ho svoltato a destra. A questo punto si inizia un'altra ripida discesa dove le tracce si perdono completamente. Arrivato sul greto sottostante, sulle rive di una grande pozza, ho constatato l'impossibilità di proseguire nella direzione dell'Alpe Colla. Sono quindi risalito fino ad iniziare a traversare verso sx (tra cespugli invadenti e rovi, su terreno ripido) cercando di sfruttare i punti deboli del pendio. Ad un certo punto ho visto delle piccole "isole" pianeggianti ricoperte da erba schiacciata, la cui concatenazione sembra delineare un sentiero in disuso. Ad un certo punto, con mio grande sollievo, dei resti di gradini seminascosti dalla vegetazione mi hanno fatto capire di essere sulla buona strada. Sono passato quindi davanti a quello che resta di un muro a secco (ulteriore conforto) e sono poi sceso rimanendo sempre prossimo alla base della parete, fino a trovarmi sopra il caratteristico arco naturale detto Partus, in cui ci si cala con ripida discesa. In pratica bisogna seguire la direzione del tubo che qui corre in alto, sospeso ad un cavo, rimanendo prossimi alla base della parete. Oltre l'arco il sentiero scende ancora (resti di gradini) e poi risale brevemente fino ad arrivare alla fontana dell'alpe La Colla e, subito dopo, alle baite (1 ora dall'alpe Saler). Da qui seguendo il percorso fatto all’andata si ritorna al parcheggio.
Gita veramente emozionante e ricca di soddisfazioni, arricchita inoltre dai primi colori dell'autunno. Spero che le foto rendano l'idea.
Tourengänger:
atal

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Kommentare (9)