Pizzo Pianca (2377 m)
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Escursione nella selvaggia Val Cavalasca: una valle nascosta che si affaccia sul Lago di Luzzone, nel comune di Blenio. Il Pizzo Pianca è posto sul panoramico crinale tra la Val Cavalasca e la Val Camadra. Il ripidissimo pendio erboso che dalla sella permette di raggiungere la vetta è ricco di opulente stelle alpine: una manna per gli amanti della fotografia botanica.
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Inizio dell’escursione: ore 7:52
Fine dell’escursione: ore 12:22
Temperatura alla partenza: 12°C
Temperatura al rientro: 21°C
Arrivo sul piazzale del posteggio alle 7:35. Cielo sereno e temperatura esageratamente alta, considerando l’ora e la quota. Solo un’auto è parcheggiata. Attorno ad essa tre persone hanno passato la notte all’addiaccio, dormendo nel sacco a pelo.
Mi incammino lungo una strada asfaltata, che si inoltra in un bosco misto di conifere (pini, larici, abeti). Nella valle echeggia il bramito dei cervi: la stagione degli amori è iniziata.
Dopo mezz’ora di cammino, al bramito si aggiunge il belato delle greggi di pecore. Le previsioni meteo, che annunciano neve al di sotto dei 2000 m, hanno indotto gli alpigiani a scaricare gli alpeggi.
Ai lati della strada osservo molti funghi, probabilmente eduli. Più o meno a 1710 m di quota, la strada termina. Qui vedo posteggiato un veicolo quad, un quadriciclo fuoristrada, con il quale l’alpigiano raggiunge l’Alpe Cavalasca. Il sentiero è sì sufficientemente ampio, ma taglia un versante ripidissimo, da far accapponare la pelle. Là sotto, trecento metri più in basso, quasi a picco, appare il verde cupo del Lago di Luzzone. Presumo che l’alpigiano sia molto coraggioso. Personalmente non percorrerei con un veicolo questo sentiero, nemmeno se mi regalassero una lauta rendita vitalizia.
A quota 1885 m raggiungo il costone del Puv. Qui si entra nella suggestiva Val Cavalasca. Il sentiero ora è in leggera discesa: restano ancora 500 m di strada e circa 50 di dislivello per raggiungere l’Alpe Cavalasca (1831 m).
Non c’è in giro anima viva: l’alpe è deserta, la valle pure; il telefonino non ha campo: Ticino selvaggio!
L’alpeggio comprende una lunga stalla in muratura e una nuova costruzione disposta su due piani, adibita a caseificio e a casa abitativa. Alcuni pannelli solari garantiscono l’elettricità. A pochi metri dalla stalla, sul lato ovest, osservo due belle baite tipo Walser, in legno, con il tetto rifatto recentemente.
Avrei voluto acquistare il formaggio “Cavallasca”: niente da fare.
Si tratta di un “nostrano semiduro grasso” che riporta sullo scalzo la dicitura “Cavallasca”, con due elle. Al ritorno mi fermo ad Olivone per rimediare: purtroppo trovo il negozio di alimentari chiuso.
Dall’Alpe Cavalasca proseguo, verso ovest, lungo la ripida Val Dros. Un sentierino fra rododendri ed erbe, che mi farà trasudare tutte le birre della settimana. In poco più di un’ora raggiungo la sella a quota 2247 m, dalla quale mi si offre uno stupendo panorama sul Sosto, sul Pizzo Rossetto e su Campo Blenio. Una dozzina di balestrucci sfrecciano ripetutamente sulla bocchetta. Prendo fiato e analizzo lo stato della cresta sud che sale al Pizzo Pianca. È un tratto erboso molto ripido (T4), con qualche affioramento roccioso. Il terreno asciutto mi convince che la salita sia alla mia portata, senza correre troppi rischi. Tengo la fotocamera a tracolla e mi avvio in direzione di uno spuntone di roccia calcarea; lì potrebbero esserci le stelle alpine. In effetti, tutto il versante sud del pizzo è cosparso di numerose edelweiss molto sviluppate, direi opulente. La salita è rallentata da doverose pause fotografiche.
Stella alpina
Aggiro a sinistra l’affioramento roccioso e proseguo aggrappandomi, in un paio di occasioni, anche a cespi d’erba.
Dopo due ore e trenta dalla partenza raggiungo la cima: Pizzo Pianca geschafft!
Un modestissimo ometto di pietra non cela nessun libro di vetta.
Purtroppo, come raggiungo la cima il cielo si copre in un battibaleno. Ciò non mi impedisce di fare l’abituale carrellata video a 360°.
Il toponimo “Pianca” è decisamente appropriato: “pendio ripido di pascolo o di fieno selvatico”; è sinonimo di “löita”.
Consiglio agli escursionisti poco esperti di avventurarsi sull’ultima erta solo in condizioni di terreno asciutto!
Tempo di salita: 2 h 30 min
Tempo totale: 4 h 30 min
Tempi parziali
Parcheggio Diga del Lago di Luzzone (1615 m) – Alpe Cavalasca (1831 m): 1 h
Alpe Cavalasca (1831 m) – Sella a quota 2247 m: 1 h 10 min
Sella a quota 2247 m – Pizzo Pianca (2377 m): 20 min
Dislivello in salita: 841 m
Sviluppo complessivo: 8,8 km
Difficoltà: T4 (dalla sella alla vetta)
Coordinate Pizzo Pianca: 716.805 / 159.515
Copertura della rete cellulare: assenza di campo nella Val Cavalasca; buona dalla sella alla vetta
Libro di vetta: no
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