Massa del Turlo (1959 m) e Cima di Ventolaro (1619 m)
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Viste le nevicate dei giorni scorsi che hanno imbiancato buona parte delle valli ossolane e ticinesi, per oggi scelgo un percorso in bassa Valsesia, zona a me quasi sconosciuta, a quote piuttosto basse e esposto interamente a sud.
Escursione scelta ad hoc anche per la presenza di mio fratello, che non è assolutamente allenato e ha bisogno di pochi chilometri e poco dislivello.
La giornata inizia con una piacevole sorpresa: la stradina che da Cervarolo porta a Le Piane, che da altre relazioni sapevo essere sterrata, è stata asfaltata ed è pure abbastanza agevole.
Parcheggiamo l'auto nei pochi spazi a bordo strada e ci incamminiamo sul sentiero, che parte in prossimità della bella chiesetta.
L'alpeggio è molto vasto ed è davvero meraviglioso. Le baite sono molto particolari e tutte in ottimo stato!
Il primo tratto di salita, piuttosto blanda, si svolge in un luminoso bosco di faggi e betulle, fino a raggiungere la dorsale della montagna.
Si percorre poi un breve tratto sulla cresta boscosa, mentre dietro gli alberi iniziano a spuntare grosse vette innevate.
Poi si aggirano sulla destra alcune bastionate rocciose e, con un breve strappo ripido, si torna in cresta e si raggiunge la modesta, ma molto panoramica Cima di Ventolaro (0 h 55), contrassegnata da un semplice mucchietto di sassi.
Affrontiamo questo tratto ad andatura decisamente blanda: mio fratello deve carburare e a me non dispiace per un volta salire lentamente godendomi il panorama!
Dalla cima si vede tutta la cresta da percorrere per arrivare alla Massa del Turlo, di cui si vede chiaramente la croce di vetta.
Scattata qualche foto ci incamminiamo, seguendo il sempre evidente sentiero che, dopo aver perso qualche metro, inizia ad inerpicarsi sulla cresta.
In realtà è ripido, ma meno di quanto possa apparire dal basso!
Salendo ora a passo più svelto raggiungiamo in breve un'anticima, che si aggira sulla destra, e poi affrontiamo l'ulitmo strappo che ci porta alla croce di vetta della Massa del Turlo (1 h 45).
Di neve, sul versante da noi percorso neanche l'ombra, solo qualche chiazza sul versante nord!
Arrivati in vetta si apre il panorama sulla sottostante Val Strona e ci accoglie una spiacevole sorpresa: sul versante sud del Monte Massone, proprio di fronte a noi dall'altra parte della vallata, si alzano diverse colonne di fumo.
Col binocolo scorgiamo anche le fiamme e in breve arrivano un aereo e un elicottero a scaricare acqua per cercare di domare il piccolo incendio.
La nuvola di fumo che si alza ci copre una buona porzione di panorama, ma possiamo comunque ammirare il Monte Capio, la Cima Capezzone, il Monte Leone, il Rebbio, il Cervandone, l'Arbola e, più lontana spunta anche l'inconfondibile sagoma del Finsteraarhorn.
Più a sud il massiccio del Rosa, davvero vicino a noi, domina la scena, e alla sua destra compare anche il gruppo del Mischabel.
Ancora più a sud del Rosa continua la distesa di montagne imbiancate, vette a me non familiari che purtroppo non so riconoscere.
Infine vediamo una porzione di Lago d'Orta e di Lago Maggiore e, più lontano, il Lago di Varese.
Consumiamo il pranzo sul bel tavolo posto a pochi metri dalla croce e lasciamo un messaggio sul libro di vetta, purtroppo completamente pieno (ci sono diversi messaggi lasciati su pezzi di carta e addirittura fazzoletti, bisognerebbe portare un quaderno nuovo!!).
Poi il vento gelido ci convince a iniziare la discesa.
Per tornare seguiamo il medesimo percorso dell'andata e rientriamo velocemente a Le Piane (3 h 15).
Escursione davvero alla portata di tutti: breve, con poco dislivello, senza tratti eccessivamente ripidi, e su sentieri sempre facili e marcati alla perfezione.
Non a caso è una cima molto frequentata, il panorama che si gode da lassù è davvero di prim'ordine!
Escursione scelta ad hoc anche per la presenza di mio fratello, che non è assolutamente allenato e ha bisogno di pochi chilometri e poco dislivello.
La giornata inizia con una piacevole sorpresa: la stradina che da Cervarolo porta a Le Piane, che da altre relazioni sapevo essere sterrata, è stata asfaltata ed è pure abbastanza agevole.
Parcheggiamo l'auto nei pochi spazi a bordo strada e ci incamminiamo sul sentiero, che parte in prossimità della bella chiesetta.
L'alpeggio è molto vasto ed è davvero meraviglioso. Le baite sono molto particolari e tutte in ottimo stato!
Il primo tratto di salita, piuttosto blanda, si svolge in un luminoso bosco di faggi e betulle, fino a raggiungere la dorsale della montagna.
Si percorre poi un breve tratto sulla cresta boscosa, mentre dietro gli alberi iniziano a spuntare grosse vette innevate.
Poi si aggirano sulla destra alcune bastionate rocciose e, con un breve strappo ripido, si torna in cresta e si raggiunge la modesta, ma molto panoramica Cima di Ventolaro (0 h 55), contrassegnata da un semplice mucchietto di sassi.
Affrontiamo questo tratto ad andatura decisamente blanda: mio fratello deve carburare e a me non dispiace per un volta salire lentamente godendomi il panorama!
Dalla cima si vede tutta la cresta da percorrere per arrivare alla Massa del Turlo, di cui si vede chiaramente la croce di vetta.
Scattata qualche foto ci incamminiamo, seguendo il sempre evidente sentiero che, dopo aver perso qualche metro, inizia ad inerpicarsi sulla cresta.
In realtà è ripido, ma meno di quanto possa apparire dal basso!
Salendo ora a passo più svelto raggiungiamo in breve un'anticima, che si aggira sulla destra, e poi affrontiamo l'ulitmo strappo che ci porta alla croce di vetta della Massa del Turlo (1 h 45).
Di neve, sul versante da noi percorso neanche l'ombra, solo qualche chiazza sul versante nord!
Arrivati in vetta si apre il panorama sulla sottostante Val Strona e ci accoglie una spiacevole sorpresa: sul versante sud del Monte Massone, proprio di fronte a noi dall'altra parte della vallata, si alzano diverse colonne di fumo.
Col binocolo scorgiamo anche le fiamme e in breve arrivano un aereo e un elicottero a scaricare acqua per cercare di domare il piccolo incendio.
La nuvola di fumo che si alza ci copre una buona porzione di panorama, ma possiamo comunque ammirare il Monte Capio, la Cima Capezzone, il Monte Leone, il Rebbio, il Cervandone, l'Arbola e, più lontana spunta anche l'inconfondibile sagoma del Finsteraarhorn.
Più a sud il massiccio del Rosa, davvero vicino a noi, domina la scena, e alla sua destra compare anche il gruppo del Mischabel.
Ancora più a sud del Rosa continua la distesa di montagne imbiancate, vette a me non familiari che purtroppo non so riconoscere.
Infine vediamo una porzione di Lago d'Orta e di Lago Maggiore e, più lontano, il Lago di Varese.
Consumiamo il pranzo sul bel tavolo posto a pochi metri dalla croce e lasciamo un messaggio sul libro di vetta, purtroppo completamente pieno (ci sono diversi messaggi lasciati su pezzi di carta e addirittura fazzoletti, bisognerebbe portare un quaderno nuovo!!).
Poi il vento gelido ci convince a iniziare la discesa.
Per tornare seguiamo il medesimo percorso dell'andata e rientriamo velocemente a Le Piane (3 h 15).
Escursione davvero alla portata di tutti: breve, con poco dislivello, senza tratti eccessivamente ripidi, e su sentieri sempre facili e marcati alla perfezione.
Non a caso è una cima molto frequentata, il panorama che si gode da lassù è davvero di prim'ordine!
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