Monterosa Walser Endurance Trail (114 km - 8240m D+)


Publiziert von Sky , 6. April 2019 um 15:31.

Region: Welt » Italien » Aostatal
Tour Datum:27 Juli 2018
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3 Tage

Mi iscrivo un po’ per caso, non è la gara a cui punto per quest’anno, ma di sicuro mi può venire utile. Non ho tanto dislivello nelle gambe per ora (di solito sfrutto tantissimo il mese di agosto in giro per vette), ma mi sento sicuro di me. Mentalmente, sono pronto. So di dover partire tranquillo, ho studiato il percorso sulla carta, so quali saranno i punti più difficili, sono contento delle mie nuove scarpe. Tutti dicono che è una gara durissima, ma chissenefrega.

Partenza in leggera salita, a fianco dei miei compagni del BTT. Tutti corrono, secondo me stiamo andando troppo forte, ma poco dopo inizia la prima (breve) salita a Sant’Anna. Vado su bene, passo un po’ di gente senza forzare. Poi la discesa sulla poderale in cui, come dice Silvia, si può viaggiare ad una velocità altissima, mettendo fieno in cascina senza troppa spesa. Quindi, il Colle della Salza. Salita costante, senza pendenze eccessive. A metà però mi prende un attacco intestinale. Me lo porto fino al primo ristoro, dove si va a sommare con la nausea. Mi libero, riparto, ma sono in piena crisi. Alfia mi invita a seguirla, a non mollare, ma decido di tenere il mio passo, convinto che, come disse Monica, “le crisi vengono sempre, ma come sono venute, passano”. E così è. Al ristoro di Rong mangio quintali di uva, provvidenziale perché piacevole da mandar giù, e parto per la salita al Colle Valdobbiòla, che da quello che ho capito sarà durissima. E lo è, fin dal primo metro. Ma, invece che fiaccarmi, sento che sto salendo a tutta. Passo uno via l’altro, e questo mi carica un sacco, vuol dire che sto bene. Sfrutto il momento propizio e vado avanti dimenticandomi della crisi. Faccio amicizia con Enrico, un valdostano con cui facciamo tutta la discesa fino A St Jean. Breve rifornimento e si riparte subito. Per la salita al Col Frudière ognuno va per sé, perché va affrontata col proprio passo. Io gli prendo un bel vantaggio, lui mi riprende solo in discesa. Si crea un gruppetto con un po’ di amici di Milano e dintorni e si prosegue verso Brusson. In base vita sto il minimo indispensabile. Al Rifugio Arp faccio appena in tempo ad entrare che si scatena il nubifragio. Ci invitano a non uscire. Io sarei tentato a farlo lo stesso, ma aver deciso (stupidamente) di lasciar giù i sovrapantaloni in base vita mi fa decidere che è saggio restare al chiuso. Fortunatamente il temporale dura non più di un’ora e si riparte. Il vantaggio guadagnato fin lì però si azzera, e la cosa mi irrita, ma comunque in discesa avrei perso lo stesso un’eternità, lento come sono. A Champoluc, vedo comparire lupo7, sempre presente a fare il tifo nelle mie gare lunghe, ma stavolta mi coglie davvero di sorpresa. Riparto. Ho un’infinità di vesciche, non ho quasi il coraggio di guardarle. Provo a romperle, ma non so se non peggioro la cosa. La salita che segue è breve e non mi fa paura. Quella che temo è quella del Pinter. Ma arrivare all’attacco del colle sembra volerci un tempo infinito. Vago nella notte su e giù per pendii, non capisco dove sto andando. Ecco, paradossalmente ho sofferto più questo delle salite dure! Al ristoro di Cuneaz mangio salato. Mia mamma mi ha ricordato di farlo, verso la fine, per evitarmi i miei soliti cali di pressione post gara. Insalata di riso al tonno e brodo, buona! Prendo un gel che mi ha regalato il mio amico Francesco prima della salita finale. C’è un tratto esposto e friabile. Non è facile capire dove passare, con la frontale ormai fioca. Mi metto i bastoncini in spalla e vado a quattro zampe. Sono solo una cinqquantina di metri, poi due canaponi ed è fatta. Quasi, visto che il colle Pinter in realtà è più avanti, ma la pendenza è minima. Discesa infinita verso Alpenzù, poi di lì verso l’arrivo. Anche questo tratto è, moralmente, infernale, con le continue risalite. Sembra di non dover arrivare mai. Però è solo questione di tempo. Ho margine a sufficienza su chi ho dietro di me, quindi devo solo arrivare! 79° su 156 partiti, in 34h37’. L’intervista dello speaker mi commuove un po’. Gli racconto in due parole la crisi, la ripresa e la mia testa dura!

Sono davvero soddisfatto. Ho gestito tutto benone, ho superato la crisi, muscolarmente non ho avuto nessun problema, non sono mai caduto. Sembra folle, ma non l’ho trovata impossibile... Sì, sono contento!


Tourengänger: Sky


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