Cima degli Orsi - Periplo valle d'Inferno

Partenza da Plesio. Parcheggiamo a valle del paese in corrispondenza della chiesa di Sant'Eusebio e Vittore. Dal piazzale notevole il panorama su lago di Como e Legnone. Si risalgono le strette vie del paese fino ad arrivare alla strada che prosegue verso Livo.

In corrispondenza dell'incrocio con la carrozzabile che sale a Bodone vi è la chiesa della Madonna del Gorghiglio. Poco a monte passa il sentiero della 4° tappa della via dei monti Lariani. Lo imbocchiamo incamminandoci verso sinistra per raggiungere Dosso del Liro. La via dei monti supera la valle d'Inferno mantenendosi nel bosco. Si torna su asfalto poco prima di Dosso del Liro e si attraversa il paese. Proseguendo sulla strada in corrispondenza del secondo tornante, e di un pilone Enel, si incrocia un sentiero non segnalato che sale nel bosco verso Prennaro (1012 m).

Prima di arrivare all'insediamento si incontra una sterrata che va attraversata. Raggunte le prime cascine di Prennaro si guadagna il filo ci costa che andrà seguito fino alla cima.
Il percoso prosegue attraversando Sortaiolo (1119 m.) e Piaghedo (1348 m) alternando tre ripide salite con tratti meno faticosi. Superato il monte Piaghedo il percorso, sempre lungo il filo di costa, da un po' di respiro prima dell'ultima salita che raggiunge il Dosso Bello a quota 1979 e infine, superando qualche facile roccetta, la Cima degli Orsi (2243).

Arrivati in cima ci concediamo una lunga pausa per mangiare e parlare con una coppia di escursionisti Californiani, entusiati delle montagne che contornano lago di Como. Ci sorprende il fatto che le conoscano molto meglio di parecchi escursionisti comaschi.
 
Ripartiamo verso il Duria, vero obiettivo della nostra escursione, con poca convinzione. Dovremmo seguire la cresta, dove mi pare di valutare passaggi di 1° e 2°, scendere alla bocchetta per poi risalire alla cima. Però la lunga sosta troppo lunga ci ha inacidito i muscoli delle gambe, non abbiamo più il passo sicuro che servirebbe per questo tipo di percorso e decidiamo quindi di raggiungere il costone di discesa superando la valle d'Inferno senza proseguire sulla cresta del Duria.

Studiamo il percorso dall'alto visto che sulla carta a questa quota non sono evidenziate tracce. Per arrivare sul versante opposto della valle sfruttiamo una conca innevata in modo da evitare eventuali passaggi esposti. Ci teniamo ai margini del nevaio perdendo così ulteriormente quota.

Superata la valle d'Inferno, che dall'alto pare proprio inospitale, ci rendiamo conto di essere ormai scesi troppo e rinunciamo definitivamente alla risalita al Duria. Proseguiamo a mezza costa lungo sentieri tracciati dalle capre, abbastanza impervi. Superate un paio di vallecole arriviamo in vista del costone di discesa. Il percorso diventa più agevole con versanti meno ripidi e ampie conche dove i nevai ormai sono scomparsi. Ci concediamo ancora qualche pausa per goderci il sole ed il panorama prima di raggiungere la costa di discesa su Bodone. Scendiamo quindi lungo la classica via che porta al Duria e raggiungiamo il monte Motta Fiorita con la sua alpe. Ancora ripida discesa sul filo di costa per arrivare a Bodone, assolato monte in posizione stupenda. Nel frattempo si leva un forte vento che mantiene terso il cielo.

Stanchi e direi più che soddisfatti, rinunciamo a cercare il sentiero che scende a Peglio e prendiamo direttamente la strada asfaltata che dopo parecchi tornanti ci riporta alla chiesa Madonna del Gorghiglio e quindi a Plesio.