Val Cavalasca


Publiziert von paoloski , 26. Juli 2011 um 00:24.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:24 Juli 2011
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Pizzo Corói   Gruppo Pizzo di Cassimoi   CH-TI 
Zeitbedarf: 3:00
Aufstieg: 650 m
Abstieg: 650 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Uscita di Biasca dell'autostrada A2, si prosegue lungo la valle di Blenio, passato l'abitato si seguono le indicazioni per Campo Blenio e quindi quelle per Luzzone e Ghirone. Si segue la strada che porta alla diga, al termine di questa si trova l'imbocco di tre gallerie, prendere quella centrale che, dopo un centinaio di metri, porta ad un grande parcheggio gratuito.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Giro andata - ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Pensioni ed alberghetti aCampo Blenio ed Olivone. I rifugi Scaletta e Motterascio pur trovandosi nei pressi sono scomodi per un'escursione in Val Cavalasca.
Kartennummer:CNS 1233 Greina

Giuseppe Brenna nel suo libro "Grandi cime per i nostri giorni" definisce la Val Cavalasca un "mondo difficile", addentrandosi nella valle e, soprattutto, salendo e scendendo i suoi ripidi fianchi non si può che concordare con il suo giudizio.
L'occasione per decidersi ad andare in questa valle misconosciuta è data dall'invito di un amico che cura le 126 capre caricate quest'anno all'Alpe Cavalasca (oltre a queste ci sono anche una ventina di vacche, quattro maiali e quattro galline ma il vero lavoro lo danno le capre).
Nessun cartello indica il percorso che dalla diga sale all'alpeggio ma dalla corona di questa si vede bene il tracciato del largo sentiero che porta all'alpeggio.
Si parte dal grande parcheggio sovrastante la diga, al termine di questo c'è una stradina asfaltata (chiusa al traffico non autorizzato) che dopo pochi tornanti diviene un largo sentiero (gli alpigiani lo percorrono con un quad) che in poco tempo, ma con dei magnifici ed inconsueti scorci sul lago sottostante e le cime circostanti, porta, superata a circa 1880 metri la costiera che scende dalla cima 2183 posta a SE del Pizzo Pianca ad abbassarsi per una cinquantina di metri fino alla già visibile Alpe Cavalasca.
Quando arriviamo le vacche da latte stanno ruminando tranquille poco prima delle baite, quelle da carne, di razza Hereford, sono con i loro vitelli più in là, sotto la cascata che scende dal Piano di Ariòn; le capre invece sono sparse un po' dappertutto ma qualcuna ci viene incontro curiosa e festosa.
Luca ci fa visitare l'alpeggio e ci illustra il suo lavoro poi, è già quasi mezzogiorno, decidiamo di mangiare su un prato ma, chiaramente, ben presto siamo circondati da alcune capre cui non pare vero di poter curiosare dentro degli zaini e magari sgranocchiare qualcosa; però si sa: le capre sono animali sensibili, se non presti loro attenzione si risentono e perdono presto interesse per te, sapendolo non mi agito più di tanto e mi limito a scostare con garbo le più indiscrete...non così Daniela che urla e si agita e viene rapidamente attorniata da quattro o cinque giovani capre eccitate dalla sua irrequietezza. Io ho mangiato tranquillo, anche perchè le attenzioni delle caprette erano completamente rivolte a Daniela e, in minor misura, ad Anna, Roberta ed Alberto.
Dopo pranzo evito di stendermi per la penichella cui si apprestano gli altri e decido di salire alla selletta posta ad Est del Pizzo Pianca e descritta da Brenna nel terzo volume della Guida delle Alpi Ticinesi.
Mi allontano discretamente dal gruppo ma un caprettino di pochi mesi decide di seguirmi, accellero il passo per distanziarlo: se mi seguisse poi mi toccherebbe riportarlo a valle in braccio, anche lui accellera ma sono più veloce, così ben presto si arresta ed inizia a belare disperato, sembra il pianto di un bambino, spezza il cuore...alla fine, rassegnato, si gira e torna al gregge.
Io seguo il sentierino che si inerpica di fianco al torrente, sarà la pendenza, sarà il fatto che ho il pranzo sullo stomaco, sarà lo scatto che ho fatto per seminare il capretto...ma sto ansimando. Mi fermo e mi guardo intorno: da qui la Val Cavalasca e l'alpeggio sottostante si mostrano chiaramente, le cime sono imbiancate da una spruzzata di neve, il muro del Fohn copre e scopre le cime della Val Scaradra e i satelliti del Piz Terri, i ripidi pendii sono solcati da traccie di animali, le capre certo ma anche camosci e stambecchi, oggi non si vedono ma, a detta di Luca, la zona ne è piena, il prato magro è pieno di fiori. Riprendo a salire, il pendio è sempre più ripido, il sentiero ad un certo punto si perde ed arranco per i prati, ora a destra ora a sinistra del torrente, con un notevole sforzo raggiungo la selletta, qui la vista mi ripaga della fatica: un panorama eccezionale sulla Val di Blenio ed una vista inconsueta e suggestiva sul Sosto, anche la vista verso il Terri, sempre coperto, è notevole. Ridiscendo:, il pendio erboso è abbastanza scivoloso, mi immagino Luca a recuperare le capre in questi giorni piovosi, quando ragiungo il sentiero posso rilassarmi.
Raggiungo gli altri che hanno appena terminato la loro penichella, anche Luca ha finito il pranzo ed insieme a Gemma, una veterinaria spagnola,  ci raggiunge per portarci ad ammirare delle stelle alpine poco distanti.
Ora è tempo di aiutarlo a radunare le capre per la mungitura delle quattro: le simpatiche bestiole hanno pensato bene di dividersi in quattro gruppi e spargersi per mezza valle, con una spiccata propensione per i luoghi più impervi, raduniamo le più vicine, divise in due gruppi, scendendo nei declivi alberati sottostanti l'alpeggio, qui il terreno è intriso d'acqua e vi sono molti eriofori, con fatica riusciamo a farle risalire e a rinchiuderle nel recinto retrostante la stalla.
Ora viene il difficile: i due restanti gruppi che hanno attraversato il Rio Cavalasca ed hanno risalito i pendi del Cogn di Biss e del Cogn Grande posti sotto il Fil da Stanga. Luca è ancora al recinto, inizio a scendere ma, chiaramente, non trovo il guado e devo risalire per un tratto il torrente, mi raggiunge Luca e ci accordiamo sulle strategia per radunare le capre: lui si occuperà del gruppo abbarbicato sul Cogn di Biss, io guaderò più a monte e mi occuperò delle altre aggirandole dall'alto e spingendole verso il guado. Attraverso il Rio e risalgo il pendio senza farmi vedere, quando le ho superate in altezza mi sposto verso di loro che si alzano e si dirigono verso il torrente ma non verso il punto in cui avevo guadato: discendono una ripa scoscesa e attraversano il torrente saltando agilmente sulle roccie affioranti, le seguo, se ce la fanno loro... raggiungo il gregge al di là del Rio Cavalasca e risalgo il pendio in direzione dell'alpe. Sembrano ben contente di incamminarsi verso l'alpeggio, anche la vecchia capra bianca e lunatica che se ne stava solitaria su questo versante (normalmente fa il contrario di ciò che fanno le altre) oggi sembra non avere obiezioni e si dirige mansueta dietro le altre, intanto Luca mi ha raggiunto con le restanti, un po' di agitazione vicino allo stabbio ma in dieci minuti sono tutte dentro, almeno quelle da mungere: le giovani possono anche star fuori.
Mentre radunavamo le capre Anna, Daniela, Roberta ed Alberto hanno acquistato del formaggio e si sono avviati sulla strada del ritorno. Saluto il mio amico e mi incammino anch'io ma arrivato al termine della salita del sentiero ecco Alberto che riporta un capretto che li aveva seguiti, ridiscendiamo all'alpe e riconsegniamo il fuggitivo a Luca. Risaliamo il pendio e iniziamo la discesa, ancora qualche foto, una risciacquata alla cascata e in breve eccoci all'auto, poco prima del parcheggio incrocio i tre capretti che sono scappati qualche tempo fa seguendo un gruppo di turisti, stanno scendendo sul ripidissimo pendio sovrastante il lago nei pressi della diga, non è il caso di tentare un approccio!

Difficoltà: dalla diga all'alpeggio T1 , tempo: 1 ora ; dall'Alpe Cavalasca alla selletta T3 , tempo 30 min.

L'Alpe Cavalasca si trova in un punto suggestivo ed anche la strada per raggiungerla offre viste inconsuete sulle montagna della zona ma le possibilità di escursioni sono molto limitate: i pendii sono decisamente ripidi e la roccia è alquanto infida, le cime circostani: Coroi, Toroi, Marumo Sassina. sono molto più agevolmente raggiungibili dal Piano della Greina o dalla Val Larciolo (facilmente raggiungibile dalla capanna Motterascio). La cascata che scende dal ripiano di Ariòn è molto bella ma tenete presente che le vacche Hereford che si trovano nei prati circostanti hanno i vitelli e possono essere aggressive.
Fate attenzione agli eventuali capretti che dovessero seguirvi : nel caso prendeteli in braccio e riportateli all'alpeggio.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


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