Tentativo al Monte Tamaro per Cresta N da Quartino


Publiziert von gbal , 6. August 2010 um 22:38.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum: 4 August 2010
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Tamaro-Lema 
Zeitbedarf: 5:15
Aufstieg: 837 m
Abstieg: 837 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Varese-Gaggiolo-Lugano(A2)-M.Ceneri-Quartino
Kartennummer:Kompass 110-Valle Maggia - Valle Verzasca

Tentativo al Monte Tamaro per Cresta N da Quartino

 

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Le delusioni spesso sono tanto più grandi quanto erano maggiori le aspettative. Avevo messo questo itinerario in ottima evidenza nella pila dei miei sogni ma avevo dovuto tergiversare per tanti ottimi motivi, primo tra tutti l'esposizione N che lo sconsigliava durante l'innevamento. Mi ispiravo alle relazioni di 360 che aveva percorso l'itinerario solo in discesa e di Omega3 che l'aveva percorso, invece, in salita e che volevo emulare. Come molti di qui avevo raggiunto il Monte Tamaro già per molte vie ma questa mi aveva subito attratto, forse per la difficoltà dovuta all'assenza di itinerari segnati da località Forcarella al Poncione della Croce, unita al discreto impegno del dislivello partendo da Quartino (216m) e giungendo al Tamaro(1961m). Anche la lunghezza dell'itinerario di 8,2 km complicava le cose.

Così ieri partivo, forte del mio ultimo acquisto (Garmin Dakota 20) sul quale contavo molto per affrontare il tratto non segnato (hic sunt leones!); lasciavo il ridente e ordinato paesino di Quartino e subito affrontavo d'impegno la salita giungendo in breve alla località Al Sasso. Qui ignoravo per un po' le indicazioni del GPS nonché una indicazione di svolta e mi inoltravo per altro sentiero nella valle del Trodo dove, oltre a spendere energie a causa del mio errore, assistevo curiosamente e un po' intimidito dai colpi alle prove di tiro effettuate sull'altro versante (M.Ceneri) dalle Forze armate svizzere. Finalmente presa coscienza dell'entità del fuori rotta segnalatomi dal GPS tornavo sui miei passi ed alla fine imboccavo la direzione giusta. Dopo Al Sasso il sentiero è progressivamente sempre peggio segnalato e davvero il mio strumento è stato provvidenziale in molti frangenti nell'individuare il giusto percorso (sento inorridire molti Puristi ma….è comodo davvero). Direi che i tratti migliori si svolgevano nel bosco dove l'erba era quasi assente (ma rami, sterpaglie ed altri testimonianze del disuso no). Invece, nelle radure, all'altezza di un erba attorno ai 50 cm dove solo i segni di timidi calpestii suggerivano un percorso, si assommavano di frequente plaghe di felci alte quasi quanto me dove il massimo dei miei sforzi era quello di riuscire contemporaneamente a scrutare la visuale dall'alto, scostare con i bastoni le felci, guardare in basso per capire dove mettere i piedi conscio che calpestare la coda di un rettile sarebbe stato davvero spiacevole per entrambi!

A volte l'apparire di rocce in mezzo alla vegetazione mi confortava perché mi consentiva di "emergere" per un po' dai problemi. Attorno ai 950m di altezza, in prossimità di Forcarella, la parte ragionevole del mio cervello cominciava a dirmi che forse era meglio fare dietrofront e tornare a casa ma l'ostinazione e la speranza che l'incubo finisse in un bel percorso duro ma"normale" mi incitavano a proseguire. Addirittura esultai quando comparvero degli sporadici bolli rossi che indicavano una direzione parallela ad un elettrodotto (non seguitelo!); ciò non vuol dire che le difficoltà diminuissero, anzi, ma i bolli c'erano ed io fiducioso li seguivo tra mille piccole peripezie, ignorando il fuori rotta segnalato dal GPS. Alla fine, capito che ero solo un 30m sotto e a dx di Forcarella tentavo il tutto per tutto di un ascesa diretta alla mia sx ma dopo un po' dovevo desistere anche per la comparsa di un risentimento muscolare ad una gamba. Forse la sicurezza che raggiunta Forcarella i problemi del fendere la vegetazione senza un machete (avevo solo un coltellino svizzero!) sarebbero finiti mi avrebbe aiutato ma in realtà quanto avevo visto suggeriva il contrario. Così scelto un punto panoramico mi fermai, feci il mio frugale pasto e scattai le mie uniche foto, dopodiché chiesi al mio GPS il cosiddetto "trackback" per farmi riportare a Quartino visto che era comunque difficile anche individuare il percorso dell'andata. E dopo un paio d'ore, aiutato dalla tecnologia, dal fiuto e dal senso d'orientamento che comunque da anni mi assiste feci ritorno alla base.

Perché? Questa era la domanda che mi accompagnava lungo il ritorno. Il mio amico Pinuccio, maestro di tante avventure e scalate, usa dire che ogni tanto una "bastonata" ci vuole perché aiuta a ridimensionare la realtà delle ns. possibilità e a commisurarle meglio con le difficoltà che la montagna ci oppone. In realtà la risposta che mi sono dato è che se nello scegliere avevo temuto la neve, avrei dovuto temere anche la vegetazione e avrei dovuto osservare le date delle escursioni cui mi riferivo: rispettivamente Ottobre e Novembre 2009. Invece non le avevo notate mentre era importante davvero. Anche questo è un insegnamento per il futuro; vedremo se in autunno inoltrato, prima delle nevi, il tratto che tanto filo da torcere mi ha dato sarà più praticabile.

 

Dati salienti del percorso pianificato:
Dislivello 1738m

Lunghezza totale km 8,2

Pendenza media 25%
Salita:    previste 5h00'' @5km/h (SLF)
Discesa: previste 3h40' @7km/h (SLF)
SLF  km 24,33

 

Dati salienti del percorso reale:
Dislivello 837m

Lunghezza totale km 4,25 (compreso errore)

Pendenza media 20%
Salita    km 4,25
Discesa km 3,12
Salita     2h47''
Discesa 2h23' (compresa sosta ca.20')
SLF (salita) km 12,62  4,53 km/h
     (discesa) km 11,49  4,82 km/h

 

 


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