Monte della Fricolla 2675 da Pontboset
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Volendo salire anche il Monte della Fricolla, cerco qualcosa in rete. Da subito però qualcosa non torna.
L’escursione parte dalla località Crest che dovremmo raggiungere scendendo e attraversando Pontboset. Il paese però non si può attraversare, chiaro divieto. Scopriamo così che bisogna superare l’indicazione per Pontboset e svoltare a sx a quella successiva.
Giunti a vista delle case di Crest troviamo un comodo posteggio sul tornante prima che termini l’asfalto.
Attraversiamo quindi il borgo e giunti all’indicazione per l’AV2 a dx, andiamo a dx…sbagliato! Tornati sui nostri passi scopriamo che l’AV2 è il sentiero che procede diritto completamente inerbato…inizio stagione???
Passiamo varie baite e uno splendido alpeggio. Qui il sentiero sparisce completamente nell’erba alta ma dei magnifici omettoni indicano la traccia corretta. Non è necessario attraversare il primo ponticello a sx ma, se lo fate, al successivo ritornate dall’altra parte. Dopo un bel tratto in piano il sentiero riprende a salire in maniera sostenuta, qualche traverso su pietraia e raggiungiamo un vecchio ricovero costruito sotto i massi e a sx i resti di una costruzione in pietra.
Ancora un breve strappo ed entriamo nel vallone che ci permette finalmente la vista del Colle della Fricolla e della cima omonima. Dalla descrizione avremmo anche dovuto vedere l’omino del Colle Breuil, nostra meta ma, per dove si trova il colle, direi che è impossibile vederlo da qui!
Risaliamo la pietraia ottimamente segnata e quindi con un lungo traverso, non particolarmente comodo in caso di pioggia ci avviciniamo al Colle della Fricolla. Altra incongruenza della descrizione è che la deviazione per il Colle Breuil doveva essere segnalata da freccia e bolli rossi, invece sono gialli, come quelli seguiti fino ad ora, va beh…
Velocemente giungiamo al colle dove troviamo sì un ometto ma dalle dimensioni e per dove si trova direi che, oltre a non vedere il colle, è impossibile vedere l’ometto dall’imbocco del vallone!
Ma le stranezze proseguono. Ovvero: “Raggiunto il colle la salita all’evidente punta del monte Fricolla avviene puntando decisamente a dx verso la vetta tenendosi sul versante della Manda, senza andare troppo verso la cresta di dx ma scegliendo il percorso che si ritiene migliore dribblando le placche e i roccioni montonati - seppur ripido tra erba e sassi si sale comunque agevolmente senza problemi (EE)”. A dx c’è sì un’elevazione, Mont Blanchet penso, ma non di 200 m più del colle mentre a sx c’è quella che molto più probabilmente è la nostra cima, essendo anche a picco sul P.so omonimo. Sul GPS non esiste ma uno sguardo alla cartina ci fa propendere per la cima a sx. A prima vista sembra qualcosa in più di una EE, forse perché è ancora in parte innevata però decidiamo di andare a vederla più da vicino.
Attraversiamo un paio di nevai e ci portiamo proprio sotto. Da qui sembra più fattibile. Decidiamo di tenerci a sx, risalire un nevaio e portarci poi nella parte asciutta della dorsale. Fin qui tutto bene. Non abbiamo però fatto i conti con altri nevaietti invisibili dal basso. La salita si fa più lenta per un controllo continuo sul dove andare per evitare placche e nevai. Su questo la descrizione diceva il vero…un breve traverso su neve un poco adrenalinico, soprattutto al ritorno, poi tutto si fa più semplice e dobbiamo solo fare attenzione a non smuovere la pietraia negli ultimi metri. E così siamo in cima…e anche qui la descrizione diceva il vero…panorama spettacolare!
Mangiucchiamo qualcosa e poi con estrema attenzione cominciamo a scendere. Diversamente dalla salita, dopo il traverso su neve, ci spostiamo troppo a dx ma l’errore ci porta bene perché troviamo un bel nevaio portante che ci fa accelerare la discesa. Ritorniamo sulla nostra traccia e quindi al colle dove facciamo pausa pranzo.
Purtroppo il tempo stringe, dobbiamo essere a casa presto. Mangiamo velocemente e rinunciamo al giro ad anello non essendo nemmeno sicuri della presenza di un sentiero che colleghi le due valli. Non vorremmo dover scendere fino a Pontboset e quindi risalire a Crest. Inoltre, visto lo stato dell’AV2, pensiamo che gli altri sentieri non possono che essere messi peggio. La scelta a questo punto ci risulta obbligata..
Zona veramente spettacolare, frequentata pochissimo immaginiamo. Zona che merita altri giri…
Nota negativa…il caldo…non penso di aver mai sofferto come oggi in montagna. La presenza di un torrente, di un lago e della neve ci ha in parte salvati!
T4-- per la situazione di neve trovata per salire alla cima, normalmente un T3 penso sia sufficiente.
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